#ilgridasnonsitocca

L’ I.A.C.P. chiama in causa il Gridas per occupazione abusiva

gridasIl 23 dicembre 2015 lo I.A.C.P. (Istituto Autonomo per le Case Popolari) chiede il Gridas di comparire in una nuova causa, questa volta civile: il 10 maggio 2016, nei locali di ordinaria udienza del Tribunale di Napoli siti al Centro Direzionale nel nuovo Palazzo di Giustizia, il Gridas sarà di nuovo sotto processo. 

Il Gridas, luogo storico che ha scritto la storia sociale e culturale di Scampia (in via Monte Rosa 90/b, Ina Casa) si difende con #ilgridasnonsitocca e chiede a tutti di firmare la campagna: http://www.felicepignataro.org/il-gridas-non-si-tocca/. 

Pubblichiamo l’appello del Gridas:
Lo I.A.C.P., ripercorrendo le vicende giudiziarie degli ultimi anni e la causa penale da cui risultiamo assolti “perché il fatto non sussiste” e citando il tentativo di mediazione e l’intervento del Comune di Napoli – Assessorato al Patrimonio che di fatto è fallito, ci rinfaccia ancora che “occupiamo senza titolo” lo stabile di sua proprietà.
Nella citazione si fa anche riferimento al fatto che, nel corso della mediazione, lo I.A.C.P. aveva proposto che il bene offerto in permuta dal Comune fosse dato direttamente al GRIDAS al posto di quello occupato abusivamente ma che il GRIDAS non aveva accettato lo scambio, dichiarando “di non essere interessato a nessun altro immobile diverso da quello occupato”. Si precisa, inoltre, che tutte le parti riconoscono esplicitamente che la proprietà dell’immobile sia dello I.A.C.P. e che il GRIDAS riconosce di esserne occupante abusivo. Sicché si chiede all’Autorità Giudiziaria di procedere per una condanna al rilascio dell’immobile occupato dal GRIDAS in favore dello I.A.C.P. 
Tutto vero quanto ci viene contestato, ma si omettono alcune precisazioni che ci sembrano non di poco conto per chiarire la nostra posizione.
 Intanto, precisiamo che il GRIDAS utilizza solo una parte dell'immobile in oggetto e non l'intero piano terra, né l'intero primo piano, mentre non ha mai utilizzato l'area esterna.
 E' vero che l'occupazione avviene "senza titolo", ma il GRIDAS lo utilizza per attività sociali aperte alla cittadinanza, conferendo alla struttura il ruolo di centro sociale per cui è nata e rendendola di fatto disponibile come tale per il quartiere.
 Si omette, inoltre, che lo I.A.C.P. in più di 30 anni di "occupazione abusiva" non si sia mai preso cura della struttura né della sua manutenzione, sia ordinaria sia straordinaria. Non lo ha fatto nel 1987, quando i terremotati che occupavano abusivamente il primo piano della struttura, andarono via nelle case loro assegnate lasciando il primo piano di detta struttura completamente devastato. Non lo ha fatto quando nel 1988 un incendio accidentale distrusse completamente un salone al pian terreno.
Il GRIDAS in questi anni ha cercato più volte di regolamentare la propria posizione, già quando Felice Pignataro era ancora in vita, non ricevendo risposta alcuna dallo I.A.C.P., da che si evince che lo I.A.C.P. era ampiamente a conoscenza della presenza "abusiva" e dell'operato del GRIDAS nella struttura.
E' vero che il GRIDAS dichiara di non essere interessato a nessun altro immobile diverso da quello in questione, ma si omette che in detta struttura è nata e si è sviluppata l'opera del GRIDAS e che sui muri vi sono i murales di Felice Pignataro, artista la cui opera è stata ufficialmente riconosciuta tant'è che a Felice Pignataro e alla sua azione sociale è stata dedicata una stazione della metropolitana di Napoli. Per non parlare della quantità di persone, provenienti non solo da Napoli, ma da tutta Italia e dal mondo intero, che ogni anno visitano il centro sociale, proprio in quanto sede storica del GRIDAS che ne ha fatto un punto nevralgico per la diffusione culturale.
In tal senso, è vero che il GRIDAS "si riconosce occupante abusivo", ma si omette che la nostra posizione è quella espressa dallo stesso.
Un'ultima precisazione ci sembra doverosa e non di poco conto: forse non si è a conoscenza del fatto, o si finge di non sapere, che sulla struttura in oggetto più volte si sono allungate le mire di gruppi più o meno criminosi, in un quartiere in cui gli spazi abbandonati sono quasi sempre oggetto di utilizzo improprio della criminalità organizzata. La presenza del GRIDAS in questo stabile, che ribadiamo sia stato di fatto abbandonato alle sue sorti da oltre trent'anni dal "proprietario" I.A.C.P., ha di fatto arginato l'espansione di detti soggetti quantomeno negli spazi utilizzati dal GRIDAS. Utilizzo che, sottolineiamo, non è mai stato "personalistico", ma sempre mirato alla restituzione al quartiere di un bene di cui veniva privato.
E' questo che, in sostanza, ci è stato "riconosciuto" anche nella sentenza penale che "non ha ritenuto di dover procedere" nei nostri confronti: in realtà non vi è stato un “non luogo a procedere” ma si è proceduto e alla fine del processo vi è stata una assoluzione. Le motivazioni, in particolare, fanno riferimento alla mancanza dell'elemento della pauperazione del bene, anzi l'attività degli occupanti ha fatto in modo che il bene non solo non si svalutasse ma si apprezzasse anche economicamente. E' questo accanimento verso una realtà che di fatto fa e promuove cultura, in un territorio in cui è appurato che la cultura possa costituire un argine alla criminalità organizzata, che ci sembra oltremodo fuori luogo.
Precisato ciò, ovviamente non staremo con le mani in mano a farci sgomberare e siamo certi di avere vicina e dalla nostra parte la maggioranza della società civile napoletana e non solo.
Queste considerazioni ci rendono consapevoli del fatto che la strada intrapresa sia quella giusta.
Facciamo nuovamente appello a tutti quelli che, in questi anni, ci hanno mostrato la propria vicinanza poiché non difendiamo solo la sede del GRIDAS, ma un luogo storico che ha scritto, e continua a farlo, un pezzo di storia di Scampia e non solo”.

Info: http://www.felicepignataro.org/gridas

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