Un libro per dare un nome ai naufraghi del Mediterraneo

Barcone del naufragio del 18 aprile 2015 Salvatore CavalliIl corpo di un ragazzo con in tasca un sacchetto di terra del suo paese, l’Eritrea; quello di un altro, proveniente dal Ghana, con addosso una tessera della biblioteca; i resti di un bambino che veste ancora un giubbotto la cui cucitura interna cela la pagella scolastica scritta in arabo e in francese.

Sono i corpi delle vittime del Mediterraneo, morti nel tentativo di arrivare nel nostro paese su barconi fatiscenti, che raccontano di come si può “morire di speranza. A molte di queste vittime è stata negata anche l’identità.

L’emergenza umanitaria di persone che attraversano il Mediterraneo ha restituito alle spiagge europee decine di migliaia di cadaveri, oltre la metà dei quali non sono mai stati identificati. Il libro racconta, attraverso il vissuto di un medico legale, il tentativo di un paese di dare un nome a queste vittime dimenticate da tutti, e come questi corpi, più eloquenti dei vivi, testimonino la violenza e la disperazione del nostro tempo.

Sabato 5 ottobre 2019, dalle ore 17.00 alle ore 18.00, presso la FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli, Cristina Cattaneo, medico legale e autrice di Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo (Raffaello Cortina Editore) dialoga sul suo libro con lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci.

L’incontro è curato da Casba Società Cooperativa, nell’ambito e in collaborazione con la sesta edizione di Ricomincio dai Libri dedicata al tema Prendiamoci cura. Introduce Laura Fusca, Cooperativa Sociale Casba.

 L'autrice 

Professoressa ordinaria di Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Milano e direttrice del laboratorio LABANOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, Cristina Cattaneo è attualmente coinvolta nell’identificazione dei migranti morti in mare, in particolare nei naufragi di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e del 18 aprile 2015. Una delle vite spezzate raccontate da Cattaneo nel testo ha, lo scorso gennaio, ispirato la struggente vignetta del disegnatore Makkox, quella del giovane naufrago ritrovato con la pagella cucita nel giubbotto. Il disegno, che ha avuto milioni di condivisioni sul web, raffigura un bambino in fondo al Mediterraneo che tutto fiero mostra la sua pagella a un polipo che commenta “Uau, tutti dieci! Una perla rara”,