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Domenica 1 Ottobre 2023




Pompei patrimonio dell’umanità? Sì, ma non dei disabili

Breve viaggio nell’inaccessibile città antica, e qualche proposta per renderla più “sociale”.

disabili-pompeiCancelli chiusi, rampe che non portano a nulla, bagni inaccessibili, transenne che si trasformano in insormontabili ostacoli, che ne è stato di Friendly Pompei, il percorso inaugurato tre anni fa per rendere fruibili gli scavi archeologici ad anziani e disabili? Sembra anch'esso inghiottito dalla lava di disservizi e cattiva gestione che sta travolgendo il sito, trasformandolo da meraviglia planetaria in scandalo nazionale.

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Qua e la resta solo qualche cartello sbiadito, già testimonianza archeologica di ciò che sarebbe dovuto essere e non è. Nessuno ha pensato di rimuoverli lasciando i fiduciosi visitatori seguire presunti percorsi agevolati che non portano a nulla. "Colpa dei crolli", allargano le braccia i custodi a chi ne chiede ragione.All'indomani dell'approvazione del decreto Valore Cultura che sulla carta prevede importanti stanziamenti economici e una sostanziale riorganizzazione burocratica per salvare il sito, Pompei appare all'anno zero. Delle 40 domus per cui si muovono da ogni parte del mondo milioni di visitatori ne restano aperte quattro, colpa di crolli e mancanza di personale. Sbirciando attraverso le tante grate che chiudono gli accessi si osservano in più punti i detriti di intonaco venuti giù dalle pareti, le travi dei ponteggi arrugginite, il legno dei supporti spaccato e sul punto di cedere. Ai gruppi di turisti fanno da capannello cani randagi scodinzolanti e ben voluti, presenza simbolo di uno dei tanti sprechi di un modello di gestione fondato sull'emergenza: per limitarne il proliferare fu approvato un progetto da 150 mila euro, si costruirono persino delle comodissime cucce, ma finito l'intervento non si è fatto nulla per convincere i destinatari a quattro zampe del l'obbligo delle nuove disposizioni. "E' uno scandalo, inutile tentare di nascondere l'inefficienza. Per orgoglio e amore di questo luogo, in passato tendevamo a censurare quanto non funzionasse, ma ora io e molti colleghi sentiamo la responsabilità di lanciare un grido d'allarme", dice una guida, che preferisce restare anonima.
"I problemi sono cominciati venti anni fa quando si è sostituita la manutenzione ordinaria e quotidiana con la logica dell'intervento eccezionale", spiega Antonio Irlando, architetto, autore di apprezzatissime guide turistiche del sito e presidente dell’Osservatorio Patrimonio Culturale. “Si è disperso un patrimonio di maestranze locali che per decenni avevano garantito l'ottima conservazione degli scavi per preferire gli interventi di ditte esterne sulla base di grandi appalti occasionali".disabili-pompei-2

Eppure mentre si gettavano le basi del disastro, si raccontava una realtà diversa. Proprio come nel caso di Frendly Pompei, tre ore di percorso attraverso le meraviglie del sito, dedicate ad anziani e a disabili motori. Era il 2010 e dopo appena tre anni della tanto proclamata accessibilità resta ben poco. Si comincia dall'ingresso: la rampa di accesso dalla entrata principale di Porta Marina e' ripida e scivolosa, per i disabili e' previsto un ingresso dalla zona dell'anfiteatro. Qui però il cancello e' chiuso. Bisogna tornare alla biglietteria principale, "per carenza di personale non sempre l'altro ingresso può essere custodito", spiega l'addetto, "se si è in carrozzina occorre chiamare in Sovrintendenza e organizzarsi". Se si è fortunati e si supera il primo ostacolo si scopre poi che i percorsi per disabili sono solo sulla carta. Le rampe ci sono, ma non portano a nulla, talvolta si interrompono all'improvviso, lasciando al malcapitato visitatore in carrozzina solo la vista di un inesplorabile orizzonte, altre volte invece continuano sul lato opposto della strada, costringendolo all'impresa di guadare l'antico e sconnesso basolato. "Meraviglioso, un posto meraviglioso. Certo e' che si potrebbero migliorare un po' le cose", dice una signora americana in carrozzina, "sono di Las Vegas, da noi è tutto nuovo ed è facile prevedere percorsi per disabili. Ma qui è talmente bello e poi ci sono tante persone disponibili”. Si riferisce ai custodi che l'aiutano sollevandola lì dove la carrozzina non può spingersi da sola. La buona volontà non sempre basta ad impedire il verificarsi di episodi incresciosi. Sono gli stessi addetti alla sorveglianza a raccontarlo: tante volte hanno visto turisti fare da portantini per disabili lungo le tre rampe di scale che portano alla zona dei bagni. “Quando ce ne accorgiamo interveniamo e mettiamo a disposizione i nostri servizi igienici che sono più accessibili”, raccontano, “E'una situazione mortificante”.

L'annunciato piano di salvataggio dovrebbe tenere conto anche di questo. “Gli interventi per l'accessibilità in un sito come questo devono confrontarsi una serie di difficoltà oggettive. Ma tutto è superabile”, dice Irlando, “Proprio come si dovrebbero recuperare le maestranze di un tempo, quelle che conoscevano ogni singola pietra del sito e sapevano come trattarla ogni giorno perché non si rovinasse, allo stesso modo occorrerebbe coinvolgere nella progettazione di percorsi accessibili le associazioni per disabili e studiare sulla base della loro esperienza progetti che siano condivisi e più efficienti”. Pompei ha il dovere di riuscirci: “Deve diventare un luogo dell'integrazione, ne ha tutto il potenziale. Qui ogni giorno si incontrano migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo”, continua Irlando, “Posso assicurarvi che negli anni ho raccolto le impressioni di moltissime persone depresse o con deficit emotivi di altro tipo che raccontavano di come avessero beneficiato della magia del luogo e della condivisione con gli altri. Un'altra ragione per restituire a questo luogo il rango di patrimonio universale dell'umanità”.

Luca Romano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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