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venerdì 29 Marzo 2024




Ddl Zan, le associazioni di Napoli: «Necessarie modifiche»

ddl zan«Associazioni e centri anti-violenza della realtà napoletana da sempre a fianco delle minoranze oggetto di  discriminazioni, condividono appieno  la lotta all’omotransfobia con una legge ad hoc per punire  la violenza  e sostenere la libertà di espressione nel  campo dell’orientamento sessuale.

Per questo pur appoggiando la legge in discussione intendono fare sentire la loro voce sulla necessità di alcune modifiche». Lo scrivono in una nota congiunta Arcidonna, Donne Insieme, Salute Donna, Terra di lei, Udi Napoli.

In particolare, le associazioni ritengono  che  «il tema nel dibattitto attuale su quello  che debba intendersi  per genere e sesso nonché per identità sessuale e di genere sia estremamente scivoloso e si presta a interpretazioni ambigue». Chiedono quindi «che tale tema sia estrapolato dal DDL e ricondotto  nell’alveo di un dibattitto approfondito, nel sociale prima che in parlamento, perché investe questioni filosofiche, morali, educative, sanitarie e mediche che impattano nella vita quotidiana di tutti e tutte e soprattutto sulle generazioni future e sul loro sviluppo. Tale dibattitto deve essere sottratto oggi e con urgenza al clima avvelenato di fazioni contrapposte che seminano odio nel momento in cui reclamano diritti e leggi contro l’odio».

Nel comunicato, le associazioni parlano inoltre dei «rischi che si profilano per coloro che da sempre lottano contro la violenza maschile sulle donne. Da questo punto di vista condividiamo pienamente la posizione delle femministe spagnole aderenti al PSOE sulla questione centrale che, se il genere sostituisce il sesso, si offusca la realtà della situazione di disuguaglianza strutturale tra donne e uomini e si depotenzia la forza necessaria ad abbatterla. La diseguaglianza che in pieno terzo millennio ci fa ancora parlare dell’asimmetria di potere uomo-donna, del gender gap nell’economia e nei salari e che attribuisce il primato della povertà nel mondo alle donne è ancora qui ed ora, ed una legge sull’identità di genere percepito non serve a superarla ma al contrario ad occultarla. Su questa disuguaglianza strutturale che il sesso suppone si basa la discriminazione, la violenza sessista e l’assenza di pieno riconoscimento della cittadinanza delle donne e delle bambine».

«Come rete anti-violenza – concludono -  siamo prima di tutto a fianco delle donne e dei loro diritti e siamo contro operazioni ideologiche di camuffamento di una realtà in cui la parità  tra uomo e donna che non si è mai realizzata de facto; così come siamo contro il richiamo al genere unificato  e percepito, non modulato sull’appartenenza ad un sesso che  si intende invece  annullare con un colpo di spugna».