La seconda edizione del progetto “Storie di bullismo”

Storie di bullismoUn’occasione propizia per fare il punto della situazione sui lavori finali prodotti dai tirocinanti che presso il Centro Giovanile Mediateca Santa Sofia, biblioteca multimediale di grande tradizione artistica e culturale, hanno tenuto dal mese di marzo a quello di maggio una serie di incontri (dibattiti con proiezioni di film inerenti, scelti ad hoc) di sensibilizzazione sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo con gli alunni delle scuole medie cittadine coinvolte nel progetto dal momento che la settima arte è un mezzo efficace di forte comunicazione per la diffusione di idee e valori positivi come la tolleranza, il rispetto nei confronti del prossimo e l’accettazione della diversità in tutte le sue forme.

Stiamo parlando della cerimonia di chiusura della seconda edizione del progetto “Storie di bullismo” promosso dall’Assessorato ai Giovani e dall’Assessorato alla Scuola del Comune di Napoli. L’incontro tenutosi presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza del sindaco Luigi de Magistris ha visto l’adesione di una folta rappresentanza studentesca insieme col corpo docente di sette scuole secondarie di primo grado (Scialoja Cortese, Berlinguer, Cuoco-Schipa, Maiuri, D’Aosta-Scura, Tasso San Gaetano e Confalonieri), ramificate su tutti i quartieri della città partenopea, con la partecipazione dei tirocinanti del programma “Garanzia Giovani”, del Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università Federico II di Napoli e dell’Unità Operativa Tutela dei Minori della Polizia Locale di Napoli.

Quando si verificano certamente episodi di bullismo, fenomeno sociale del tempo molto radicato tra i giovani, ci sono delle possibili cause scatenanti da non sottovalutare: i pregiudizi culturali, i contesti familiari conflittuali e quindi poco edificanti con i genitori che non insegnano ai figli la differenza che intercorre tra il rispetto e la violenza e il fascino del potere che esercita il bullo sul branco e sulla vittima con dominio effettivo nella fattispecie.

«Dietro un ragazzo che delinque c’è stato un adulto irresponsabile» ha detto Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo (il 17enne accoltellato senza motivo da una babygang qualche mese fa in via Foria) mentre il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha indicato la via maestra dell’amore e della cultura per arginare il disagio giovanile del bullismo specificando che «nella vita vince chi ama, chi aiuta le persone in difficoltà e chi sa capire i silenzi dei ragazzi, e tutti noi dobbiamo recuperare chi ha sbagliato perché nessuno nasce delinquente».

Particolarmente emozionante è stata la lettera di speranza scritta in forma anonima da uno studente dell’Istituto Scialoja Cortese e letta in Sala Giunta da un suo amico di classe, Vittorio, in cui si fa un appello esplicito ai bulli affinché possano mettersi nei panni delle vittime per provare tutto il dolore che si portano questi ultimi sulle loro spalle. La missiva ha toccato tutti e l’assessore alla Scuola Annamaria Palmieri ha chiesto al lettore di lasciargliela dichiarando che un simile testo dovrebbe essere letto da ogni studente di tutte le scuole di Napoli.

Alessio Bocchetti