Sogno di una scuola diffusa di mezza estate, interventi educativi diffusi in città

kids 1093758 960 720I luoghi di Napoli diventano aule della città, luoghi di una “scuola diffusa”, grazie al coinvolgimento di scuole, associazioni, cittadini. Succede grazie all’iniziativa promossa dall’assessorato alla Scuola del Comune di Napoli, in collaborazione con le associazioni Maestri di Strada, Quartieri Spagnoli Onlus, Piedi per la terra, con la Fondazione Foqus, e con i progetti Bella Presenza e Futuro Prossimo, finanziati dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e coordinati rispettivamente dalla cooperativa sociale Dedalus e dall’associazione Save the Children.

Dai primi di luglio, l’intervento ha promosso dei laboratori educativi diffusi che nel periodo estivo - in tanti e differenti luoghi della città - offrono a ragazze e ragazzi, e in particolare a quelli che vivono situazioni di maggior fragilità, occasioni di socialità, divertimento e apprendimento.

Stamattina, nella conferenza stampa online, sono stati presentate le varie attività radicate in diverse zone della città, in cui è stato possibile vedere alcuni dei luoghi e dei protagonisti dei laboratori che si stanno svolgendo in città attraverso i referenti e gli operatori dei diversi progetti collegati alla piattaforma dai diversi siti. Gli interventi, nati da un confronto tra amministrazione, scuole e terzo settore, sviluppano una proposta educativa centrata sull’imparare giocando, sperimentano forme educative di vicinanza in diversi luoghi e spazi (cortili delle scuole a delle abitazioni, giardini, parchi, ecc.), puntano a trasformarsi in ricerca-azione finalizzata a individuare orientamenti utili per la scuola che verrà.

“Abbiamo sentito l’esigenza di metterci in rete, eravamo molto preoccupati dopo il lockdown per i nostri bambini e ragazzi, preoccupati che nella diatriba tra scuola in presenza e didattica a distanza si perdesse lo scambio, l’interazione, la loro libertà di muoversi con pari e adulti in una relazione attiva, il loro diritto alla socialità e al gioco. Così, abbiamo lavorato sull’idea della città di Napoli come una scuola diffusa, in accordo con varie associazioni, lanciando un esperimento di scuola dentro la città, capace di attraversarla tutta, dal centro alle periferie, in modo da poter raggiungere alla discussione sui contenuti sulla scuola, il contatto reale, la vicinanza, l’esperienza sensoriale che i bambini possono fare nei luoghi e nella natura”, ha sottolineato l’assessore alla Istruzione del Comune di Napoli Annamaria Palmieri.

“Quella che abbiamo stabilito è stata un’alleanza orizzontale – ha aggiunto - Le iniziative proposte, infatti, sono state definite attraverso un patto educativo orizzontale che è esattamente lo strumento che viene immaginato anche dal Piano Scuola 2020/2021 del Governo. Ci serve motivare i ragazzi alla scuola, non recuperarli quando sono già dispersi”. A questo scopo, molte associazioni hanno continuato le attività durante il lockdown per non perdere nessuno e tenere alta attenzione su benessere dei bambini e ragazzi del quartiere.

I progetti, al di là della specificità di ognuno, così, condividono una comune cornice di senso e prospettiva. Per questo intendono “fare sistema” attorno alle loro operatività. A tre mesi dal lockdown c’è infatti la necessità di passare da una fase di difesa passiva – restare chiusi in casa – ad una fase di responsabilità in cui è necessario adottare misure di sicurezza in situazioni di relazione. E quindi passare da una fase in cui prevaleva una dimensione di paura ad una di fiducia proattiva. Sono state tante e diverse le voci che in questi mesi si sono alzate per invocare una soluzione che non ingabbiasse bambini, ragazzi, giovani nei confini angusti delle piattaforme online, negandogli di fatto la possibilità di allargare i propri orizzonti, di apprendere incontrando nuovi e diversi ambienti. Questa condizione è stata favorire nelle ragazze e nei ragazzi strumenti e competenze trasversali (la cooperazione, la ricerca, la creazione di legami umani) per migliorare il loro essere cittadini e cittadine in un momento in cui sarà fondamentale pretendere diritti ma anche abitare fino in fondo i doveri di cittadinanza.

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M. N.