"Riaprire il dibattito pubblico sulla città"

Intervista al magistrato Nicola Quatrano

nicola quatranoLa sicurezza e la legalità ma anche la proposta della liberalizzazione delle droghe leggere: sono i temi di un convegno internazionale che si terrà nell’Istituto per gli Studi Filosofici a Palazzo Serra di Cassano (via Monte di Dio, 14) venerdì 5 e sabato 6 maggio 2017, organizzato dall’associazione Non è ancora buio in collaborazione con il gruppo di imprese sociali Gesco.

Tra i nomi in programma, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il senatore Benedetto Della Vedova, il filosofo Isaia Sales, il giurista uruguaiano Fernando Rovira, il sostituto procuratore della Repubblica Henry John Woodcock, il direttore del Dipartimento Farmacodipendenze della Asl di Napoli Stefano Vecchio, il presidente di Gesco Sergio D’Angelo e il magistrato Nicola Quatrano, presidente di Ossin, Osservatorio internazionale per i diritti, che ha ideato l’iniziativa.

Quatrano, due giorni di dibattiti su temi diversi: qual è il denominatore comune?

Il punto di partenza è quello della constatazione di una non conoscenza di come si sta trasformando la città di Napoli. Il convegno ha lo scopo di riaprire il dibattito pubblico sulla città e sui suoi problemi e sarà il primo di una serie di appuntamenti di discussione. Il tema principale che vogliamo affrontare il 5 e 6 maggio è la sicurezza, un argomento strategico perché negli ultimi 20 anni la criminalità si è affrontata solo attraverso la repressione, senza produrre grandi risultati in termini di sicurezza. In questo senso ci poniamo come obiettivo della seconda sessione del convegno affidata a Isaia Sales di capire come la criminalità si sia evoluta negli ultimi anni e che risposte abbiano dato le istituzioni.

Quali sono i problemi emergenti della città?

Napoli è una città in piena trasformazione, anche demografica, che non è oggetto di studio approfondito. Si sta trasformando senza che ci sia un’attenzione adeguata da parte della politica. I problemi emergenti si conoscono: la disoccupazione, la criminalità organizzata, la dismissione industriale. Ma resta sullo sfondo cosa dovrà essere questa città, quale ipotesi ci siano di sviluppo possibile. Stiamo andando a vento, c’è il turismo certo, ma non c’è un’idea di sviluppo complessiva, non si guarda al ruolo della città nel contesto del Mediterraneo. Al momento ci sono solo ipotesi di sopravvivenza.

Tema della prima sezione è quello, controverso, della “legalizzazione della cannabis”. Forse non è facile far comprendere ai cittadini come questa proposta possa tradursi in una maggiore sicurezza.

Ciò che fa paura è ciò che non è governato. È un dato di fatto che il proibizionismo non è stato in grado di bloccare lo spaccio. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno che continua a persistere: la domanda di droga non cala e così resta alta l’offerta. Là dove i padri sono in galera, sono i figli che hanno iniziato a spacciare e non è un caso che ci sia stata l’esplosione delle baby gang. Rispondere solo con gli arresti significa allargare l’area dell’illegalità invece che restringerla. Il proibizionismo di fronte a certi problemi sociali che non si riescono ad eliminare è la risposta peggiore perché si rinuncia a governarli, rigettandoli nella sfera dell’illegalità e accrescendo l’insicurezza. Se si riporta il tema nella legalità e si regolamenta l’uso delle droghe leggere ciò consentirà di governare il fenomeno. In questo senso ci sembrano particolarmente interessanti le proposte di regolamentazione e depenalizzazione della Direzione Nazionale Antimafia e del gruppo interparlamentare di Benedetto Della Vedova, che interverrà al convegno con Franco Roberti. Inoltre parteciperà al convegno Fernando Rovira consulente del Ministero della Salute dell’Uruguay che, grazie alla depenalizzazione delle droghe leggere, ha raggiunto ottimi risultati nel contrasto alla criminalità organizzata.

Altro tema “enorme” è quello delle baby gang. Fa riflettere che tanti giovani, ovvero il futuro della città, siano già segnati dall’impronta criminale… 

È evidente che la risposta solo repressiva sia insufficiente, di fronte ad un fenomeno criminale che, considerate le proporzioni, ha una rilevanza sociale. Lo è soprattutto perché il problema delle baby gang affonda le sue radici nell’emarginazione giovanile. E rispondere all’emarginazione con ulteriore emarginazione è una soluzione fallimentare. Questo non significa che i giovani criminali non debbano essere puniti, ma che la pena dovrebbe accompagnarsi a misure di inclusione sociale che invece non vengono praticate. Ci si giustifica dicendo che non ci sono fondi per il welfare. I fondi ci sono, manca la volontà. Il punto è capire cosa si vuole fare. L’investimento in termini di welfare è prioritario e se si fanno i conti, porterà alla diminuzione dei costi non solo sociali, ma anche economici.

Punire invece di curare. Oramai sembra la medesima ricetta usata a sinistra e a destra.

Di fronte all’emergere della criminalità non c’è più differenza tra destra e sinistra. È  come se non si avvertisse il problema: riflettere sembra un fatto estraneo alla classe dirigente del Paese. Abbiamo una classe politica che ha rinunciato al compito principale di governare ovvero di studiare e conoscere fenomeni per sviluppare strategie risolutive a lungo termine. Si tende a rispondere a richieste drammatiche di sicurezza con soluzioni repressive perché facili e di immediato consenso. Le risposte a problemi complessi invece sono complesse e richiedono il mettere in campo strategie di lungo respiro i cui risultati si vedono solo dopo anni.  Il resto è galleggiare.

Come possono contribuire i singoli cittadini a stimolare l’impegno delle istituzioni in questo senso?

Crediamo sia fondamentale riaprire il dibattito pubblico tra tutti i soggetti, istituzionali e non. Tutti coloro sono interessati alle sorti della città sono invitati a partecipare al convegno che non vuole essere né polemico, né consenziente nei confronti delle istituzioni. Il nostro contributo vuole essere quello di stimolo dell’amministrazione. Vogliamo analizzare insieme i fenomeni per ipotizzare delle risposte in termini di Welfare e di prevenzione.

(Alessandra del Giudice)

Leggi il programma del convegno

Per il programma e per iscriversi al convegno:

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