La cultura incide sul benessere fisico delle persone

hand 3672941 960 720La cultura incide sul benessere fisico e psichico delle persone, lo dice la scienza. Del resto, ci sono paesi in viene usata come farmaco: in Canada, il medico può prescrivere visite gratuite ai musei, in Finlandia ad ogni paziente che entra in ospedale è proposto un programma culturale.

L'Italia si sta adeguando, lentamente, associando il welfare, il benessere, alla cultura che assume una importanza particolare quando si tratta di persone fragili, anziani e disabili. Se ne è parlato stamattina nel corso del webinair proposto dalla cooperativa sociale Eco, in cui i vari interlocutori, delle istituzioni, dell’università e del terzo settore, sono stati concordi nell’osservare quanto sia necessario creare un collegamento sempre più forte tra sociale e sanitario per rilanciare tutte quelle esperienze culturali, come musica e teatro, che fanno bene alla salute: in questo modo, notano gli esperti, si potrebbe anche ridurre la spesa sanitaria.

"Il welfare è un motore che può, costruire e sviluppare energie utili a costruire una struttura sociale inclusiva. Siamo abituati a parlare di politiche sociali pensando ai bisogni primari, ma, non è meno importante pensare che le persone debbano star bene anche associando il welfare alla cultura e, in un momento in cui la Regione Campania deve programmare fondi per la next generation, si dia respiro a tutte le attività che partiranno da queste risorse". Ha spiegato l’Assessore all'Istruzione, Politiche Giovanili e Politiche Sociali della Regione Campania, Lucia Fortini, in occasione del seminario on line organizzato dalla cooperativa Eco di Sofia Flaùto e moderato dal Presidente dell’Ente Geopaleontologico di Pietraroja di Benevento Gennaro Santamaria.

Approcciarsi alle forme dell'arte e della cultura nobilita l'animo delle persone e, secondo un rapporto dell'Oms che raccoglie 3000 studi in 900 pubblicazioni l'arte, la cultura l'esposizione alla bellezza hanno un impatto positivo sulla longevità e la salute fisica e mentale. In particolare, ha sottolineato il professor Enzo Grossi, docente di cultura e salute presso l’Università degli Studi di Torino - Facoltà di Medicina, "chi ha intensa partecipazione culturale con 80 occasioni di ingaggio l'anno guadagna dai 10 a 15 anni di vita ed è protetto da Alzheimer e cancro delle malattie degenerative".  La crescita di filoni di ricerca scientifica riguardanti il modello biopsicosociale, il benessere, la bellezza, lo stress, hanno reso sempre più correlato il nesso causale tra arte, cultura e salute. "Grande possibilità di ausilio si ha in aree dove non ci sono farmaci, come l'autismo e l'Alzheimer dove l'art therapy è importante" prosegue Grossi che ricorda l'uso della musica a scopo analgesico o le teorie di psicologia ambientale che hanno ispirato gli interventi sugli ospedali di Mestre o di Firenze.

La provocazione del professor Pierpaolo Forte, Professore ordinario di Diritto Amministrativo dell’Università del Sannio (BN), è quella di come scegliere l'arte, ricordando la legge 717 che prevede il principio secondo il quale il “2 per cento” delle somme destinate alla costruzione di “edifici pubblici”, deve essere destinato obbligatoriamente “all'abbellimento di essi mediante opere d'arte". "Legge arretrata perché percepita come fornitura di decoro". Ma Tutta l'arte può essere utilizzata come benessere? Necessario per il professor Forte che operatori sanità e mondo della cultura acquisiscano competenze su entrambe le conoscenze.

Da qui la testimonianza del dottor Federico Russo, Medico Psichiatra e Psicoterapeuta dirigente UOC ASL Roma 1, che ha tradotto la teoria in esperienza pratica con la creazione de “Lo Spiraglio”, film festival della Salute Mentale, oppure le guide all'opera d'arte che venivano dalla riabilitazione psichiatrica.  “Il cinema – sottolinea - racconta meglio di quanto facciamo noi psichiatri la salute mentale perché si basa sull'esperienza pratica”

Gianluca Lioni, portavoce del Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, ha auspicato "maggiori scambi tra politiche culturali e assistenziali, ambiti che talvolta camminano a compartimenti autonomi", mentre la dottoressa Anna Maria Silvestri: Psicologa e Psicoterapeuta Asl Na2 Nord, ha auspicato come "questi interventi possano abbattere i costi dell'assistenza sanitaria agganciandoli a interventi ugualmente terapeutici e pensando alle spese degli psicofarmaci”

“L’obiettivo di confronti come questo - sottolinea Sofia Flaùto -  è quello di creare, in sinergia con i grandi professionisti coinvolti, delle linee guida che conducano ad un protocollo operativo comune e condiviso, tra le politiche sociali e gli organi meritevoli del terzo settore, del mondo accademico e della ricerca, dell’associazionismo e del privato sociale profit e non profit, che contempli la fruizione e la produzione della cultura come intervento essenziale da garantire a coloro i quali sono eleggibili ai livelli essenziali di assistenza, quali anziani e disabili di ogni età. In altri termini, prevedere tra gli interventi principali da assicurare per i servizi alla persona, le visite nei luoghi di interesse culturale, la fruizione della cultura popolare e locale (partecipazione a sagre, feste), la creazione di “spazi dedicati al tempo” territoriali. Tali interventi potrebbero evolvere dalla condizione di essere opzionali e migliorativi di un servizio, all’essere essenziali al benessere della persona/utente”. 

La cooperativa Eco

La cooperativa sociale Eco opera dal 1998 sul territorio campano erogando servizi pubblici e privati a favore delle fasce deboli. Ascolto attivo, centralità sulle risorse del soggetto, protagonismo delle famiglie, comunicazione chiara e trasparente, professionalità, flessibilità e innovatività, oggettività e compilazione puntuale della documentazione di servizio sono alcune delle strategie che guidano il percorso di presa in carico dell’utenza.

Maggiori informazioni sul sito www.cooperativaeco.it