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venerdì 19 Aprile 2024




Smog, i risultati del monitoraggio del Treno Verde

Picchi preoccupanti nella zona del Porto e alla Stazione Centrale di Napoli

smog vigiliDestano preoccupazione i picchi di smog registrati in alcune aree della città di Napoli come quella del Porto (Piazza Municipio), davanti la Stazione Centrale, ma anche in Centro Storico, in una zona che dovrebbe essere a traffico limitato come Piazza Bellini.

È quanto emerge dalla fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare che in questi giorni ha fatto tappa a Napoli. I risultati del monitoraggio scientifico della qualità dell’aria  - realizzato grazie al progetto di Citizen Science di Legambiente Volontari per Natura - sono stati presentati questa mattina, a bordo della quarta carrozza del convoglio ambientalista, dal Portavoce del Treno Verde Andrea Minutolo e da Mariateresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania, alla presenza di Luca Cascone, Presidente della Commissione Trasporti della Regione Campania.

L’obiettivo del monitoraggio di Legambiente è quello di valutare l’esposizione all’inquinamento atmosferico, spesso inconsapevole, a cui i cittadini sono sottoposti quotidianamente. Sono stati individuati 7 punti “critici” della città di Napoli scelti in base alle segnalazioni dei cittadini e dei circoli di Legambiente. In questi punti sono state realizzate misurazioni della durata di un’ora delle polveri sottili nelle giornate del 13, 14 e 17 gennaio scorso: i valori di polveri sottili (Pm10) registrati variano tra 9,82 e 81,89 microgrammi/mc (come media oraria). Nello specifico il monitoraggio ha riguardato Piazza Bellini (media oraria di 55,95 µg/mc), Piazza del municipio di fronte al Porto (media oraria di 81,89 µg/mc), l’area della Stazione centrale nelle vicinanze della circumvesuviana e dell’autostrada (26,90 µg/mc), via Porta di Massa (24,31 µg/mc), Galleria 4 Giornate (23,20 µg/mc), l’istituto tecnico industriale Augusto Righi (9,82 µg/mc), Via Enrico Pessina 42 (10,34 µg/mc).

Medie orarie che quindi per lo più restano sotto la soglia prevista dalla norma. Tuttavia a destare forte preoccupazione sono alcuni picchi registrati durante l’ora di monitoraggio. Questi incidono sulla salute delle persone che passeggiano, lavorano, circolano in queste zone congestionate dal traffico.

Il picco più elevato si è registrato presso Piazza Municipio di fronte al porto e all’Università dove alle 18:15 si è raggiunto il valore di 146 µg/mc ma altri cinque picchi di oltre 120 µg/mc si sono registrati nell’ora monitorata. In Piazza Bellini - che sarebbe anche una ZTL - invece il picco più elevato si è riscontrato alle 21:23 con 64 µg/mc, mentre nei pressi della Stazione Centrale il valore massimo registrato è stato di 73 µg/mc. Nei pressi di via Porta di Massa, il picco più alto è stato rilevato alle 10:43 con valore di 60 µg/mc, mentre nei pressi della Galleria Quattro Giornate il valore più alto è stato alle 12:40 con 57 µg/mc. I trasporti stradali, ricorda Legambiente, costituiscono una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane. Anche a Napoli emerge l’assoluto protagonismo del traffico veicolare privato nel sistema della mobilità urbana, come testimoniano i dati dell’altro monitoraggio svolto dai volontari di Legambiente. L’analisi - della durata di due ore in ogni punto di osservazione - è stata svolta in cinque zone della città (via Kennedy, Piazza Garibaldi, via Mezzocannone, via Salvator Rosa e via Acton): in un minuto, nel complesso dei cinque punti monitorati, sono passate 104 automobili, meno di un autobus (0,85) e meno di una bici (0,84). Parliamo, sempre guardando ai numeri complessivi, di una bici ogni 123 automobili e 66 motocicli (con punte di una bici ogni 356 auto e 126 motocicli in via Acton) e di un autobus ogni 122 auto (con punte di un bus ogni 384 auto in via Mezzocannone). La via più trafficata dei cinque punti monitorati risulta Salvator Rosa con oltre 30 auto al minuto nella fascia oraria dalle 16 alle 18.

«L’inquinamento atmosferico continua ad essere un’emergenza costante nel nostro Paese, causando ogni anno oltre 60mila morti premature e costi sanitari esorbitanti per le casse dello stato - sottolinea Andrea Minutolo, portavoce del Treno Verde -. Già il 2018 è stato un anno da codice rosso, segnato anche dal deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea. E non va meglio in questo inizio d’anno segnato da continue emergenze smog in tutta Italia. Nonostante ciò questo il problema viene ancora affrontato in maniera disomogenea e poco efficace. Non è ancora, al di la delle dichiarazioni di facciata, una priorità delle amministrazioni locali e nazionali ed a farne le spese sono ancora una volta i cittadini. Cittadini a cui viene richiesto un cambio radicale di abitudini e stili di vita, ma che devono essere messi in condizione di poterlo fare».

«Le emissioni per traffico veicolare e marittimo, delle attività industriali e delle caldaie per il riscaldamento continuano a risultare troppo invisibili alla politica, mentre le nostre città soffocano - dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania -. Per “cambiare aria” è   fondamentale il ruolo della Regione nel predisporre piani e misure preventive oltre a nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità. Accanto alla politica regionale, c’è bisogno di più coraggio da parte delle amministrazioni locali nell’applicare nuove concrete ed efficaci politiche di mobilità sostenibile. A partire dallo svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale innovativo e moderno, più treni per i pendolari e possibilità di spostarsi a piedi o in bici diffondendo aree pedonali e piste ciclabili, favorire la riduzione dell’impatto ambientale legato al traffico marittimo portuale attraverso l’elettrificazione, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici a partire da quelli pubblici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici».