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Sabato 20 Aprile 2024




Bimbi prematuri, uno su due ha disturbi di linguaggio e apprendimento

Bambini prematuri importanza della figura del logopedistaIl logopedista ‘figura chiave’ dopo la terapia intensiva neonatale

Ogni anno in Italia circa 50 mila bambini nascono prematuri: uno su cinque riporterà conseguenze gravi nel lungo termine, dalla sordità a quadri di disturbi comportamentali, fino al 50% avrà ripercussioni più lievi ma comunque invalidanti come disturbi del linguaggio o difficoltà di apprendimento. Alcune conseguenze possono essere scongiurate con un intervento del logopedista, integrato nell’équipe della terapia intensiva e nella continuità delle cure

 Una cura a 360 gradi che tenga conto di tutte le esigenze di questi piccoli può fare la differenza: la presenza di un logopedista in terapia intensiva può rivelarsi decisiva per accorciare la degenza, riducendo problemi come le difficoltà nell’alimentazione autonoma e nella comunicazione, o i possibili disturbi nello sviluppo neuropsicologico.

“Nonostante i progressi fatti nel settore dell'area materno-infantile – spiega Tiziana Rossetto, presidente della FLI – la prevalenza di nascite premature non diminuisce nel tempo, anzi la loro sopravvivenza aumenta grazie a cure mediche e tecnologiche innovative; tuttavia la prematurità e il basso peso alla nascita rappresentano tuttora ben il 63% delle cause di mortalità sotto i 5 anni di vita e possono comportare conseguenze serie per la salute a lungo termine del bambino, molto variabili da caso a caso”. 

Soprattutto a rappresentare una sfida particolarmente difficile per i neonati prematuri, e che rende importante la figura del logopedista, è il passaggio dall’alimentazione parenterale o enterale a quella orale. Per questo la Federazione Logopedisti Italiani (FLI) propone che in tutte le terapie intensive neonatali sia disponibile il supporto logopedico, da garantire poi anche dopo la dimissione dall’ospedale, per seguire anche successivamente al ricovero la crescita di questi bimbi così delicati e ridurre al minimo gli esiti di una nascita troppo precipitosa. La proposta nasce da uno studio di Sara Panizzolo, Logopedista Magistrale presso l’Unità Operativa Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale all’Ospedale Monaldi di Napoli, pubblicato sulla rivista Logopedia e Comunicazione e presentato nell’ambito del congresso nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia in corso a Napoli.

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