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venerdì 19 Aprile 2024




PREMIO NAPOLI: gli scrittori entrano in carcere

Fondazione premio napoliIl Premio Napoli sarà assegnato per la 63esima edizione il prossimo 19 dicembre nel corso di una manifestazione che si terrà al Teatro Mercadante di Napoli. Intanto La Fondazione Premio Napoli conferma la sua missione sociale fissando gli incontri tra i finalisti e i detenuti delle carceri napoletane.

Il Premio Napoli, riconoscimento per la lingua e la cultura italiana assegnato dal 1954 agli scrittori italiani, è alle sue battute finali, tra pochi giorni saranno decretati i vincitori delle diverse sezioni. I finalisti della narrativa sono

Come di consueto, prima di conoscere il verdetto delle votazioni dei lettori, la Fondazione Premio Napoli, che promuove la ricerca nel campo della letteratura, delle scienze umane e sociali, ha organizzato gli incontri tra gli scrittori finalisti della sezione “narrativa”, Donatella Di Pietrantonio con “L’arminuta” (Einaudi), Andrea Inglese con “Parigi è un desiderio” (Ponte alle Grazie) e Andrej Longo con “L’altra madre” (Adelphi), e i detenuti delle carceri. I due appuntamenti fissati sono per il 18 dicembre alle 10 nel carcere di Poggioreale e per il 19 dicembre alle 10 nel carcere di Secondigliano.

Il 18 dicembre coordinerà l’incontro la giornalista Ida Palisi, mentre il 19 dicembre, coordinerà l’incontro la giornalista Donatella Trotta.  Interverrà il presidente della Fondazione Premio Napoli Domenico Ciruzzi.

Queste le trame dei romanzi in finale:

L’arminuta (Einaudi) di Donatella Di Pietrantonio. Scabro e duro questo romanzo ambientato in Abruzzo; ma anche tenero, di una tenerezza contenuta, pudica. Donatella Di Pietrantonio riesce a coniugare, con raffinatezza non esibita, le esigenze dello stile e quelle del racconto, facendoci entrare senza difficoltà nei panni dell’Arminuta, la ritornata, ovvero la ragazzina destinata a vivere due vite, riscoprendo ogni volta con paziente caparbietà ciò che la lega agli altri, al mondo. 

Parigi è un desiderio (Ponte alle Grazie)  di Andrea Inglese. Parigi come riflesso mitologico delle proprie aspirazioni, come verifica più autentica delle proprie capacità, come scenario incarnato delle proprie riflessioni: tante le sfaccettature della metropoli che Andrea Inglese vive e descrive con empatia profonda attraverso una scrittura mossa, aperta, una scrittura che traccia i contorni degli eventi per poi analizzarli e metabolizzarli con altrettanta cura.  

L’altra madre (Adelphi) di Andrej Longo. I vicoli di Napoli, dove tutto può accadere, dove si vive alla giornata, dove i motorini sgommano compiendo vanagloriose acrobazie; e la citta collinare con i suoi negozi eleganti, i suoi vestiti griffati, seducenti, tentatori. Adoperando un linguaggio che aderisce perfettamente ai personaggi, Andrej Longo racconta una storia dove ognuno non fa che recitare con proterva convinzione il ruolo che ritiene gli sia stato assegnato.

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