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Martedì 16 Aprile 2024




La sfida del Time Out per un’economia civile e un welfare di comunità

time-outIl Centro Diurno “Time Out” è l’unica struttura intermedia del territorio dell’Asl Napoli 3 Sud per le dipendenze patologiche. Luogo di opportunità per tante persone, è in difficoltà a causa di  spettanze pagate con molto ritardo e, soprattutto, scarsa programmazione. Ne parliamo con Salvatore Esposito.

Negli ultimi giorni, Esposito, presidente del Consorzio Mediterraneo Sociale, inedita esperienza di rete di imprese sociali no profit e piccoli imprenditori, ha portato avanti lo sciopero della fame assieme ad altri professionisti per attivare una resistenza passiva e pacifica. Per tutelare l’interesse degli utenti e garantire l’indispensabile continuità assistenziale, infatti, si è scelto di non interrompere il servizio. Questo perché il Centro Diurno “Time Out” è un luogo di  accoglienza e di speranza dove si prendono in carico le persone con l’obiettivo di favorirne l’emancipazione dalle dipendenze, in particolare dalle sostanze stupefacenti. Oggi una prima risposta è arrivata e l’Asl ha comunicato l’adozione della determina per il pagamento delle fatture del 3°, 4° e 5° bimestre 2014 per i servizi resi. Ma le prospettive per il 2015 preoccupano ancora molto gli operatori che pur avendo sospeso la protesta simbolica, restano in stato di agitazione, impensieriti dall’assenza di un processo di innovazione profonda della P. A. e dello stesso Terzo Settore.

Se i pagamenti sono arrivati, resta un punto interrogativo sulle attività del “Time Out” per il prossimo anno. Come procederete ora? Cosa sta comportando questo ritardo?

Il pagamento delle fatture dallo scorso aprile in poi ci consentirà di pagare gli stipendi a Natale, ma il punto di discussione non è economico: la Pubblica Amministrazione non può pensare che si proceda così e l’Asl deve ancora prorogare la convenzione del nostro servizio che scade il 31 dicembre e pubblicare il bando pubblico per il rinnovo del servizio per ragazzi e ragazze tossicodipendenti e in doppia diagnosi.

Per i ragazzi e le ragazze in carico presso il servizio il futuro è un punto interrogativo a partire dal 1 gennaio 2015.

In settimana abbiamo altri appuntamenti proprio a questo riguardo. La cosa da ribadire è che noi  eroghiamo un servizio efficiente e che fa risparmiare molti soldi: in questo senso il problema vero è l’incapacità di programmare e i gravi ritardi della Regione. 

Il mancato pagamento delle fatture del servizio da aprile 2014, era, per vostra stessa ammissione “un attacco diretto alla nostra dignità ed alla nostra sopravvivenza, non solo a Natale”. Come avete fatto a resistere fino ad oggi?

Questa convenzione riguarda 10 operatori che abbiamo supportato attivando altre risorse e sensibilizzando chi lavora con noi ma si è trattato di una procedura attivata per gestire l’emergenza. Lo abbiamo fatto, per meglio dire, per solidarietà. Ma resta una domanda: perché dobbiamo lavorare così?

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