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Viaggiando sulle linee dei bus anm, della cumana, della circumflegrea e della circumvesuviana abbiamo ascoltato gli utenti abituali sui disservizi, i ritardi e le corse mancate dei trasporti napoletani e abbiamo chiesto il parere a Federconsumatori che li rappresenta. Dal fallimento dell'Eav bus, agli scioperi, all'abolizione dell'"Unico" il dissesto dei mezzi pubblici rende la vita difficile a tanti, in particolare a pendolari e disabili.
Il viaggio impossibile dei pendolari del trasporto pubblico.
“Può una freccia scoccata da un punto A raggiungere le sua meta nel punto B dovendo attraversare tutte le frazioni di uno spazio infinitamente divisibile?” domandava alla logica il filosofo campano Zenone di Elea, scoprendo un paradosso che a distanza di 2500 anni è diventato pane quotidiano per chi affida la propria mobilità al sistema di trasporto locale: “Potrò arrivare da casa al lavoro dovendo percorrere le infinite insidie prodotte da corse saltate, ritardi, guasti e scioperi?” si chiede l’utente abituale dei mezzi pubblici.
Il presidente di Federconsumatori sulle condizioni del trasporto pubblico.
“E’ paradossale: ovunque aumenta la domanda di servizio pubblico a causa dell’aumento del costo di benzina e assicurazioni, per un’ accresciuta sensibilità ambientale, per la necessaria pedonalizzazione dei centri storici, e a Napoli sono sempre di più gli utenti non disposti a rinunciare all’automobile”, spiega Rosario Stornaiuolo, presidente regionale di Federconsumatori, che negli ultimi mesi sta raccogliendo numerose denuncie sui disservizi dei trasporti pubblici.
Puzio della Cgil: “Negato il diritto di cittadinanza”.
Nei giorni in cui monta la rabbia di migliaia di pendolari per i continui disservizi, in Campania c’è chi già da tempo si vede negato il diritto alla mobilità con il trasporto pubblico. Per i disabili è letteralmente impossibile salire su un autobus o su un treno. Barriere architettoniche invalicabili per chi ha deficit motori, ma anche sensoriali. Eppure la convenzione Onu imporrebbe come un obbligo l’immediata rimozione degli ostacoli.
La protesta di UnicoCampania: “Così maggiori costi e inefficienza del servizio”.
Dal 1 gennaio 2013 per muoversi nella rete di trasporto pubblico locale non sarà più necessario acquistare un biglietto UnicoCampania. Torneranno i biglietti per le singole aziende con un costo ridotto del 10 percento. Lo stabilisce una delibera dell’assessorato regionale ai Trasporti “per favorire”, si legge, “gli utenti in un momento di congiuntura negativa”. Il Consorzio ribatte: “Le aziende dovranno avere più personale e gli introiti saranno minori”.