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venerdì 19 Aprile 2024




Le sentinelle in piedi, custodi del diritto naturale

carlo-cremona‘Soldato armato addetto a turno e per un determinato spazio di tempo alla vigilanza o alla custodia e protezione di persone e cose’. Così l’enciclopedia Treccani definisce la sentinella. E forse non è un caso che i cittadini che nei giorni scorsi in Italia -e ieri a Napoli, nell’isola pedonale di via Scarlatti- si sono riuniti per pregare in nome della famiglia canonica riconoscendo come unico matrimonio possibile quello tra uomo e donna e schierandosi quindi apertamente contro il ddl Scalfarotto sull'omofobia, hanno scelto di darsi questo nome.

Una scelta onomastica che strizza l’occhio al gergo militaresco, alludendo al bisogno di difendere e di difendersi, di custodire una teoria, un sapere, gli unici possibili, gli unici riconosciuti. Non arrivavano al centinaio le sentinelle che ieri hanno portato la loro protesta silenziosa in strada, e numeri analoghi si sono registrati in tutte le città italiane dove la manifestazione ha avuto luogo. “Si tratta solo della punta dell’iceberg- precisa Carlo Cremona, presidente di I-Ken- che trova ragione e risposta nella predica che ieri da Pompei, celebrava –e indicava- la famiglia di Nazaret come modello e culla della Chiesa. Ma si tratta di numeri esigui, di un fenomeno di rilevanza minima, contro il quale non abbiamo deciso di contro manifestare”.

A lanciare coriandoli, palloncini e uova contro le sentinelle, tante sigle, ma non la vostra. Perché?

Perché non è questo il modo in cui scegliamo di operare. La scelta di ‘contro manifestare’ che pure trovo assolutamente legittima, che non contesto, non è stata presa di comune accordo tra tutti noi del mondo delle associazioni, non è stato, insomma, concepito assieme un piano di azione. Personalmente trovo che aggredire le sentinelle rappresenti una violazione al diritto costituzionale alla contestazione del libero pensiero.

Contestare la violenza senza la violenza, quindi.

Esatto. Le sentinelle rappresentano un gruppo –ancorchè sparuto- di persone, che ha chiesto, nel proprio pieno, costituzionale diritto, uno spazio per esprimere un’opinione, diritto che gli è stato evidentemente concesso. Noi da anni operiamo con un forte spirito di collaborazione con le istituzioni pubbliche e gli altri soggetti sociali per costruire un vero ‘lavoro di rete’, portiamo avanti un dialogo con le istituzioni, svolgiamo un’opera educativa, informativa in sostegno delle problematiche, individuali e sociali connesse all’essere omosessuale. Credo sia questa la strada da seguire, quella del dialogo verso la conquista dei diritti.

Un lavoro che portate avanti con costanza, e con un po’ di fatica.

Tanta fatica, tanta. Il mondo LGBT in questa città ha visto, in tempi molto recenti, riconosciuti i propri diritti civili grazie alla creazione dei registri delle unioni per coppie gay e etero. Ma è ai diritti costituzionali prima che a quelli civili che bisognerebbe guardare, a quanti non hanno strumenti per il sostegno, né l’ingegno per procurarselo. Molti appartenenti al nostro mondo hanno bisogno di mezzi e di assistenza, si contano sulla punta di una mano quanti si sono realmente preoccupati per le sentinelle in piedi, i problemi veri sono altri.

Ciò non toglie che il fenomeno delle sentinelle rasenti l’assurdo. 

Ripeto, non entro nel merito del loro diritto a manifestare: come recita l’articolo 19 della nostra Costituzione ‘ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per essa’, assurde piuttosto sono le loro motivazioni. Ho ascoltato qualcuno di loro e nessuno crede di star compiendo un ‘reato’ di odio nei nostri confronti, per converso, gli stessi, annoverano tra i crimini d’odio quelli compiuti verso i neri o verso gli ebrei. Credo si tratti di un problema di comunicazione culturale: si continua a parlare di diritto naturale per legittimare e difendere posizioni che si autodeterminano come superiori, giuste ed eque.

SHG

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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