Rugby a tempo di covid: nessun bambino resti indietro

copertina rugbySocializzazione, spirito di squadra, movimento fisico, adrenalina. Tutto ciò che manca terribilmente ai bambini e ai ragazzi obbligati a studiare davanti al pc il rugby, sport rivoluzionario e solidale ce l’ha. Abbiamo intervistato un allenatore e un papà per capire come le due squadre partenopee Amatori Napoli e  Partenope cercano di continuare a offrire ore di libertà e condivisione ai loro allievi e quanto questa possibilità sia fondamentale.

Il Rugby nasce nel 1823 in Inghilterra da un atto rivoluzionario compiuto dal giovane William Webb Ellis, che durante una partita di calcio giocata alla Public School di Rugby, cittadina del Warwickshire,  prese la palla con le mani e cominciò a correre fino alla linea di fondo dove depositò la palla. Pare rivoluzionario anche adesso a tempo di covid poter dare ai ragazzi l’opportunità di fare sport, ma in realtà i vari dpcm non escludono le attività all’aria aperta a patto di, ad esempio, rispettare la distanza di 2 metri, non usufruire degli spogliatoi, sanificare le aree sportive. In ottemperanza a queste norme riprendono proprio questa settimana gli allenamenti le due squadre di rugby napoletane che sembrano strategicamente posizionate agli estremi della città per dare la possibilità ai bambini di praticare il rudby : L’Amatori Napoli nell’ex Base Nato di Bagnoli e la Partenope nello Stadio Militare Albricci a corso Malta.

“I tesseramenti sono aumentati in tempo di covid con le palestre chiuse- racconta Dario Calapai, presidente della Partenope Rugby Junior, che comprende bambini dai 5 agli 11 anni– . Per i ragazzi è fondamentale fare attività fisica in questo momento, sia per rafforzare le difese immunitarie, sia per avere un’alternativa alla casa:  da noi si sfogano e vivono la dimensione relazionale che gli è preclusa. Per questo abbiamo scelto di riprendere gli allenamenti appena è stato possibile, con tutte le precauzioni necessarie: anche il pallone individuale. Ovviamente ci sono molte limitazioni, non si può giocare a rugby perché il contatto è ovviamente interdetto in questo momento, tuttavia abbiamo ideato dei percorsi di allenamento con l’utilizzo di aste, bandiere, conetti, ostacoli; in questo modo i ragazzi si divertono e mantengono linee guide del distanziamento”.

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Disciplina, spirito di squadra, solidarietà, rispetto delle regole, lealtà sono alcuni dei valori fondamentali del Rugby . “Questi sono i principi su cui incentriamo il percorso educativo dei ragazzi- continua il Mister- Creiamo un grande entusiasmo eppure sembra che questo non venga riconosciuto dalla collettività. E la solidarietà oltre che in squadra la portiamo in ogni nostra scelta: con una retta mensile di 30 euro accessibile alla maggior parte dei bambini e delle agevolazioni speciali per i bambini particolarmente disagiati che favoriamo nella massima discrezione. Contemporaneamente abbiamo attivato diversi partenariati sociali con associazioni che si occupano di bambini deprivati come la Casa dei Cristallini che porta ad allenarsi da noi bambini e bambine gratuitamente. E due anni fa abbiamo inaugurato un campo realizzato in un’ex discarica di Barra vicino la scuola media Solimena dove accogliamo i bambini delle scuole elementari e medie di Napoli Est. Il progetto è di grande impatto educativo.

E’ nell’anima del rugby la missione sociale. Ricordo ancora con grande emozione un progetto ambizioso e indimenticabile che realizzai con l’Amatori Napoli Rugby -dove ho fatto la mia prima esperienza napoletana come consigliere dopo aver girato l’Europa insieme al rugby- nell’Istituto di Nisida con un sostegno della fondazione Laurius dal 2007 al 2009. All’inizio ci presero per pazzi, ma mettemmo su una bella squadra e all’inaugurazione vennero anche i capitani delle squadre dell’Argentina, della Nuova Zelanda oltre che dell’Italia”.

La Partenope ha anche realizzato insieme al direttore di Capodimonte un campo pubblico nel parco della Reggia che purtroppo è momentaneamente inagibile a causa di un temporale, ma che a primavera sarà riaperto. Ricapitolando la Partenope, che si trova in via Generale Francesco Pignatelli 28, ha più squadre: la mista degli junior fino a 11 anni, la under 14 e la under 16 che si allenano il martedì e il giovedì e due sabati al mese, la squadra femminile e poi i senior, dai 18 ai 42 anni che attualmente sono in serie B. La retta mensile è di 30 euro più 30 di iscrizione. Per iscrizioni e contatti info: https://www.facebook.com/rugbynapoli

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L’altra squadra napoletana di Rugby è la Amatori Napoli e si allena nell’area nord della città nel Villaggio del Rugby nell’ex base nato di Bagnoli, conta quasi 500 iscritti e, a dispetto del nome, è in serie A che ha tantissimi corsi e squadre: under 4 , 6, 8, 10, 12, 14, 16, fino a 18. Poi la Nesis femminile fino a 12 anni, la Papa touch che prevede un allenamento simile al rugby, ma senza placcaggio: i papà si toccano solo con le mani per un rugby soft. L’allenamento per bambini e ragazzi di solito è 3, 4 volte a settimana. Inoltre di tanto in tanto si svolgono allenamenti a cui sono invitati a partecipare i genitori così che comprendano la fatica e il divertimento dei figli.

Anche la Amatori riprende gli allenamenti con un Open Day aperto a bambini e famiglie vecchie e nuove per testare la voglia di mettersi in gioco sabato 14 novembre. 

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“Da quattro anni la Amatori si allena nell’ex campo di football americano- racconta Gino Piscopo, papà di Luigi che a 11 anni ne ha trascorsi più della metà in campo-. Da metà ottobre i bambini non andavano a causa delle disposizioni, ora il Coni ha dato il via libera. Hanno sofferto molto per la mancanza dell’attività fisica. Noi genitori non possiamo essere presenti h 24 così li lasciamo ad autogestirsi parte della giornata e loro se non sono stimolati dall’impegno di allenarsi si impigriscono e finiscono per trascorrere il tempo davanti al pc o alla tv. E, proprio per non abbandonarli l’allenatore Rodolfo Antonelli li ha allenati da remoto a casa”.

Certo non è la stessa cosa: il rugby è uno sport di socializzazione per eccellenza basti pensare che la Amatori è dotata anche del Club House, un bar pub per il “terzo tempo” ovvero dopo i due tempi della partita i giocatori delle squadre avversarie bevono birra, mentre i piccoli invitano al pranzo cucinato dai genitori i bambini della squadra ospite. Grande competizione, ma anche grande socializzazione, insomma.

Anche la Amatori ha costi sociali: 30 euro al mese e sconti per il 2 e 3 figlio e applica una politica attenta ai problemi sociali.

“Il rugby è uno sport povero: la gestione ha costi limitati- spiega l’ingegnere Piscopo-. Anche in serie A i giocatori non guadagnano. E’ uno sport basato sul sostegno e la lealtà. Quando sono andato alle partite di mio figlio ho assistito a scene da libro cuore: ragazzi che alzano gli avversari se si fanno male, ragazzi che annullano la propria meta perché non era una meta. E’ uno sport dai principi sani proprio perché non è legato al danaro. E’ inoltre uno sport democratico ed egualitario: non conta la conformazione fisica, nessuna tipologia è esclusa, c’è il grosso che sta in prima fila, i bambini più magri possono stare nelle parti tecniche, nelle ali ci vuole un corpo atletico e veloce. Anche un bimbo più cicciottello non si sente discriminato. Un’altra cosa positiva è che fino a 14 anni bambini e bambine giocano insieme e questo è importante per superare i pregiudizi di genere. C’è disciplina e lealtà anche perché se non segui le regole ti fai male e fai male, perciò è raro che ci sia un’azione volontariamente violenta.

Si può dire, con un gioco di parole che “Nessuno resta indietro” perché nel rugby in realtà tutti stanno dietro la palla che si passa indietro, quindi nessuno è mai più indietro degli altri”.

Info Amatori Napoli: https://www.facebook.com/NapoliRugby 

Alessandra del Giudice