Violenza in città, lettera aperta dei genitori alle istituzioni

dove e la famigliaDopo gli episodi di violenza registrati in città nelle ultime settimane e che hanno visto vittime diversi giovani, la cittadinanza si mobilità per chiedere un intervento nell’efficace contrasto a certe forme di criminalità e di delinquenza.

Pubblichiamo la lettera inviata da un gruppo di genitori napoletani alle istituzioni.

«Siamo terrorizzati. Terrorizzati per queste bestiali aggressioni eseguite come sentenze di morte, da bande di criminali adolescenti, contro altri adolescenti. Mattanze di gruppo,  consumate in pieno giorno, davanti alla gente. Tentati omicidi praticati per cinico divertimento. Terrorizzati ma anche arrabbiati, perché questi “tentati omicidi per pariare” vanno avanti da anni, da quando sono apparse le prime paranze criminali di rione. E ci chiediamo in base a quali criteri, le  intelligence delle varie forze dell’ordine,  ne hanno sottovalutato il rischio di emulazione.    

Continuare a chiamare ragazzini i branchi di aspiranti assassini è, culturalmente, un istigazione a delinquere, un riconoscimento di impunità concordata. Con i termini abusati di bimbi e ragazzini si rischia di far passare per infantili marachelle le aggressioni bestiali, perpetrate da feroci adolescenti in grado di intendere e di volere, consapevoli di voler uccidere le proprie vittime. I branchi che hanno tentato di sgozzare un diciassettenne in via Foria con 20 coltellate e preso a calci, fino a spappolargli la milza, un ragazzo alla fermata della metro a Chiaiano, erano spavaldamente consapevoli di ciò che stavano facendo.

Eppure la città è militarizzata da 11 anni, nel tentativo di ripristinare la sicurezza urbana.  Il  4 agosto 2006 arrivarono i primi 300 soldati di alto impatto accompagnati da un articolato piano anticrimine, poi con “strade sicure” c’è stato un rafforzamento di altre 100 unità. Con il pericolo terrorismo i militari sono quasi triplicati. Dal 2015 è partita la videosorveglianza urbana che, promisero le Istituzioni,  sarebbe stata capillare entro il 2017. Polizia e Carabinieri si danno un gran da fare per tutelare i percorsi turistici e il nucleo degli agenti motociclisti in borghese è stato rafforzato. Ma nei fatti qualcosa non quadra, buona parte delle telecamere non sono operative, di poliziotti e carabinieri di prossimità, nei quartieri ostaggi della criminalità, neanche l’ombra. I delinquenti predatori continuano a praticare scippi e rapine a tutte le ore e i killer della camorra eseguono le sentenze di morte tra i passanti, in pieno giorno. E preoccupano i dati della polizia municipale, che quantificano in oltre 5mila i “residenti fantasma”, imboscati in locali spesso sconosciuti perfino al catasto. In tale contesto i minori a rischio sono allo sbando.

Ma non si può affrontare e cercare di risolvere il fenomeno della violenza urbana generata dalle gang minorili con la sola repressione, si rischierebbe solo di criminalizzare un intera generazione di adolescenti. Se si è arrivati ad un livello tanto critico è soprattutto perché si è sottovalutato il disagio sociale e urbano che vivono i minori nelle “due periferie” napoletane. La prima interna, sepolta tra i vicoli dissestati e malsani nel ventre della città storica, dove sono nate le paranze dei ventenni, la seconda  smembrata tra i casermoni e le piazze di spaccio di un hinterland  truffato da anni con false promesse di riscatto. Periferie senza luoghi di aggregazione sociale, ne aree sportive e ludiche, dove mancano progetti di avviamento al lavoro per i giovani. In entrambe queste realtà si è radicalizzata, come puro strumento di sopravvivenza, La cultura della prevaricazione e dell’arroganza. Un cannibalismo sociale spaventoso.

Per mettere in sicurezza questa città servono a poco i blitz occasionali. Per mettere in sicurezza questa città, è necessaria soprattutto una manutenzione ordinaria della legalità di strada e del senso civico. E' indispensabile la presenza giornaliera, appiedata, dentro i territori – ostaggi della malanapoli, del vigile e del poliziotto di quartiere che devono far rispettare le regole della civile convivenza ai senza legge. Ed è necessaria la manutenzione ordinaria del decoro urbano, per evitare che strade e piazze diventino pattumiere a cielo aperto o “proprietà in comodato d'uso” di questa o di quella famiglia di delinquenti rionali. Andrebbe programmato un incontro mensile tra cittadini, associazioni e Istituzioni per verificare lo stato di sicurezza urbana nelle diverse Municipalità e per promuovere iniziative atte a sostenere l'educazione al senso civico e alla difesa della legalità tra le famiglie. Andrebbe attivato un numero verde SOS VIVIBILITA' URBANA, gestito dalla Prefettura.

La teoria delle broken windows in America, ha dimostrato che impedire l'emulazione dell'illegalità è il primo passo per espropriare i territori urbani alla delinquenza di strada. Ha funzionato nel Bronx di New York perché non dovrebbe funzionare qui? O dobbiamo continuare a pensare che a Napoli ne Dio ne altri potranno mai cambiare le cose? Che in questa città l'ordinario non è neanche straordinario...ma soprannaturale?»

Genitori e cittadini napoletani

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