“No a tasse su pensioni d’invalidità”

La Cgil lancia l’allarme: Indennità e assegni di cura valutati come reddito

raffaele-puzioRaffaele Puzio responsabile campano Politiche disabili del sindacato spiega i potenziali effetti della delega fiscale e assistenziale di cui si attende l’approvazione in parlamento: “Saranno eliminate le detrazioni sulle spese sanitarie e le deduzioni dalle spese di assistenza medica”. In cantiere anche l’idea di una Social card per i servizi ai disabili.

Cosa temete dalla legge delega fiscale e assistenziale? 

“Già sappiamo che dalla legge si prevede di recuperare venti miliardi di euro, senza far caso a chi si colpisce, disabili e in generale fasce deboli. In sostanza non sarà più possibile la sovrapposizione fra regimi di favore fiscale e prestazioni sociali”.

Vale a dire?

“Le provvidenze economiche assistenziali, le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento e gli assegni di cura, non erano imponibili ai fini Irpef. Ora si vogliono considerare reddito allo stesso modo di uno stipendio da lavoro o di un patrimonio così da essere tassate. Con ricadute sulle detrazioni fiscali”.

Di che tipo?

Ad esempio molti disabili o anziani ricorrono alle badanti. L’indennità di accompagnamento ammonta a 480 euro e il contratto regolare di una badante costa a una famiglia circa 950 euro al mese. Oggi viene riconosciuta una deduzione fino a 1500 euro e una detrazione del 19%  della spesa per un ammontare non superiore ai 2100 euro. La delega prevede però di cancellare le deduzioni, le detrazioni e mettere dei vincoli sull’indennità di accompagnamento: in questo modo la spesa per la badante diventa proprio un onere, un privilegio per chi potrà permetterselo”.

Si introdurrà però un fondo sussidiario regionale

“Come è ora un’ennesima assurdità. Si introduce senza definire dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. E poi saranno ripartite, regione per regione, a partire da un dato statistico che mette in rapporto popolazione anziana e popolazione più giovane. Dunque a parità di numero di anziani il tasso è più basso se ci sono più giovani. Ma a chi è in difficoltà cosa può interessare il fatto che ci siano più nascite? Un disabile dovrà avere la fortuna di vivere in un posto con la natalità più bassa per essere aiutato”.

E cosa pensa dell’idea di una Carta acquisti per supportare i servizi? 

Un'idea in cantiere. Una "Carta acquisti" che ricorda molto l'esperienza della social Card. E' fallita quella denominata social card ed ora vogliono riproporla assegnando un ruolo principale alle organizzazioni non profittevoli. Si fa passare l’idea che i diritti siano delle opzioni di cui si può scegliere di usufruire o meno e secondo un tetto di spesa prestabilito. Bisognerebbe seguire l'esempio di una provincia come Trento dove il livello di assistenza pubblica e dei servizi è tale che si è riusciti a coniugare efficienza e risparmio senza comprimere i diritti."

Luca Romano

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