Record di detenuti in custodia cautelare e detenzioni ingiuste, la denuncia di Antigone

prison 553836 960 720L’Italia ha il tasso più alto d’Europa (40%) di detenuti in custodia cautelare contro il 25% degli altri paesi. Solo da noi esiste la presunzione per i reati di mafia. In nessun paese i processi durano una vita. Il più alto tasso di ingiuste detenzioni, ergo errori giudiziari lo abbiamo noi. Dal 92 al 2016 abbiamo speso 642 milioni per ingiusta detenzione.

Per non parlare di decine di milioni dei costi delle indagini. A denunciarlo è l’associazione Antigone attraverso il XIII Rapporto sulle condizioni di detenzione. L’articolo 5 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) dispone che ogni persona ha il diritto alla libertà ed alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà tranne nei casi esplicitamente richiamati dall’articolo 5 e nei modi prescritti dalla legge e la norma impone delle garanzie quanto all’informazione circa il capo d’accusa, alla traduzione innanzi all’autorità giudiziaria, al diritto ad essere giudicato in un lasso di tempo ragionevole o di essere lasciato libero durante la fase delle indagini, all’accesso ad un riesame rapido ed efficace ed al diritto al risarcimento in caso di violazione dell’articolo 5 stesso. Fino a pochi anni fa l’Italia deteneva il primato in Europa per il tasso di detenuti non definitivi, arrivando all’incredibile tasso del 51,3% nel 2008 e, non a caso, ha subito (specie fino al 2010, quando il tasso era pari al 42,2%) numerose condanne per violazione dell’articolo 5 della CEDU per l’eccessivo periodo di detenzione preventiva e l’assenza di effettive garanzie nei procedimenti sottesi all’applicazione di misure cautelari detentive.

Il Parlamento Italiano ha introdotto, a partire dalla legge 94/2013, nuove leggi che hanno sicuramente limitato fortemente il ricorso alla custodia cautelare in carcere e previsto garanzie processuali ulteriori rispetto al passato nelle procedure di applicazione, modifica ed estinzione delle misure cautelari detentive.

Sta di fatto che i soli interventi legislativi non risolvono il problema della diffusa applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei soggetti più vulnerabili e basati contra legem sulla sola sussistenza di precedenti penali e, in definitiva, con motivazione formale. Maggiori informazioni qui

https://www.antigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/01-custodia-cautelare/