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Sabato 20 Aprile 2024




Bankitalia, rapporto Campania 2020: reddito famiglie diminuito dell'1,9%

famigliaDal mercato del lavoro alle famiglie:  l'impatto della pandemia ha avuto ripercussioni importanti  sull'economia della Campania. In generale, secondo le stime della Banca d'Italia, che si basano sull'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER), il 2020 è stato un anno caratterizzato da una diminuzione dell'8,2 per cento dell'attività economica.

A risentire in modo particolare di questo periodo di crisi sono state le famiglie campane. Tra i dati più preoccupanti è emerso che un bambino su 4 vive in una famiglia che non ha redditi da lavoro.  Il 27 per cento dei minori infatti risiede in nuclei familiari senza reddito da lavoro, mentre nel 2019 la percentuale di minori che si trovava nelle stesse condizioni era del 21,7. Si tratta di una quota ampiamente superiore alla media nazionale.

Dal rapporto sull'economia della Campania di Bankitalia viene fuori che la riduzione dell'occupazione ha avuto effetti pesanti sui redditi delle famiglie e amplificato la diseguaglianza nella distribuzione del reddito da lavoro, cresciuta  soprattutto per l'aumento delle persone in famiglie che non ne hanno uno. Non sono mancati gli interventi a sostegno delle famiglie. Rispetto all'anno precedente sono aumentati di oltre un quarto i nuclei familiari che hanno beneficiato del Reddito o della Pensione di cittadinanza ed è salito il numero di famiglie che ha avuto accesso al Reddito di emergenza. A beneficiare di queste  misure di sostegno è stato circa un settimo delle famiglie campane, una quota superiore alla media italiana e del Mezzogiorno.

UN REDDITO IN CALO

Analizzando i dati in profondità, si può osservare che nel 2020 il reddito disponibile delle famiglie campane, che in termini pro capite è pari a circa il 70 per cento di quello medio italiano, si è ridotto dell’1,9 per cento in termini reali rispetto all’anno precedente, registrando un -2,7 per cento. Sul calo ha sicuramente influito la dinamica dei redditi da lavoro. Seconod i dati Istat, le retribuzioni totali nette dei lavoratori dipendenti sono diminuite del 7,8 per cento a prezzi costanti, in linea con la media nazionale, risentendo della contrazione delle ore lavorate. La dinamica negativa del reddito disponibile è stata mitigata dalle misure pubbliche di sostegno ai lavoratori e alle famiglie.

L’incremento della disuguaglianza è da attribuirsi a quello dell’incidenza di individui in famiglie prive di reddito da lavoro, che era già più del doppio della media nazionale e di poco superiore anche a quella meridionale. La quota di individui in nuclei senza reddito da lavoro è cresciuta più intensamente tra le famiglie con persona di riferimento giovane e con titolo di studio basso, dove risultava già nettamente più elevata rispetto alla media nazionale.

RISPARMI E CONSUMI

Con la crisi pandemica c'è inoltre stato un notevole calo dei consumi dovuto a un aumento del risparmio delle famiglie. Quest’ultimo si è orientato in misura maggiore verso i depositi bancari, aumentati anche nelle classi di giacenza più contenute. I prestiti alle famiglie hanno rallentato, soprattutto per la forte decelerazione del credito al consumo.

La crisi sanitaria ha inoltre determinato una crescita degli individui che vivono in nuclei maggiormente esposti al rischio occupazionale. Tra le persone nei nuclei attivi, l’incidenza di quelle in famiglie a maggiore rischio, ossia con soli redditi da lavoro dipendente a tempo determinato o da trattamento di integrazione salariale, è cresciuta a circa l’8 per cento. L’incidenza degli individui in famiglie a minor rischio occupazionale (con almeno un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato non interessato da trattamenti di integrazione salariale) è invece diminuita nel 2020 al 54 per cento (68 in Italia).

Donatella Alonzi