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Giovedì 18 Aprile 2024




Associazioni ambientaliste dall’assessore Felaco: ribadita la richiesta di revoca dell’affidamento della Villa Comunale a privati

Villa ComunaleSi è tenuta presso il Comune di Napoli e in simultaneo collegamento in remoto e con la partecipazione anche del Presidente della Commissione Urbanistica, Mario Coppeto, la riunione con l’assessore al Verde Luigi Felaco, sollecitata dalle associazioni ambientaliste napoletane in merito alla novità prodottesi sia relativamente alla riqualificazione dei parchi municipali ed urbani a fronte degli ingenti finanziamenti sia della Regione che della Città Metropolitana, ma soprattutto con riguardo alla convenzione con concessione per la manutenzione della Villa Comunale all’Associazione Premio  GreenCare e all’impresa Euphorbia.

L’intento delle associazioni ambientaliste è stato quello di ribadire anche con la imprescindibile richiesta di revoca di tale concessione, l’impegno da loro profuso in questi anni perché l’Amministrazione Comunale si dotasse, in linea con i dettami della Legge 10/2013 e con le Linee Guida del Ministero dell’Ambiente sulla gestione del Verde, del Censimento, Regolamento, Piano del Verde, anche con l’insediamento di un’apposita Consulta  tesa a favorire trasparenza e partecipazione per attuare una coerente strategia di potenziamento della rete ecologica, delle infrastrutture verdi e oggi più correttamente di forestazione urbana utile a contrastare gli altissimi livelli di inquinamento atmosferico e le criticità connesse ai cambiamenti climatici.

Una strategia sul verde urbano volta a superare gli standard dell’ormai datato DPCM 1444/68 e la anacronistica e riduttiva funzione di verde attrezzato, laddove il verde, anche quello storico da tutelare nelle sue valenze paesaggistiche e di memoria, deve essere integrato in un vero e proprio tessuto connettivo della città occupando anche gli spazi liberi incolti per coniugare biodiversità e ruralità, contrastare il consumo di suolo e contribuire alla resilienza della città.

Le associazioni del Manifesto per il Verde sono giunte finache a fine  2019, a conclusione di una successione di incontri allargati anche ad altri soggetti associativi e tecnici svolti presso la sede del Comune e in maniera volontaria per circa un anno e mezzo, ad articolare e consegnare ufficialmente una proposta di Regolamento del Verde pubblico e privato di Napoli che potesse avviare il necessario processo partecipativo per l’approvazione in Consiglio Comunale, oltre all'offerta di indirizzi al Piano,  una strutturazione della Consulta ed un approfondimento di regole per gli affidamenti.

Gli inascoltati appelli legati al dare sostanza a quel lavoro che sono seguiti da quella data, hanno anche prodotto la discutibile strategia di spesa dei circa 30 Meuro con l’aggiunta di 5 Meuro per ulteriori acquisti di specie arboree ed arbustivi, strategia che ha comportato, almeno per quanto attiene ai fondi regionali, una ben esigua ricaduta sul verde (meno del 5%), privilegiandosi le opere murarie e le attrezzature di arredo e ricreative. E, valutando gli studi di fattibilità propedeutici alla progettazione esecutiva e alla realizzazione delle riqualificazioni dei parchi comunali è facile presumere che simile ricaduta sul verde avranno anche i fondi della Città Metropolitana, essendo analoghe a quelle dei parchi municipali le categorie di intervento previste per la spesa.

Ma la mancata dotazione di Censimento, Regolamento e Piano del Verde ha anche prodotto la stortura della concessione per la manutenzione triennale della Villa Comunale, la villa del popolo, gravemente compromessa dai lavori della Linea 6 della Metropolitana e che versa in condizioni di degrado a tutti note ad una ditta già individuata e pagata da una Associazione del terzo settore con soldi che saranno erogati dopo la concessione per beneficiare/godere/ dei benefici fiscali.

Le associazioni hanno compiutamente evidenziato all’Assessore Felaco e al Presidente Coppeto le principali criticità dell’atto riassumibili nelle note seguenti.

Nell’Avviso per la Manifestazione d’Interesse del giugno 2019 si parla di collaborazione di enti del terzo settore normata da convenzione per una durata massima di un anno, dato il carattere sperimentale dell’iniziativa e invece nella Deliberazione n. 100 del marzo 2021 viene approvato dalla Giunta un Piano Triennale di manutenzione della Villa Comunale e dato in concessione per tre anni. Questa associazione, che molto presumibilmente non ha i requisiti di una stazione appaltante, incarica senza evidenza pubblica l’impresa Euphorbia la quale redige direttamente (e non Premio GreenCare che stipula la convenzione) il progetto e il quadro economico relativo ai suoi compensi, ottenuti integralmente senza alcun ribasso, come avviene in quasi tutte le gare.

Ma questione ben più grave sollevata dalle associazioni all’Assessore e al Presidente della Commissione Urbanistica riguarda gli 850.000€ garantiti dall’Associazione Premio Green Care, fondi che in realtà dovranno ancora essere raccolti con l’Art Bonus dalla stessa associazione che si può iscrivere sulla piattaforma solo perché ha in concessione la Villa Comunale. Cosa che ha fatto in tempi recentissimi ma senza poter indicare il progetto proprio perché l’iter di rilascio non è ancora concluso Se nell’avviso fosse stata garantita tale opportunità quante altri enti del terzo settore avrebbero partecipato e perché non si è iscritto direttamente il Comune su Art Bonus, avendo la diretta proprietà del bene?

Altra contraddizione evidenziata dalle associazioni ambientaliste è stata la coesistenza sulla Villa Comunale del finanziamento a valere su Fondi della Città Metropolitana di 2Meuro, per la cui spesa è stata già avviata la procedura pubblica da parte del Comune, distinta tra la fase progettuale e quella di appalto all’impresa.

Questa procedura ha tempi brevi tanto da potersi presumere che entro l’estate saranno appaltati i lavori. Cosa succederà nella Villa Comunale con due imprese operanti? Ed Euphorbia non concorrerà? Chi gestirà la logistica del cantiere? Perché il Comune avendo la possibilità di valutare anche un maggiore finanziamento per la Villa Comunale ha inteso limitarlo ai soli 2 Meuro e accettare poi il sostegno di anonimi benefattori che doneranno 850.000€ all’associazione solo dopo che la stessa avrà ottenuto la concessione?

È  chiaro che il vulnus che ha prodotto queste evidenti criticità  è nell’assenza degli strumenti ordinatori, Censimento, Regolamento, Piano del Verde e lo spazio trasparente di confronto della Consulta, che avrebbero consentito non solo di disciplinare correttamente le forme pur auspicate di collaborazione tra pubblico, privato e privato sociale, ma soprattutto avrebbero garantito una strategia che gerarchizzasse le priorità di intervento senza spalmare i fondi su tutti i parchi ma con cifre dichiaratamente insufficienti (visto che poi si chiede il sostegno del terzo settore) a riqualificare correttamente il verde e non le aree attrezzate.

Il lungo confronto sulle criticità prodotte da una forse troppo affrettata deliberazione, anche suffragato dalle giuste riflessioni poste dal Presidente Coppeto, ha indotto l’Assessore Felaco a ringraziare le associazioni, riconoscendone ancora una volta la loro coerenza nell’agire, e a ravvisare l’opportunità di un approfondimento, anche in sede di Avvocatura, della procedura messa in atto, se non altro in doverosa autotutela dell’Amministrazione Comunale.

Ulteriore elemento di soddisfazione per le associazioni è stata la promessa dell’Assessore ad attivare le procedure per dotare il Comune degli strumenti ordinatori di cui alla Legge 10/2013, partendo dal contributo offerto dagli ambientalisti insieme a tecnico esperti ben due anni fa di una prima ipotesi di Regolamento, indirizzi di Piano e forma della Consulta. Le associazioni hanno accolto positivamente questo pur tardivo proponimento, chiarendo che sarebbe pregiudizievole per il corretto avvio dei lavori non revocare la concessione che si sta dando della Villa Comunale, atto maturato in maniera disordinata e affrettata in assenza degli strumenti ordinatori, di cui invece ora opportunamente ci si vuole dotare. E perché non rinviare alla riqualificazione prodotta della Villa con i fondi della Città Metropolitana le modalità di coinvolgimento del privato e del terzo settore (che vanno ben distinti negli specifici ruoli) secondo le norme previste da tali strumenti? 

Altresì positiva è stato, infine, il riscontro dato dall’Assessore Felaco, ancor più avallato dal Presidente Coppeto, all’opportunità di individuare anche con il contributo delle associazioni le modalità per includere il Piano del Verde nella formulazione del PUC in corso, obiettivo utile ad acclarare il ruolo strategico del verde per rendere Napoli una città sostenibile e resiliente, avallando la recente scelta del Comune di entrare nel network delle Green City.

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