La Neapolis e il triangolo dell’accoglienza

Come ripartire dal turismo nel Centro Antico? Raffaele e Marco Iovinesono due imprenditori napoletani che non si sono arresi davanti alla Pandemia e hanno continuato ad investire in progetti turistici connessi al recupero dei monumenti e la riqualificazione degli spazi urbani della Neapolis. 

Lello e Marco Iovine sono albergatori atipici con una spiccata sensibilità per la cultura e l’arte e che si sono sempre impegnati per il recupero dei monumenti e per la riqualificazione degli spazi urbani. Hanno scommesso sul centro antico quando nessuno ci credeva aprendo il primo hotel a 3 stelle della città, per poi ampliare l’offerta turistica con progetti sempre più ambiziosi. Il loro slogan è “La cultura dell’accoglienza e l’accoglienza nella cultura”, grazie ad esso negli anni hanno superato brillantemente sfide difficili. Ascoltare la loro storia e i loro nuovi progetti trasmette speranza in questo momento così pesante anche per il turismo.

“La società progetto Neapolis nasce nel 1997 – racconta Raffaele - con l’obiettivo di realizzare un albergo tematico nel centro della città che affacciasse nella piazzetta della Pietrasanta con accesso dalla adiacente via del Giudice. In origine il gruppo era formato da due coppie di fratelli, poi si è scisso e oggi è formato solo da noi Iovine. Il Neapoli è stata la prima struttura a 3 stelle nel centro antico e il primo hotel completamente cablato d’Europa quando stava ancora nascendo il wi-fi. Abbiamo aperto nell’aprile del 2001, in anni in cui era difficile trovare un imprenditore che volesse investire nell’area particolarmente degradata di via dei Tribunali. Ma è stata nostra intenzione fin dall’inizio, di pari passo con il progetto commerciale, mettere in atto politiche di sviluppo locale. Infatti abbiamo recuperato la piazzetta Pietrasanta, non solo aprendo la locanda del Grifo, ma liberandola dalle ringhiere di ferro che delimitavano il perimetro della piazza e dai ragazzini che utilizzavano i monumenti come porte di calcio. La società ha finanziato il restauro della cappella del Cappuccio incastonata tra la Cappella Pontano e la Basilica della Pietrasanta, all’interno della quale abbiamo ospitato eventi culturali, concerti per i turisti. Colpito dall’impegno profuso il cardinale ci ha poi concesso in comodato d’uso l’intero complesso. (Leggi l’intervista a Raffaele Iovine sul Complesso della Pietrasanta)

Una scommessa rischiosa 

I primi anni sono stati difficili: “Abbiamo vissuto il periodo del degrado e dell’immondizia per strada – continua Raffaele -. Abbiamo dovuto combattere alcune forme di criminalità particolarmente penetranti nel Centro Storico come gli scippi ricorrenti. Ricordo scene incredibili con turisti che tornavano basiti col segno bianco sul braccio abbronzato e senza più orologio. Ci inventammo così l’orologio antiscippo che ancora oggi utilizziamo: prestiamo ai nostri clienti swatch di plastica da usare durante il soggiorno al posto di orologi di lusso che custodiamo in cassaforte. Un modo per dire: il problema esiste e va trovata una soluzione. Abbiamo affrontato processi contro scippatori, io ho denunciato un’estorsione che mi ha coinvolto personalmente 15 anni fa, abbiamo ospitato iniziative anti racket, abbiamo collaborato con le forze dell’ordine, messo a disposizione della polizia l’albergo per fare appostamenti antiscippo e anti droga. Chi ha investito nel centro storico dopo di noi riconosce che siamo stati noi ad aprire la strada alla lotta al degrado”.

La scommessa e lo sforzo degli imprenditori si è rivelata vincente: in quegli anni la domanda di accoglienza è impennata. La società Neapolis si è espansa prima orizzontalmente, fornendo nuovi servizi come la ristorazione e un garage a via Atri, e poi verticalmente creando più posti letto per far fronte alla domanda in crescita. Dopo pochi anni ha rilevato il Resort Belle Arti a via Costantinopoli 27 e il Portalba Relais, un piccolo hotel letterario a Port’Alba. Gli Iovine hanno di fatto creato un albergo diffuso in pieno centro antico che loro definiscono: il triangolo dell’accoglienza.

Neapolis oggi 

Oggi l’azienda ha rapporti consolidati con numerosi tour operator in particolare esteri e prima della Pandemia vantava spesso il tutto esaurito, complice il gusto nel design di interni e le vedute suggestive e inedite sulla città dei resort. Il Neapolis con i soffitti antichi in travi di legno affacciato sulla rinnovata piazzetta della Pietrasanta e con una veduta splendida su San Martino; il Port’Alba con il suo un gusto che mescola modernità e retrò, l’esposizione di libri che possono essere presi in prestito dai clienti, il recupero di oggetti antichi e vintage: dalle valige alle macchine fotografiche, ai mappamondi; il Resort Belle Arti con camere enormi e splendidi soffitti affrescati. In tutti e tre luoghi giovani artisti espongono nei corridoi e nelle sale comuni, come una vetrina, le loro opere che non di rado vengono acquistate dai clienti. Marco Iovine cura in particolare i tour organizzati in città secondo il tempo e le esigenze dei clienti a disposizione dei quali c’è anche un pulmino privato per raggiungere attrattive gettonate come il Vesuvio e Pompei.  

“Il nostro turismo è soprattutto culturale – spiega Marco -  ci rivolgiamo a chi vuole conoscere la città, prima della costiera e delle isole. Negli anni abbiamo vissuto l’inversione di tendenza che ha portato a Napoli i turisti che prima prediligevano la Costiera. Da sempre abbiamo lavorato soprattutto con Germania, Inghilterra, Francia, da de Magistris in poi anche molto con gli italiani. Ora sembra che si sta tornando a prediligere la costiera perché Napoli ha avuto una caduta dal punto di vista del decoro e delle infrastrutture: i trasporti sono poco diffusi e le corse insufficienti, venire a Napoli e muoversi in città è complicato, ci vorrebbe una metropolitana che passa ogni 2, 3 minuti e anche la sera. Ai turisti piacciono tantissimo le funicolari e sarebbe bellissimo se si rivalutassero le gradinate che scendono dalla collina del Vomero. Scendere via Palizzi è straordinario, ci sono scorci che eguagliano quelli della costiera, ma le gradinate non sono curate e dovere se non in alcuni punti dai singoli cittadini. Ogni volta che si insedia un sindaco si parla di grandi progetti esterni alla città, ma non c’è cura per il decoro del centro antico. Penso a San Gregorio Armeno che è trasandata o alla Doganella che bisogna attraversare nel tragitto dall’aeroporto ed è piena di buche o a Piazza Carlo Terzo che sarebbe bellissima se le aiuole fossero pulite e piene di fiori”.

Il restyling di piazza Miraglia 

“Il prossimo progetto che vogliamo realizzare è un albergo a tema musicale e, in accordo con il conservatorio, una struttura polifunzionale dove oltre i servizi di caffetteria e ristorazione abbia sala musica per le esibizioni dal vivo di musica jazz– ci anticipa Raffaele -. Il palazzo e i locali dell’ex ufficio postale adiacenti la chiesa di San Pietro a Maiella sottostanti ci sono stati concessi dalla congregazione religiosa dei servi di Maria. Abbiamo inoltre il progetto di riqualificazione della piazza e del vico San Pietro a Maiella che collega piazza Miraglia a via San Sebastiano e che attualmente è abbandonato e degradato per farne la via della musica. L’idea è creare gli impianti di videosorveglianza e illuminazione, e mettere la filodiffusione, decorandolo con street art a tema musicale e adibendolo per happening ed esibizioni dal vivo. Tutto ciò si sposa con il restauro dell’hotel nel quale le stanze saranno dedicate alla memoria degli antichi conservatori cittadini.

Purtroppo il palazzo dove realizzare il progetto è occupato da 5 anni da un movimento di senza tetto e noi auspichiamo che il Comune trovi per queste persone una situazione abitativa adeguata nel più breve tempo possibile anche perché l’edificio attualmente si trova in assoluto degrado e c’è un pericolo per la salute degli stessi occupanti. Il rischio inoltre è di perdere i finanziamenti e non poter realizzare questo ambizioso progetto di rigenerazione urbana che darebbe lavoro a oltre 20 persone.

Come il turismo può riprendersi nonostante la Pandemia 

Negli ultimi anni, prima della Pandemia il turismo a Napoli ha raggiunto percentuali straordinarie anche grazie alla promozione delle istituzioni e alle strategie di sviluppo dell’aeroporto di Napoli. Ma la Pandemia ha tagliato le gambe a tutti gli operatori.

“Da febbraio 2020 non abbiamo fatturato niente - dice Marco -, e il 2021 è peggiore del 2020.  Abbiamo perso fatturato per oltre il 95% e abbiamo ricevuto aiuti per il 2, 80%. Abbiamo i nostri nove collaboratori in cassa integrazione. Tuttavia si è parlato solo dei ristoratori perché hanno fatto più chiasso, gli albergatori sono rimasti in silenzio. Il problema è che un politico minimamente intelligente capisce che anche se non chiudi le attività se chiudi gli aeroporti e metti la zona rossa non arriva nessuno”.

Eppure la Pandemia può essere un’opportunità di ripartire da zero con regole nuove. Questa la nuova scommessa dei fratelli Iovine.

“La nostra strategia è offrire nuovi servizi e prezzi iper competitivi – conclude Raffaele -: bisogna organizzare offerte di breve e lungo periodo che convincano i tour operator a tornare ad investire in città. Si possono ad esempio vendere pacchetti in anticipo per i prossimi due anni. Noi lo stiamo facendo e anche se non abbiamo ancora riscontri soddisfacenti, non ci arrendiamo. Crediamo però che anche le istituzioni, Regione e Comune in particolare, debbano fare la loro parte con un grande investimento sul decoro e sull’immagine della città che deve presentarsi come una città bella e sicura. Speriamo, come ha annunciato Draghi che i fondi del recovery siano destinati al sud e al turismo. Intanto siamo in work in progress”.  

Alessandra Del Giudice