La canzone di Filomena, capace di unire cultura e fede

Uno spettacolo teatrale denso di riferimenti all'attualità. 

la-canzone-di-filomenaCultura e fede, i Quartieri Spagnoli e la città, il teatro e la musica, la storia e la letteratura, l'attualità e la speranza: la loro unione non è sempre scontata. Eppure, "La canzone di Filomena" ci è riuscita, in un solo pomeriggio. Questa è la storia di come ha fatto, e dei talenti, delle risorse, che ci hanno lavorato.

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Vico Tre Re a Toledo è una di quelle viuzze che nascono nella strada dello shopping, davanti al Banco di Napoli, e portano su, nei Quartieri Spagnoli. Al numero 13, c'è un piccolissimo santuario, quello di Santa Maria Francesca  delle Cinque Piaghe di Gesù: l'esiguità dello spazio in cui si concentra, però, è inversamente proporzionale alla sua notorietà perché Santa Maria Francesca, l'unica santa napoletana canonizzata, è la "santarella", la vergine delle stigmate, la santa della fertilità, quella cui si rivolgono le donne sterili e quelle che bisognano di un aiuto per la gravidanza, e nella parte alta del santuario, in quella che un tempo era casa sua, è custodita anche la sedia, considerata miracolosa. Intorno è un fiorire di ex voto, di fiocchi rosa e celesti, di attese e di preghiere. Scegliere questo luogo per una rappresentazione teatrale, significa legare intrinsecamente le voci e le parole ad un culto, più che di fede, di speranza. "La canzone di Filomena" è un testo di Maurizio De Giovanni: il noto scrittore napoletano questa volta si concentra sulla figura di una ragazzina e attraverso i suoi occhi, grandi, neri e senza pianto, racconta di una violenza sessuale e della possibilità di superarla. Non era semplice e non era scontato riuscire a connettere elementi tanto diversi, ma, come in una staffetta, Tina Femiano,  attrice napoletana di teatro e televisione, ha preso in carico il progetto e l'ha portato alla riuscita con la sua voce, la sua emozione, il suo talento, ancora una volta confermato (se ce ne fosse stato il bisogno). Inserita nel progrmma del "Maggio dei Monumenti", la rappresentazione si è tenuta sull'altare della chiesetta dedicata alla santa, e anche la musica ha fatto la sua parte per contribuire alla sua riuscita, con il violino della giovanissima Aurora Sanarico.  

Al termine della lettura, curata da Carmen Femiano, è difficile contenere le emozioni, slegarle, riuscire a distinguere se si è felici per aver scoperto un altro pezzo della città, della sua storia, dei suoi talenti, o se si è fatto omaggio alla memoria di una ragazzina che benché esista solo nella letteratura, ci dice di quanto le donne spesso devono sopportare per riuscire a mantenere non solo la bellezza, la forza, la natura di madre, ma anche e soprattutto la fede, quella che va oltre la speranza, la certezza di poter dormire senza paura, sicure che nessuno potrà toccarle, non oggi, non questa notte.

RF  

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