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venerdì 19 Aprile 2024




Il manifesto della Fish per le regionali

wheelchair 1629490 960 720La FISH Campania (Federazione Italiana Superamento dell'Handicap) e le sue organizzazioni aderenti, in vista delle prossime elettorali regionali, hanno elaborato il Manifesto delle persone con disabilità e delle loro famiglie in occasione delle elezioni regionali in Campania dal titolo “LA PERSONA AL CENTRO: Autodeterminazione, autonomia, indipendenza per le persone con disabilità e le loro famiglie.

“Ci rivolgiamo a chi si è candidato per andare a governare la nostra Regione, dichiarano dalla Fish Campania, chiedendo a gran voce che in questa campagna elettorale la disabilità non deve essere strumentalizzata per solo fini elettorali, ma che le politiche per le persone con disabilità e le loro famiglie devono essere al centro dell’agenda istituzionale quotidianamente. E “necessario, continuano dalla Fish Campania, un cambiamento delle politiche rivolte alle persone con disabilità e alle loro famiglie ancora oggi incentrate nell’ambito assistenzialistico e sanitario, attraverso lo strumento della concertazione reale con le Federazioni e Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro famiglie più rappresentative, applicando concretamente lo slogan “NULLA SU DI NOI SENZA DI NOI”. Politiche unitarie, autonomia, vita indipendente, de-istituzionalizzazione, autodeterminazione, livelli di assistenza accessibili e continuativi, politiche del lavoro, mobilità, trasporti, sostegno alla famiglia e al lavoro di cura, istruzione ed educazione, trasparenza negli atti pubblici: sono questi i punti fondamentali del Manifesto elaborato FISH Campania, del quale proponiamo in calce un’ampia sintesi.  

Sintesi del Manifesto sulla condizione delle persone con disabilità e le politiche della Regione Campania, proposto da FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

  1. Adottare una Politica sulla Disabilità unitaria: condivisa con le Federazione ed Associazioni più rappresentative delle persone disabili e delle loro famiglie, ed attuativa della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità legge n.18 del 2009. La disabilità fa parte delle politiche ordinarie (secondo il principio del mainstreaming) dell'Ente con attenzione specifica alla rilevanza della condizione dei cittadini disabili in tutti gli ambiti in cui questo opera e non si perseguano politiche di separatezza e settorializzazione. Proponiamo l’istituzione di un Organismo Regionale sotto la presidenza della Giunta Regionale, che faccia da raccordo con il Consiglio Regionale, con tutti gli Assessorati Regionali e con l’Osservatorio Regionale delle Persone con Disabilità.

  2. Attuare politiche che favoriscono l’autonomia, la vita indipendente e il “dopo di noi” per favore i processi di de istituzionalizzazione delle persone con disabilità in Campania: la Regione Campania ha approvato l’Avviso pubblico rivolto a persone con disabilità senza il necessario supporto familiare in attuazione della Legge 22 giugno 2016, n. 112, con il Decreto Dirigenziale n.2 del 12/01/2018, introducendo la progettazione personalizzata. Riteniamo necessario che bisogna continuare con questa tipologia di interventi, che favoriscono la domiciliarità, il mantenimento di tutta l’autonomia possibile, lo sviluppo dell’autonomia personale, l’inclusione nella propria comunità di riferimento, la libera scelta da parte della persona disabile e della famiglia, ma è necessario istituire un fondo regionale per il dopo di noi, per la vita indipendente e la non autosufficienza. Chiediamo che la Regione Campania finanzi progetti di co-housing, con i fondi della legge 11/2016, attraverso un bando regionale rivolto agli Enti del Terzo Settore. Inoltre urge una modifica della legge regionale 11/07, adeguandola alla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità e alla Riforma del Terzo Settore. Urge anche un nuovo regolamento di concertazione con il Terzo Settore e le Associazioni delle Persone con Disabilità, visto che in questi 5 anni il confronto con il Terzo Settore è stata molto carente e frammentato. Inoltre la va rivista la forma associativa degli Ambiti Sociali, in molti territori i servizi sono inesistenti. Chiediamo che venga riconfermato il fondo per la compartecipazione alla spesa per i servizi socio-sanitari.

  3. La politica non può continuare a considerare la salute un "diritto finanziaria­mente condizionato" ma deve impegnarsi a garantire livelli assistenziali accessibili e continuativi:

    anche questa Amministrazione Regionale non ha saputo garantire i LEA e il diritto alla salute, inteso come diritto all'integrità psico-fisica e a vivere in un ambiente facilitante. La politica regionale, oltre ai ritardi relativi ai servizi puramente sanitari, in questi anni, non è stata in grado di realizzare un sistema sociosanitario unitario e coerente alla CRPD in grado di armonizzare l’offerta strutturata della sanità con quella flessibile e polifunzionale del sociale. Porta unica di accesso (PUA), unità di valutazione integrata (UVI), strumenti di valutazione (SVAMA/SVAMDI), budget di salute vanno ridefiniti sulla base dei principi della CRPD. Potenziare il diritto alla salute e alla riabilitazione per le persone con disabilità, eliminando le liste di attesa definitivamente. Inoltre chiediamo l’istituzione di un unico tavolo per quanto riguarda le disabilità intellettive e i disturbi del neuro-sviluppo. Venga inoltre affrontato il discorso dell’Unità Spinale, che ad oggi ancora non ha visto una soluzione concreta.

  4. Potenziare le politiche del lavoro per le persone con disabilità: l’inclusione sociale passa attraverso una piena e buona occupazione. In una situazione molto seria del mercato del lavoro, il tasso di inoccupazione delle persone con disabilità assume toni davvero drammatici: si stima che quasi l’80% di esse siano prive di un lavoro. Chiediamo di rifinanziare il fondo per il diritto al lavoro, finanziato in questo ultimo anno e di continuare con l’attuazione di politiche attive per le persone con disabilità e di rendere i Centri per l’impiego sempre più a misura per le persone con disabilità.

  5. Aumentare la qualità della mobilità urbana, dei trasporti, dell’abitare in funzione del diritto di cittadinanza: rifinanziare con fondi regionali la legge 13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche in edifici privati, ancora non finanziata da molti anni dalla Regione Campania. In ambito edilizio va elaborata una riforma normativa che parta dalla declinazione dei principi e delle prescrizioni della Convenzione Onu e cioè dalla progettazione universale, quella che è in grado di accogliere le esigenze di mobilità di tutte le persone con disabilità.

    Chiediamo che la Regione Campania si faccia carico con l’Assessorato ai Trasporti e alle Politiche Sociali, del trasporto per le persone con disabilità che devono usufruire dei vari servizi sociali e socio-sanitari. Facciamo presente che le aree interne della nostra Regione sono sprovviste di servizi di trasporto pubblico e/o sono inaccessibili e spesso sono le famiglie a farsi carico.

  6. Istruzione ed educazione: promuovere la rilevazione dei bisogni attraverso la conoscenza del numero degli alunni con disabilita che frequentano e che frequenteranno  la scuola a partire dall’asilo  nido ad arrivare fino all’Università e delle barriere e discriminazioni che incontrano nei processi educativi, proponendo all’Assessore Regionale all’Istruzione, in collaborazione con gli enti locali e la Direzione scolastica regionale, di costituire un anagrafe scolastica e formativa che includa una serie di dati idonei ad identificare gli studenti con disabilità e i loro bisogni e anche un'anagrafe relativa sia all'edilizia scolastica (accessibilità e fruibilità degli spazi) sia al livello di dotazione in termini di sussidi didattici e non  (computer, LIM, arredi adattati, ecc.).  Inoltre è necessario rivedere i servizi di assistenza specialistica e il trasporto per gli studenti con disabilità. Nonostante gli sforzi messi in campo dalla Regione Campania in questi 5 anni, gli Ambiti Sociali non hanno attivato i servizi fin dal primo giorno.

Proponiamo l’elaborazione di nuove Linee Guida per questi servizi per il prossimo anno scolastico 2021/2022. 

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