Randagismo, Sergio D'Angelo: carenze dettami legge regionale

Randagismo«La presenza di animali di compagnia nelle case è aumentata, soprattutto nel periodo della pandemia, eppure sono tanti gli amici a quattro zampe che ancora non hanno trovato famiglia e per cui non esiste da parte delle istituzioni, tantomeno dalle amministrazioni comunali, attenzione alle loro esigenze né a coloro che li hanno adottati.  A supplire queste mancanze, ci pensa il volontariato che ne regge il peso nella quasi totalità, con operatori stanchi e demotivati». 

Lo ha spiegato Sergio D'Angelo, candidato sindaco della città di Napoli, sostenuto dalle liste civiche "Tutto il bello di Napoli con Sergio D’Angelo", "La Città che vogliamo con Sergio D’Angelo" e "Lista civica per Napoli – SiAmo Napoli".

LA LEGGE REGIONALE 3/2019

«Molte sono le carenze dei dettami della legge regionale campana n. 3/2019 -  ha proseguito D'Angelo - che attribuisce alcune funzioni al Comune e di queste a Napoli ben poche sono quelle effettivamente attuate. In particolare, non risulta attuato il risanamento delle strutture canili esistenti, l’attivazione di controllo del territorio sull'esistenza dei cani randagi con la segnalazione della presenza attraverso la polizia municipale. Non sono state realizzate aree di verde pubblico riservate ai cani né la promozione di campagne di sensibilizzazione e responsabilizzazione sul possesso di un animale e iter per la cessione di un animale al Comune, per evitarne l'abbandono».

IL RANDAGISMO

«Per il randagismo - ha sottolineato l'aspirante alla poltrona di primo cittadino - è opportuno richiedere e assicurare l'implementazione del personale medico e degli operatori Asl per aumentare il numero assolutamente insufficiente di sterilizzazioni che è del tutto irrisorio. Per aiutare questo processo va creato un sistema per un censimento rapido attraverso una App e devono essere create effettive convenzioni attive con i veterinari privati per l'implementazione delle sterilizzazioni».

SERVIZI COLLATERALI ALL'ASSISTENZA SANITARIA PUBBLICA

«L'altra cosa che non viene mai assicurata - ha concluso - sono i servizi collaterali all'assistenza sanitaria pubblica: occorrerebbe creare un'agenzia che possa sopperire a quanto la sanità pubblica veterinaria non fa o non può fare, dotandola dei mezzi idonei per organizzare, in collaborazione attiva con le Asl, tali servizi che, se affidati a un volontariato esperto e professionalizzato può sollevare di non poco da un compito oneroso e sfiancante il volontariato attivo autofinanziato o soggetto a demoralizzanti e umilianti collette».