“Nessun comune aveva fatto tanto per i diritti degli omosessuali”

Il presidente dell’Arcigay di Napoli spiega gli effetti delle delibere sulle coppie di fatto

gay“Da Napoli può partire un movimento nazionale per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto”, Fabrizio Sorbara, presidente cittadino dell’Arcigay, esulta per la decisione del Comune di istituire il Registro delle unioni civili e il Certificato di attestazione di famiglia anagrafica. “E’ la prima città in Italia ad aver adottato entrambi gli strumenti”. Prossimo step: Salerno, che si candida ad ospitare il prossimo Pride regionale.

Cosa comporterà la decisione della Giunta di adottare le due delibere?

“E’un risultato importantissimo, il combinato dei due strumenti garantisce una serie di diritti. Con il certificato le coppie di fatto, etero o omosessuali che siano, potranno, ad esempio, partecipare ai bandi per l’assegnazione di case popolari, o potranno accedere al capezzale del congiunto in ospedale. E ancora una persona, come avviene per una moglie o un marito, non avrà più l’obbligo di testimoniare in un processo contro il convivente. Credo che si tratti di diritti sacrosanti, che pure ci vengono così difficilmente riconosciuti ”.

Il registro, invece?

“Ha un grandissimo valore simbolico. E’ un riconoscimento pubblico della legittimità delle coppie di fatto ed un primo passo  per ottenere l’uguaglianza nei diritti fondamentali. Penso alla reversibilità della pensione, o alla possibilità di disporre del corpo del proprio caro, o ancora alla comunione dei beni”.

Per quello occorrerà una legge nazionale.

“La nostra è una strategia dal basso. Cerchiamo di sensibilizzare in primo luogo i comuni, l’obiettivo è di creare le condizioni affinché Governo e Parlamento si ritrovino a ratificare una realtà già in atto. Dopo Napoli,il comune di Salerno già ha annunciato l’intenzione di creare un registro. E siamo fiduciosi di incontrare a breve il presidente Caldoro per proporre misure e iniziative che riguardino la Regione”.

Quante persone crede che ne beneficeranno?

“Non sono in grado di fare una stima numerica. Un limite di una misura comunale  è costituito dal fatto che entrambi i conviventi debbano risiedere in città da almeno un anno. Possibile che all’inizio siano poche, ma con il tempo cresceranno. Anche perché saremo noi a spingere con una campagna di adesione. Si tratta di una grande opportunità”.

Cosa pensa delle resistenze della Curia?

“La Chiesa ritiene che la famiglia tradizionale sia in pericolo. Se si pensa alle politiche di sostegno degli ultimi anni posso condividere la preoccupazione. Ma sbagliano a puntare l’indice: non è certo la creazione di altri istituti ad attentare alla stabilità della famiglia. L’argomento secondo cui le nostre rivendicazioni non sarebbero prioritarie è intollerabile. Per i diritti non esistono gerarchie, è una questione di equità. E spero che questo principio venga fatto proprio dal nuovo Governo”.

Negli ultimi anni a Napoli ci sono stati diverse aggressioni omofobe. Quale è la situazione attuale?

“Aver ospitato il Pride nazionale e la disponibilità delle Istituzioni ha migliorato apparentemente la situazione. In realtà ci arrivano ancora tante, troppe, segnalazioni di aggressioni verbali e fisiche, in strada come sui posti di lavoro. Resta ancora molto da fare, ma registriamo anche segnali incoraggianti”.

Luca Romano

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