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venerdì 19 Aprile 2024




Che fine hanno fatto i migranti?

migranti unhcrNell’anno appena concluso l’attenzione generale si è focalizzata sulla pandemia i diritti dei migranti sono usciti dal dibattito pubblico. Ma quali sono state le politiche e le prassi messe in atto nel 2020 e cosa accadrà nel 2021?  Ne abbiamo parlato con Adele Del Guercio, insegnante di diritto dell’Unione Europea all’Università Orientale di Napoli, esperta di tematiche migratorie.

Qual è il bilancio del 2020 per quanto concerne le politiche e le prassi migratorie?

In quest’anno spesso ci sono stati atti lesivi dei diritti dei migranti passati quasi inosservati a causa dell’attenzione pubblica e mediatica concentrata sulla Pandemia. Migranti abbandonati a sé stessi nei centri di accoglienza dove il distanziamento fisico era complicato e privo di direttive. L’Italia che è stata dichiarata in modo pretestuoso porto non sicuro solo per le navi delle Ong e non per le altre. Un trattamento sanitario differenziato per la quarantena in nave dove l’assistenza sanitaria è stata complicata tanto che due minori non curati adeguatamente sono morti.

Qualche dato positivo lo abbiamo avuto con la legge 173 del 18 dicembre 2020 che ha modificato in parte il decreto Sicurezza: ha previsto la convertibilità del permesso per la protezione per calamità, per protezione speciale, per disastro ambientale e per cure mediche in permesso per lavoro cosa che agevolerà l’integrazione e la stabilizzazione delle persone. La legge ha previsto anche l’iscrizione anagrafica e l’inclusione nel sistema di protezione Sprar dei richiedenti di protezione internazionale, ipotesi che erano state eliminate dal decreto Sicurezza. È stato anche eliminato il riferimento alle quote fisse di lavoratori in ingresso. 

Un altro fatto positivo è che in parte è stata superata la normativa che sanzionava e criminalizzava le Ong che compiono i salvataggi in mare, uno dei capitoli più tristi degli ultimi anni. Lascia perplessi tuttavia che legge abbia ribadito che le Ong debbano “agire nel rispetto degli obblighi internazionali” che di fatto è ciò che hanno sempre fatto. D’altra parte la Convenzione del diritto del mare all’Art 98 stabilisce l’obbligo fondamentale alla solidarietà ovvero del soccorso incondizionato in mare che si è trasformato nella prassi in obbligo consuetudinario vincolante a prescindere per tutti gli Stati e per i comandanti delle navi e che l’Italia ha ratificato. Questa norma non andrebbe più messa in discussione.

Lascia molto perplessi che l’Italia continui a cooperare con la Libia per le operazioni di soccorso dal momento che gli abusi e le violenze della Libia sui migranti sono ormai note e registrate dagli innumerevoli report internazionali. La norma della Convenzione del diritto del mare che stabilisce di “andare alla ricerca di uno sbarco sicuro per mettere in salvo le persone” escluderebbe la Libia che non può essere tale, ma di fatto non è così. 

Va apprezzata la giurisprudenza italiana che con una serie di sentenze sta provando a dare attuazione agli obblighi internazionali vincolanti per le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, operazioni alle quali tuttavia sono venuti meno oltre l’Italia anche tutti gli altri Stati europei. Infatti in mare oggi ci sono solo le ONG che sono sovra governative.

D’altra parte anche la politica europea sembra fare passi indietro. Il 23 settembre la Commissione Europea ha pubblicato un documento su Immigrazione e Asilo con gli obiettivi dei prossimi 5 anni. Nel documento si parla di “pre screening alle frontiere” in base al paese di provenienza, ad esempio se povero o in guerra. Si tratta di una procedura discriminatoria perché non tiene conto dei reali bisogni di protezione delle singole persone come vorrebbe il diritto di asilo che è individuale. Solo per fare qualche esempio di profili individuali possiamo pensare a chi è gay in un paese omofobo o ad una donna che fugge da un paese in cui sono previsti matrimoni forzati.

Nel documento ci sono alcune note positive come il fatto che si può ottenere la carta di soggiorno dopo 3 anni e non più 5. Ma il quadro generale è quello di bloccare le partenze già nel paese di origine. Si resta vincolati all’idea che esistano migranti meritevoli e non meritevoli. Non si considera che chi parte lascia con grande sofferenza emotiva e con grandi sforzi pratici tutto per riavviare un progetto di vita e non dovrebbe essere giudicato sia se lo fa perché è in pericolo di vita sia perché ha una vita molto povera e senza prospettive probabilmente a causa degli squilibri economici mondiali. Direi che le grandi dimenticate nel 2020 sono state le persone.

adele del guercio

Quali sono gli auspici per il 2021

  • L’Italia dovrebbe sospendere la cooperazione con la Libia che non è un paese sicuro come hanno ribadito UNHCR, Nazioni Unite, Consiglio d’Europa, Organizzazione Interazionale delle Migrazioni e persino il procuratore della corte penale interazionale che ha aperto un’inchiesta per crimini internazionali commessi dalla Libia per le violazioni dei diritti umani dei migranti; l’inchiesta riguarda anche Italia e Unione Europea per complicità.
  • Bisognerebbe impegnarsi nel Mediterraneo con operazioni di ricerca e soccorso per evitare che ci siano naufragi come quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e mettere fine al processo di criminalizzazione delle Ong e riconoscere ruolo che stanno svolgendo nel Mediterraneo.
  • Bisognerebbe intervenire sulla normativa per prevedere canali di ingresso legali in tutti i paesi Europei dal momento che i maggiori rischi di morire e subire violenza per i migranti si corrono nei percorsi illegali. E bisognerebbe anche smettere di incolpare chi non ha i documenti dal momento che la Convenzione di Ginevra stabilisce che chi migra per chiedere asilo anche senza documenti non va criminalizzato.
  • Ci dovrebbe essere un cambiamento anche nelle politiche migratorie della Commissione Europea che dovrebbero mettere al centro le persone.

Il diritto degli esseri umani ad essere liberi e ad avere una vita dignitosa dovrebbe essere scontato. Eppure non lo è. Come si può far comprendere alle persone e soprattutto alle istituzioni che si sta sbagliando rotta?

Consentire alle persone di migrare non è soltanto un imperativo etico, ma è già un diritto umano prescritto dalle norme internazionali. Basti pensare che l’Italia ha una delle costituzioni più garantiste nei confronti diritto d’asilo del mondo. Il nostro Articolo 10 fu voluto dai partigiani che si erano opposti al fascismo ed erano fuggiti in altri paesi e che tornati in Italia hanno voluto affermare quanto sia fondamentale dare accoglienza a chi lotta per la libertà.

Alessandra del Giudice