La Befana dei migranti all’insegna dell’inclusione

Befana dei migranti«La misura dell’amore è amare senza misura». San Bernardo di Chiaravalle spiegava mirabilmente con questo suo pensiero filosofico in modo inconfutabile che il più grande sentimento nonché bene esistente, l’amore, è un prezioso strumento di diffusione nel mondo nel momento in cui ci si dona senza riserva nei confronti del prossimo illimitatamente.

In tal senso all’interno di queste parole forti, imbevute di umanità e fratellanza, è racchiuso per intero il significato della Befana dei migranti, un’iniziativa giunta al suo nono anno di vita e organizzata dal Movimento Cristiano Lavoratori (in collaborazione con l’Arcidiocesi e Napoli Village), il cui scopo è stato quello di donare, nel giorno dell’Epifania, all’interno del salone arcivescovile della Curia di Napoli alla presenza del cardinale Crescenzio Sepe, 500 giocattoli ad altrettanti bambini bisognosi (di età compresa tra i 4 e gli 11 anni), figli di immigrati e appartenenti a tutte le diverse e molteplici etnie (africane, asiatiche, polacche, cinesi e tante altre) che vivono in comunità nella città partenopea.

Si è trattato di un grande gesto di vicinanza e solidarietà con un messaggio ben preciso in senso lato rivolto a tutti quei popoli migranti, martorizzati dalla guerra civile, sociale o da problematiche economiche insormontabili e che sono spesso oggetto di razzismo e di ogni sorta di pregiudizio: attraverso l’azione del donare un semplice gioco c’è la volontà non solo di illuminare il viso di un bambino meno fortunato con un sorriso radioso ma anche di umanizzare il mondo intero rendendolo sensibile alle necessità dell’altro.

Befana dei migranti 1

In questa precisa direzione trova un valida motivazione la “Messa dei popoli” celebrata dall’arcivescovo della città partenopea Crescenzio Sepe al Duomo di Napoli prima dell’avvenuta condivisione coi bimbi disagiati: una celebrazione eucaristica in grande stile (una vera e propria commistione di voci e suoni tra i vari popoli presenti) dove è trasparsa la viva partecipazione dei migranti durante e anche dopo la Santa Messa con balli e canti particolari della loro cultura. Inoltre costoro sono stati omaggiati dal cardinale Sepe con un dolce saluto di auguri in tutte le loro lingue.

Al momento del rilascio dei regali ai bambini meno fortunati, uno di questi, Savino, originario dello Sri Lanka, era doppiamente felice quando si è visto recapitare tra le sue mani una confezione contenente delle macchinine visto che è appassionato di tali giochi.

Alla Befana dei migranti hanno partecipato il senatore Vincenzo Carbone, componente della Commissione lavoro e previdenza sociale di Palazzo Madama, i cavalieri dell’Ordine di Malta e tutti i cappellani delle varie etnie della Diocesi di Napoli ognuno dei quali ha portato con sé un numero variabile (dai 20 ai 40) di bimbi bisognosi di attenzione.

L’avvocato Michele Cutolo, presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori di Napoli nonché responsabile della manifestazione, ha analizzato il nostro periodo storico: «Pare che i valori della solidarietà e della fratellanza umana siano dimenticati dall’Europa e dai nostri governanti che invece dovrebbero essere concreti ad accogliere tutti e tutto indistintamente. Abbiamo il dovere di garantire un futuro migliore a questa povera gente».

Il cardinale Crescenzio Sepe ha affermato che «guardare, parlare e aiutare gli altri è la dimensione fondamentale di ogni essere umano e ancora di più di ogni cristiano. L’intera umanità si deve sentire una sola famiglia dove non c’è distinzione, separazione e disuguaglianza e ogni componente è uguale all’altro. Rifiutare a priori di accogliere una persona è quanto di più disumano e di anticristiano che ci possa essere».

Alessio Bocchetti