Perché sia davvero festa

carmela mancoL'8 marzo è la festa della donna. E sono tante le donne che non conoscono la storia che c’è dietro: l’iniziativa di Carmela Manco, presidentessa dell'associazione “Figli in Famiglia” attiva nella periferia est della città, per provare a vivere la giornata in maniera diversa, dandole un senso che certamente non è quello stupido e festaiolo delle abbuffate al ristorante o degli spogliarelli nei locali.

“Voglio vivere una giornata all'insegna della bellezza e della condivisione, voglio dare un senso vero a quello che facciamo e al nostro essere donna”.

Così esordisce Carmela Manco, impegnata in progetti di recupero con l’associazione “Figli in famiglia” che opera da quasi trent'anni nel popoloso quartiere di San Giovanni a Teduccio, occupandosi di bambini e famiglie. E nasce qui, in questo contesto popolare e difficile, dove l’emancipazione femminile deve vedersela con tradizioni e necessità pratiche, l’idea di una “Festa della donna” fatta da donne per le donne, un’occasione di incontro e di dialogo, perché questa domenica, a tavola, ci sia spazio anche per la riflessione. Al civico 111 di via Ferrante Imparato, nell’area dell’ex fabbrica Cirio, dove un tempo si producevano le bande stagnate delle lattine alimentari, domenica è prevista la celebrazione eucaristica e benedizione per le donne, un pranzo ricchissimo, dall’antipasto ai primi e secondo piatti fino alla macedonia e alla torta casalinga.  

Come le è venuta questa idea?

Dal fatto che ci sono donne che nella giornata dell’8 marzo, poco coscienti di quella che è la storia dell’emancipazione femminile, puntano esclusivamente al divertimento, lontane da una qualsiasi rivendicazione di diritti. Immaginavo, invece, la possibilità che una festa risulti anche qualificante. Tra l’altro c’è solo un piccolo contributo di 15 euro per questa giornata che aiuterà davvero le donne perché serviranno a coprire le spese che sosteniamo in associazione e a permettere ai nostri progetti di avere un seguito.

Quali sono le attività che coinvolgono direttamente le donne?

Sono davvero molte, basti pensare che cerchiamo sempre di coinvolgere le donne che si avvicinano alla nostra realtà perché affidano i loro bambini alla nostra ludoteca. Oggi c’è, ad esempio, un laboratorio nato quasi per caso, un giovane parrucchiere che il lunedì, nel suo giorno di riposo, viene in associazione per insegnare alle donne come prendersi cura di loro stesse. Parliamo di ragazze che non hanno grandi mezzi e grandi risorse, che spesso hanno bisogno di un supporto alla genitorialità che noi offriamo, e che quando scoprono di poter imparare qualcosa di utile, che permette loro di risparmiare ma anche di immaginare un futuro lavorativo, sono felicissime.

A proposito di possibilità lavorative, l’inoccupazione e disoccupazione femminile è ancora estremamente diffusa.

Questo è verissimo e noi vogliamo proseguire con questi laboratori anche per cercare di creare un circuito cittadino di piccole professionalità. Ad esempio, a settembre cominceremo con delle lezioni di sartoria scenica e trucco teatrale che chiude, in un certo senso, il cerchio degli sforzi che abbiamo fatto e che ci hanno portato ad avere un piccolo palco teatrale in associazione, utilizzato spesso per le prove di alcuni spettacoli che vengono poi portati in scena in teatri cittadini. Questi laboratori rappresentano dunque un modo per offrire alle donne di questo quartiere una reale prospettiva e un orizzonte diverso.

RRF

© RIPRODUZIONE RISERVATA