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venerdì 29 Marzo 2024




Comunicare social, comunicare sociale?

comunicare-il-socialeCome cambia la comunicazione sociale al tempo dei social network? E quale futuro per studenti e giornalisti che si trovano ad avere a che fare con una lingua che se da un lato si arricchisce di neologismi, dall’altro si impoverisce nella forma? Ne parliamo con gli storici della Lingua italiana Nicola De Blasi e Patricia Bianchi, intervenuti al convegno LA COMUNICAZIONE SOCIALE AI TEMPI DI FACEBOOK: una riflessione condotta insieme con l’Ordine dei Giornalisti della Campania e partita dalla pubblicazione del Vocabolario Sociale (Gesco Edizioni, 2014).

Guarda le interviste a Nicola De Blasi e Patricia Bianchi

La giornata di studi, che ha avuto luogo giovedì 27 novembre nella Sala dell’Accoglienza di Palazzo Reale, ha visto alternarsi a parlare l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli Roberta Gaeta la giornalista Ida Palisi, curatrice insieme con lo storico della lingua italiana Nicola De Blasi (e col sociologo Fabio Corbisiero) del Vocabolario sociale, e ancora  Patricia Bianchi, linguista, con un intervento sulle opportunità offerte dalla rete, Vincenzo Esposito consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania che ha illustrato ai presenti, in un interessantissimo excursus, come e quanto sia cambiato negli anni il mestiere del giornalista, e con esso le sue prospettive di vita, terminando con l’analisi dei problemi sulla deontologia giornalistica e i rischi dei social network. Infine l’avvocato Valentina de Giovanni, presidente dell’Associazione dei Matrimonialisti Italiani (distretto di Napoli) ha approfondito il discorso sulla normativa vigente in fatto del sempre più esteso fenomeno del cyberbullismo.

Il quadro che ne emerge impone delle riflessioni: la lingua cambia, e con essa cambia la comunicazione (social e sociale): una trasformazione che non può essere ignorata, ma incontro alla quale è necessario andare nell’ottica del compromesso, alla ricerca di un punto di contatto tra la tradizione e l’innovazione. Ma non senza cedere il passo al nuovo (errato) che avanza. Lo spiega bene Patricia Bianchi che se da un lato registra come dato positivo l’avvicinamento dei ragazzi alla scrittura, “mai avremmo creduto, un decennio fa, che i ragazzi avrebbero scritto così tanto”, dall’altro si dice allarmata per via del  “lassismo ortografico dinanzi al quale ci troviamo; un lassismo che rappresenta una forma di sottile deterioramento delle capacità linguistiche scritte e denuncia un certa trascuratezza sulla selezione del lessico. Alla fine –conclude la Bianchi- vengono ripetute sempre le stesse parole che rischiano di diventare così parola vuote, slogan: è necessario lavorare di più in direzione del potenziamento di lessico, sintassi e ortografia”. Uno spettro, quello dell’abbrutimento della lingua, che si fa sempre più prossimo, soprattutto all’indomani della proposta, inserita nel programma di governo La Buona Scuola, di diminuire le ore di italiano nelle scuole superiori. “Una scuola che tagli i contenuti- spiega Nicola De Blasi- può rappresentare un grave problema per il futuro, per le nuove generazioni che in questo modo rimarrebbero completamente prive di nozioni, di una prospettiva storica, della capacità di approfondire la competenza della scrittura e dell'italiano parlato”. Un  danno inestimabile che andrebbe ad aggiungere la mancanza di contenuti  a quella –in cui sempre più spesso ormai ci si imbatte- di forma. Come mettere in guardia lo scrivente dai pericoli che corre? “Uno strumento come il Vocabolario Sociale –prosegue De Blasi- invita a riflettere su cosa e come si scrive. Le parole si evolvono nel tempo: ciò che oggi non offende nessuno tra dieci anni potrebbe risultare offensivo per qualcuno. il senso di questa operazione è proprio  quello di avvertire che bisogna fare attenzione”. Il pericolo è in agguato dunque, come se ne esce vivi? “ Le ricette semplici –conclude lo storico della lingua-non esistono e quindi è illusorio pensare di trovare strumenti che risolvano tutti i problemi. La capacità principale che un giornalista deve avere è quella di comunicare in modo medio con un italiano comprensibile e ben organizzato”.

SHG

Scarica il Vocabolario Sociale

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