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Martedì 16 Aprile 2024




Arte Reclusa al Gambrinus, una finestra per guardare il complesso rapporto che esiste tra la salute mentale e l'espressione creativa

artereclusa Nell’elegante sala da Tè del Gran Caffè Gambrinus ci sarà la presentazione “Arte reclusa. Le evasioni possibili”, scritto dallo psichiatra e psicoterapeuta Adolfo Ferraro, autore di tante pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo, che presenterà il libro insieme all’artista Lello Esposito, autore dell'immagine di copertina, utilizzata come immagine identificativa del progetto. L’appuntamento è per le ore 18 martedì 7 maggio. Letture a cura dell’attrice Antonella Morea.

Il testo affronta, anche utilizzando il meccanismo del racconto, il complesso rapporto che esiste tra la salute mentale e l'espressione creativa nel mondo recluso ed escluso, attraversando simbolicamente una zona definita grigia ma in realtà carica di colore - che delimita il confine antinomico tra presunta follia e presunta sanità mentale, tra la norma e il suo contrario, tra utopia e realtà, tra Arte e cialtroneria, tra bontà e cattiveria, tra accettazione e rifiuto. Esso raffigura le produzioni creative raccolte nelle carceri, nei servizi di salute mentale, nelle comunità terapeutiche della Campania, dove si realizza un modello che impone, tra le sue principali risorse, quello di modificare le capacità espressive di chi è recluso/escluso, annullando l'identità con l'omologazione, o con un numero di matricola o di pratica burocratica o con una divisa.

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Ma in realtà (e paradossalmente) nella zona grigia che diventa luogo l'Espressione si insinua nelle maglie della reclusione e dell'isolamento, e può rappresentare un mezzo di fuga, il racconto di un desiderio (magari terrifico), una possibilità figurativa (magari inquietante), e non sempre e solo un sintomo. "Arte Reclusa" è il racconto di una evasione, è la rappresentazione di un gioco collettivo che utilizza i linguaggi artistici di chi non è necessariamente artista, è la ricostruzione di vite che la malattia o il carcere non sono riusciti a sconfiggere. È un viaggio nella zona grigia, che raccoglie ed espone materiale creativo che viene prodotto dalle attività che utilizzano linguaggi dell'arte come modalità riabilitativa in luoghi tendenzialmente deputati alla reclusione e all'esclusione.

Eva de Prosperis

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