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venerdì 29 Marzo 2024




L’anno che verrà

Un anno dalla parte delle famiglie, dei ragazzi delle periferie, delle persone Lgbtq, delle donne. Ecco cosa è successo e le prospettive per il 2021.

valentina de giovanni

Valentina de Giovanni

Presidente AMI Associazione Matrimonialisti Italiani

Sezione di Napoli

Che anno è stato il 2021 per le famiglie?

Tempi duri, durissimi per le famiglie. Il 2020 ha portato un incremento della violenza intrafamiliare del 70% rispetto all’anno precedente. Evidentemente il lockdown ha inciso notevolmente e l’impatto su equilibri già precari si è rivelato devastante. Le famiglie hanno risentito fortemente della crisi economica e delle complicazioni connesse alla compressione degli spazi di ciascuno con il risultato di vedere implodere i nuclei già in difficoltà. La pandemia ha così determinato una spaventosa emergenza familiare caratterizzata dall’aumento dei femminicidi (19%) e della violenza in famiglia, in particolare contro donne e bambini. Si calcola inoltre un aumento del 30% del numero delle separazioni in Italia.  Ma anche le famiglie non colpite dalla piaga della violenza si sono dovute misurare con la grave crisi economica, con la perdita di persone care, di quei nonni che tanto hanno contribuito  alla crescita dei figli, con la DAD e con le conseguenti difficoltà organizzative, con il disagio di adolescenti privati della loro socialità. Tutte circostanze difficili da gestire nelle quattro mura domestiche e senza il supporto di uno stato sociale solido.

Cosa dobbiamo aspettarci dal 2021?

Difficile immaginare che l’attuale situazione e tutte le gravi problematiche che ne scaturiscono siano di pronta soluzione, per cui immagino che il 2021 sarà un anno in cui dovremo dare il massimo tutti, ciascuno nel proprio ambito umano, culturale e professionale puntando alla piena realizzazione della solidarietà umana che viene richiesta in momenti difficili come quello che stiamo affrontando.

cesare moreno

Cesare Moreno

Presidente Associazione Maestri di Strada

Un bilancio del 2020 dalla parte dei ragazzi delle periferie.

Abbiamo affrontato il Coronavirus senza perderci d’animo. Lo scorso febbraio stavamo mettendo in moto la procedura per iniziare i lavori nella scuola Lotto G di Ponticelli con 24 aule che abbiamo avuto in comodato d’uso e che versava in uno stato pietoso: stavamo approntando la vigilanza e facendo dei lavoretti per evitare che piovesse nelle aule. Quando è iniziato il lockdown abbiamo capito che era necessario stabilire un filo diretto con i circa 70 ragazzi della IV Municipalità e della zona orientale che seguiamo per il progetto contro la dispersione scolastica dell’assessorato all’istruzione. Così è nato “I Coronauti” con il quale abbiamo iniziato a seguire i ragazzi via web. Grazie ad un incontro con la direttrice generale del Ministero della Pubblica Istruzione Giovanna Boda in cui spiegai che bisognava andare ad incontrare di persona i ragazzi che non erano raggiunti dalle tecnologie il progetto I Coronauti è stato finanziato e a inizio aprile abbiamo subito iniziato ad andare con un camioncino palazzo per palazzo a consegnare a domicilio i “Pacchi viveri per la mente” pretesto per avere incontri sia con i ragazzi che con le famiglie da vicino e poi attraverso il telefono e il web. E i ragazzi che non hanno un pc o non possono connettersi da casa sono stati invitati a venire in sede dove abbiamo organizzato delle postazioni distanziate con tablet e connessione: vengono a rotazione 100 giovani che non hanno i mezzi tecnici per realizzare la dad a casa o che per motivi caratteriali non riescono a reggerla. Il numero totale dei ragazzi che seguiamo si è triplicato: abbiamo raggiunto 200 ragazzi che rischiavano di essere tagliati fuori. Insieme con i ragazzi abbiamo realizzato anche il “Rap della Quarantena” e diverse produzioni televisive on line che i ragazzi hanno utilizzato come portfolio e a fine anno abbiamo celebrato la chiusura del percorso scolastico con un rito di conclusione in presenza. L’assessore comunale all’Istruzione Annamaria Palmieri ci ha chiesto di fare i campi scuola nell’ambito del progetto “Seconda stella a destra” nel quale abbiamo coinvolto 100 ragazzi in attività all’aria aperta.

Un auspicio per il 2021

Entro la fine di gennaio contiamo di inaugurare ufficialmente l’edificio di Ponticelli perché siamo riusciti a risolvere le perdite ed eliminare le infiltrazioni. Il nostro auspicio è rilanciare le attività e mettere a disposizione la struttura per continuare il contenimento del disagio più grave perché temiamo che le scuole continueranno a restare almeno parzialmente chiuse. C’è bisogno di aiutare i genitori e i ragazzi ad affrontare questa situazione pesante. In generale penso che il Comune di Napoli abbia cercato di fare il possibile nel 2020 per tamponare la soluzione, ma il problema è che l’intera società non ha capito che bisognava fare di tutto per riaprire le scuole. Stiamo combattendo contro questo danno colossale. Ci vorranno anni. Nelle fabbriche le istituzioni ci hanno creduto, nelle discoteche ci hanno creduto, negli ospedali ci hanno creduto, nella scuola no. I ragazzi, i cittadini, gli insegnanti sono in grado di far funzionare la scuola senza che diventino focolai. Il discorso è di avere fiducia nei confronti di un’istituzione portante per la società come quella della scuola. L’auspicio è quindi che riapra subito.

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Carlo Cremona

Presidente associazione I Ken

Un bilancio del 2020 per i single e le famiglie Lgbtq.

Il mio bilancio non è per nulla disastroso. Siamo molto soddisfatti per l’I Ken: abbiamo raccolto i frutti del 2019, il progetto “Questa casa non è un albergo” della casa rifugio in un bene confiscato è stato finanziato con 450mila euro grazie al bando Fermenti del Dipartimento della Gioventù con il quale implementeremo le risorse e i servizi. Durante il lockdown è stato il punto di riferimento per tante persone Lgbtq in difficoltà e per 60 famiglie che abbiamo sostenuto con oltre 400 aiuti alimentari.  Poi abbiamo realizzato Omovies che quest’anno ha coinvolto 63 opere filmiche da tutto il mondo e ci ha permesso di offrire lavoro a più persone tra le quali una ragazza trans di 20 anni che aveva perso lavoro il giorno prima del lock down e con  noi è diventata uno dei punti di riferimento della comunità. Sono storie come la sua o quella di Valentino cacciato di casa 2 anni fa e oggi sereno e sorridente che ci danno speranza sulle opportunità di cambiamento e crescita personale adeguatamente sorrette.

Auspici per il 2021

Per noi è quello di continuare a mettere al centro le azioni e i fatti. L’anno inizia sotto una buona stella perché il Mibac e il Miur ci hanno finanziato quello che sarà il primo festival scolastico al mondo Lgbtq contro violenza di genere e la misoginia che terremo a maggio 2021, speriamo in presenza, all’interno delle scuole. Dobbiamo sempre più pensare che i giovani della comunità Lgbtq siano uguali agli altri e non vadano privilegiati, ma sostenuti se in difficoltà come tutti: dobbiamo concorrere insieme per fare risorgere Napoli. Mi auguro che gli investimenti pubblici vadano sempre più nel senso di offrire posti letto ed opportunità di lavoro a chi è vittima di maltrattamenti, è discriminato o è cacciato di casa. Penso a case popolari, a fitti calmierati, a creare possibilità per le persone di sopravvivere con un lavoro stabile, distribuire a chi meno ha il più possibile.

Immagino una vita diversa che al momento possiamo solo vedere nei sogni. Il nostro proposito e auspicio è fare, oltre la teoria.

elisabetta riccardi

Elisabetta Riccardi

Presidente Associazione Le Kassandre

Un bilancio del 2020 dalla parte delle donne.

Il bilancio è negativo perché purtroppo le situazioni di emergenza segnano grandi passi indietro nei diritti, soprattutto per le categorie più fragili tra cui le donne. Sono loro che pagano il prezzo più alto perché la gestione degli impegni famigliari è diventata ancora più pesante con l’emergenza Covid-19, in una società ancora molto patriarcale, con situazioni lavorative precarie diffuse. Le donne avranno più difficoltà a ritrovare il lavoro e subiranno le maggiori conseguenze di questo anno nefasto.

Quali i disagi maggiori?

A partire da luglio 2020 sono stati chiusi tutti i centri antiviolenza comunali. Dopo un’iniziale preoccupazione delle istituzioni rispetto alla situazione delle donne richiuse in casa in situazioni conflittualità se non di violenza, che sarebbe potuta precipitare e peggiorare, si è risposto con una chiusura dei centri antiviolenza per mancanza di fondi: indice di come questa tematica sia stata posta in secondo piano. Ne hanno pagato le conseguenze le donne che si sono trovate a non avere servizi adeguati: sia per quanto riguarda gli sportelli antiviolenza che le case rifugio. Così la situazione è ricaduta sulle associazioni che a titolo volontario o con pochissimi fondi propri hanno cercato di sopperire alle tantissime richieste di aiuto in un momento in cui le stesse operatrici, come tutti stavano vivendo le difficoltà della pandemia.

Il dato positivo è che  associazioni come Le Kassandre, Arci donna, Dreamteam, associazione Maddalena, la cooperativa Dedalus sono state unite nel denunciare la situazione sollecitando assieme al movimento Non una di meno l’attenzione delle istituzioni su questa grave mancanza. Al momento non si sa se e quanti fondi siano stati allocati e devono ancora partire i bandi per le case di accoglienza e i centri antiviolenza comunali. Ci sono stati tanti proclami e sono stati convocati dei tavoli di concertazione ma ancora non è accaduto nulla.

Un auspicio per il 2021 e per le donne

Ripartirei dal lato positivo di esserci unite tutte le associazioni insieme. Mi auguro che questa situazione di emergenza che ha così segnato i rapporti umani possa invece rafforzare i legami dal basso e creare nuove possibilità di collaborazione e apertura per affrontare in modo strutturale la problematica della violenza sulle donne. Mi auguro che le istituzioni si rendano conto che vanno moltiplicati i posti nelle case di accoglienza e che bisogna rafforzare gli sportelli stabilizzando le risposte.

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