La Tarantina sui muri di Napoli, omaggio allo storico femminello

tarantinaArrivava dalla vicina Puglia, fuggiva un mondo che forse era un po stretto ed arrivava a Napoli, così nasce la leggenda della Tarantina, uno dei femminelli di Napoli. Classe 1923, La Tarantina, nome d’arte, ha attraversato la storia di Napoli dell’ultimo secolo: tra occupazione nazista, discriminazione e carcere, ma anche tanta bellezza.

La Tarantina ha avuto una vita che potremmo definire rocambolesca, anche se la parola risulta riduttiva. “La polizia mi portava sempre in commissariato, ma io non smettevo di fare il mio lavoro”. Adesso la Tarantina, 82 anni, o almeno la sua immagine adorna uno dei muri del Centro Anti Violenza nei quartieri spagnoli. Un gesto fortemente simbolico e significativo. Lei non sarà nata donna da un punto di vista biologico, è innegabile, ma ha vissuto ed ha subito come una donna, più di una donna.La realizzazione del murales dell'artista-madonnaro Vittorio Valiante è stata promossa e sostenuta dalla Fondazione Foqus con il coordinamento e supporto organizzativo del Tavolo interassessorile della Creatività Urbana del Comune di Napoli.

“La comunità LGBTQ purtroppo è ancora e da sempre vittima d’ingiurie. Anche adesso. Ma noi siamo resistenti, non ci hanno piegato fino ad ora e non lo faranno mai” racconta fiera Loredana Rossi, attivista e vice presidente dell’ATN, Associazione Trans Napoli “Io ci tengo a ringraziare il nostro sindaco Luigi de Magistris e gli assessori alle pari opportunità per aver scelto questo omaggio alla Tarantina che è simboleggia tutti noi. Con queste politiche fanno uscire le persone oltre le nostre differenze. Non siamo più solo travestiti ma siamo finalmente considerati come individui”.

Carcere, miseria vera e movida notturna, la vita della Tarantina è un cocktail che sarebbe risultato imbevibile per la maggior parte di noi. Dalle ingiurie alla prigione e gli incontri con la crème de la crème del mondo culturale come Pier Paolo Pasolini “ Non credeva fossi un trans” racconta divertita la Tarantina, a Albero Moravia o ancora la grande Novella Parigini che la ritrasse in deshabillé con una maschera da gatta.