Rieducazione, le cravatte realizzate dalle detenute di Pozzuoli

Vincenzo MorettaIl recupero della legalità passa anche attraverso la formazione professionale e il lavoro, strumenti fondamentali non solo per sicurezza sociale ma anche come prevenzione della recidiva. Si parte da questo assunto per presentare il progetto di formazione che ha portato le donne detenute nella casa circondariale di Pozzuoli a realizzare delle cravatte.

Un aiuto importante sarà quello dei commercialisti che offriranno un formazione professionalizzante che permetterà l’inclusione sociale: “I professionisti istruiranno i rudimenti di impresa, analizzando i processi base di una qualsiasi attività di produzione con corsi ed assistenza specifica” afferma Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli annunciando il protocollo di intesa per la formazione professionale all’interno degli istituti di pena come modello per l’inclusione sociale che verrà siglato da Ministero della Giustizia, Regione Campania, E.Marinella Srl/Maumari Srl e Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.

Creare un nuovo modello per implementare e valorizzare il lavoro all’interno delle carceri e per sostenere le azioni di reinserimento sociale delle persone detenute. È questo lo scopo ultimo del progetto per il quale è stato costruito il laboratorio di sartoria artigianale all’interno della casa circondariale femminile di Pozzuoli per il confezionamento di cravatte in dotazione al Corpo di Polizia penitenziaria. Il marchio E. Marinella, rappresentante dell’eccellenza sartoriale italiana nel mondo, ha accolto l’invito del Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) a sostenere il progetto fornendo mobilio e macchinari all’interno della struttura di Pozzuoli e ha messo a disposizione anche l’esperienza delle maestre artigiane più esperte del proprio laboratorio per un’attività formativa-lavorativa dedicata alle detenute. Le detenute hanno imparato a produrre cravatte che andranno in uso all’interno dello stesso Ministero della Giustizia.

Il risultato del lavoro sarà presentato al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, al Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo e al Cav. Maurizio Marinella. Il progetto si inserisce in una piattaforma a livello nazionale che vede protagoniste diverse realtà aziendali che hanno messo a disposizione il proprio know how nelle carceri.

“Siamo orgogliosi” spiega Maurizio Marinella “di essere pionieri, assieme al Ministro della Giustizia, della sperimentazione di un modello innovativo di formazione artigianale e reinserimento sociale alla cui visione ho subito aderito, grazie al Presidente Santi Consolo e al DAP. Stiamo lavorando da mesi con entusiasmo e senso civico. Inoltre – aggiunge – sono onorato di poter contribuire con il nostro design alla realizzazione delle cravatte istituzionali destinate alla Polizia Penitenziaria”.

“Il lavoro penitenziario va implementato con progetti di qualità e con il sostegno del mondo imprenditoriale esterno. Questa è la strada da seguire, se vogliamo realmente abbattere la recidiva. La scelta di vita nella legalità deve affermarsi durante l’esecuzione della pena, in continuità e accoglienza nell’ambiente libero. Il lavoro e la formazione sono strumenti formidabili per il riscatto sociale del singolo e per la sicurezza dell’intera collettività” ha detto il Capo del Dipartimento Santi Consolo.