Occupazione in Italia: ancora indietro rispetto l’Europa

Lo studio di Openpolis ci presenta un paese diviso in due

Occupazione in Italia ancora indietro rispetto l EuropaÈ stato diffuso i questi giorni lo studio di Openpolis sull’occupazione in Italia, in rapporto agli obiettivi che nel 2010 in Europa ci si era imposti di raggiungere. Secondo il piano Europa 2020 (che prevede il raggiungimento del 75% degli occupati tra i 20 e i 63 anni), l’Italia avrebbe dovuto raggiungere entro il prossimo anno una percentuale di occupazione pari al 67%. Si riscontra, invece, che il nostro paese è ancora distante dall’obiettivo prefissato ed è tra gli ultimi, tra i paesi europei, per il livello occupazionale.

Ci sono anche dei miglioramenti da riportare, perché se nel 2013 (in piena recessione) il livello occupazionale del nostro paese ha raggiunto il suo punto più basso, dal 2014 invece c’è stata una ripresa che ha riportato i dati alla media del periodo di pre-crisi.

Se si registra una lieve ripresa per quanto riguarda i livelli occupazionali, non si può però non considerare che parallelamente, in tutti i paesi presi in esame, è aumentato il rischio di povertà anche per i lavoratori che percepiscono un guadagno. Ed in questo l’Italia è il paese che ha vistio più di altri questo fenomeno aumentare dal 2008 ad oggi di circa 3 punti percentuale.

Per comprendere ancor meglio questi dati, non possiamo non valutare l’incredibile discrepanza che c’è tra le regioni del nord e quelle del sud d’Italia. La fotografia che questo studio ci riporta è quello di un paese diviso a metà: un nord che sembra essere uscito dalla crisi ed un sud che invece presenta livelli occupazionali ancora molto bassi e ben al di sotto delle medie eruropee.

La Campania, che presenta una percentuale del livello occupazionale pari al 45,3%, è al penultimo posto di questa classifica, seguita dalla Sicilia (44,1%). A dividere la provincia autonoma di Bolzano (79%), cioè la prima per occupazione, dalla nostra regione sono ben 33,7 punti percentuale.

I giovani sono sicuramente la categoria più colpita da un punto di vista occupazionale. Ed, ovviamente, anche in questo caso, il divario tra le regioni del sud e quelle del nord è consistente. Basti pensare alla categoria NEET, cioè i giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano.  Se in Veneto la percentuale di neet è pari al 14,8%, in Campania la percentuale cresce fino al 35,9%. Anche per quanto riguarda la categoria NEET il dato più negativo è presente nella regione Sicilia, che si trova all’ultimo posto  con un 38,6%.

Giovanna Amore