A Napoli la prima Casa del Rider d’Italia: ecco come funzionerà

coverNasce a Napoli, all’interno della Galleria Principe presso la Bicycle House, la prima Casa del Rider in Italia. Si tratta del primo progetto del genere a livello nazionale e vede coinvolti l’Inail – Direzione regionale Campania, la Nidil Cgil Napoli e l’associazione Napoli Pedala, con il patrocinio morale della Presidenza della Camera dei Deputati e del Comune di Napoli.

Ce ne parla Luca Simeone, presidente di Napoli Pedala: “L’obiettivo è quello di coinvolgere i rider, questa figura venuta alla ribalta a livello nazionale con la pandemia, fondamentalmente sfruttata e sottopagata, in una serie di interventi tesi da un lato a sottrarli allo sfruttamento lavorativo delle multinazionali del delivery, dall’altro a convincerli a sostituire allo scooter la bici come mezzo di trasporto, nell’ottica di ridurre l’inquinamento”.

Lo scopo: sottrarre i rider alle logiche di sfruttamento delle multinazionali del delivery

A Napoli, secondo le stime dei promotori del progetto “Nuovi Lavori, nuove tutele”, girano mediamente 1200 rider, sottoposti alla stringente e avvilente logica dell’algoritmo, in base al quale devono correre da una parte all’altra della città, per inseguire una paga che definire guadagno è troppo. Per questo la casa offrirà un punto di riferimento, come sportello di consulenza legale, a chi tutti i giorni presta il servizio di delivery a condizioni lavorative ed umane inadeguate.

Al suo interno, ci sarà la possibilità di incontrare degli esperti di diritto - da qui il coinvolgimento da un lato dell’Inail per la parte legata obblighi di sicurezza dei datori di lavori, dall’altro della Cgil, per quanto riguarda l’assistenza legale, previdenziale e fiscale a queste “nuove” figure lavorative – cui i rider si potranno rivolgere in maniera gratuita.

Ma non solo. “La casa – spiega Luca Simeone – vuole rappresentare anche uno spazio vitale per questi lavoratori che se ne stanno appostati in giro per le strade e davanti ai ristoranti in attesa di conoscere il ‘destino’ delle loro consegne. Un luogo in cui i rider si possano riposare, ricaricare i device, incontrare per socializzare, confrontarsi ed elaborare la loro condizione di precarietà lavorativa”.

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Un progetto che va in direzione della transizione ecologica 

Il progetto prende piede, quando all’indomani del primo lockdown si incomincia a ragionare sulle condizioni lavorative dei rider in termini di diritti ma anche di danni ambientali sulla base delle evidenze scientifiche che dimostrano una stretta correlazione tra inquinamento e aumento del contagio da Covid, in piena pandemia.

“Il tema è anche quello di convincere i rider ad abbandonare il mezzo più utilizzato per i trasporti, ovvero lo scooter, le cui spese sono oltretutto a loro carico, in favore della bici a pedalata assistita, che non solo non inquina ma costa meno perché non prevede spese di carburante né assicurazione, oltre al fatto che permette di muoversi ovunque agevolmente, anche nelle zone a traffico limitato. Da qui – sottolinea Simeone - il coinvolgimento nell’iniziativa dell’associazione Pedala Napoli, che da anni si occupa in città di transizione ecologica, a partire dalla manifestazione Bike Festival, giunta alla sua decima edizione”.

Il problema è che nell’algoritmo del sistema delle multinazionali del delivery, spesso c’è una distanza enorme tra gli ordini di consegna. Per ovviare al problema, hanno calcolato i promotori, si dovrebbe far sì che si possano fare consegne in un raggio di massimo 7 km, distanza ottimale per il trasporto in bici.

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Come sarà gestito lo spazio all’interno della Galleria Principe di Napoli

In particolare, l’associazione Pedala Napoli, grazie a un contratto di servizio con l’impresa Bicycle House, gestirà in comodato d’uso lo spazio: una struttura di circa di 160 mq divisa su due livelli, in cui sono stati già fatti lavori di ammodernamento e adeguamento per farne uno spazio di lavoro, con delle postazioni pc, e una parte officina per la manutenzione delle bici. “Questo allo scopo di permettere ai rider di lavorare in condizioni di sicurezza ma anche di comfort, quindi con la postura giusta da tenere per non affaticarsi dopo lunghi percorsi in bici”, spiega Luca Simeone.

Il progetto, finanziato da Napoli Pedala e Inail, ha anche come obiettivo ultimo quello di fare in modo che nascano delle aziende locali che sposino questa filosofia eco e allo stesso tempo etica, rispettosa cioè dei diritti lavorativi e dell’ambiente: una sorta di delivery sociale. “Ci auguriamo che le persone possano arrivare a ordinare una pizza con un valore aggiunto, dovuto al fatto che nessun lavoratore è stato sfruttato per la consegna, anche se questo dovesse avere una piccola maggiorazione di prezzo, di cui si faranno carico consumatore e venditore”, conclude il presidente dell’associazione Napoli Pedala. 

L’inaugurazione della Casa 

La presentazione ufficiale del progetto nel suo complesso si terrà lunedì 29 marzo alle 16 in Galleria Principe di Napoli. All’iniziativa interverranno Adele Pomponio, direttore regionale Vicario Inail Campania; Alessandra Clemente, assessore al Patrimonio del Comune di Napoli; Luca Simeone, presidente Associazione Napoli Pedala; Cinzia Massa, segretaria Cgil Campania Napoli; Andrea Borghesi, segretario generale Nidil Cgil nazionale.

Maria Nocerino  

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