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Mercoledì 24 Aprile 2024




Ricomincio dal mattone

Gestione del Patrimonio Comunale e housing sociale, ne parla l’assessore Sandro Fucito 

sandro-fucitoSono 2.500 i beni immobili di cui il Comune può disporre. Dopo la mala gestione di Romeo, l’assessorato al Patrimonio sta provvedendo ad un rinnovo totale delle modalità di gestione in termini di trasparenza, tagli agli sprechi e programmazione di housing e co-housing sociale. Ne parliamo con l’assessore al Patrimonio Alessandro Fucito.

Come è composto l’enorme patrimonio del Comune?

Sono 65 mila le unità catastali del Comune di Napoli tra cantine, strade, garage, palazzi, appartamenti etc, 27mila sono solo gli immobili, di cui 24 mila e 500 del patrimonio indisponibile che concerne case popolari, edifici realizzati con fondi pubblici e beni storici, mentre quello disponibile formato dai beni accumulati dal Comune per lasciti, donazioni e acquisizioni è di 2.500 immobili.

Può spiegarci brevemente cosa ha significato  “l’affare Romeo” per il Comune di Napoli?

Dopo 21 anni il Comune si riappropria degli immobili gestiti dalla Società dell’imprenditore Romeo il quale: rendicontava su spese che egli stesso realizzava, produceva contenzioso nominando gli avvocati con il Comune che ne pagava le parcelle, gestiva le dismissioni sulla base di un regolamento che partiva dall’assunto che gli immobili comunali potessero andare all’asta e in caso di più aste deserte fossero venduti a pochi spiccioli. Tutto ciò aveva per il Comune un costo di 16 milioni annui che sono diventati 32 per alcune annualità, sempre a discrezione di Romeo che conteggiava le spese straordinarie. Da ciò il contenzioso con il Comune per manutenzioni extra che di fatto talvolta non sono neanche state realizzate. Ad aprile 2012 il Comune ha riconosciuto a Romeo 45 milioni di euro rinunciando agli interessi attivi e a ricevere, come avrebbe dovuto, una mappatura del patrimonio in un formato informatico adeguato: di fatto abbiamo solo schede Excel o materiale cartaceo.  Questi soldi Romeo se li è procurati vendendo le proprietà del Comune. Avrebbe dovuto esaurire il debito in 2 anni, tuttavia i crediti vantati sono maggiori. Intanto la Procura ha sequestrato all’imprenditore 24 milioni e 800 mila euro e sembra che la finanza abbia accertato altri 2 milioni di euro in più che l’imprenditore avrebbe spostato dal conto comunale a quello personale.

Come uscire da questo recente passato inglorioso?

Con la trasparenza: siamo i primi in Italia ad aver normato il modello di gestione; abbiamo stabilito una co-gestione del patrimonio ad opera di Comune e di Napoli Servizi fissando dei disciplinari con attività, diritti e doveri con le opere da eseguire sottoposta a controllo e l’evidenza pubblica per incarichi. E’ un mondo nuovo. Per una spesa di 9 milioni e 200 mila euro pagheremo il compenso gestionale a Napoli Servizi (per Romeo il solo compenso era di 6 milioni), che si sta già occupando di scannerizzare i 30 milioni di fogli dei dati sugli immobili comunali lasciati in “eredità” da Romeo, la manutenzione di 950 ascensori, gli espurghi e 3500 interventi di manutenzione ordinaria. Ai 9 milioni stiamo cercando di aggiungere 1 milione di euro per la manutenzione straordinaria di immobili del Comune e condomini misti ovvero quelli dove ci sono proprietà private e proprietà comunali.

Come pensate di rendere fruttuoso il patrimonio?

Cercheremo di riqualificare i fitti, per anni non riscossi, senza esacerbare i conflitti con gli inquilini, a questo scopo abbiamo lanciato un bando per avvocati. Verificheremo chi occupa gli appartamenti del Comune e a che titolo, tagliando le spese superflue come abbiamo fatto per il Motel Agip dove il Comune spendeva per il solo custode 80 mila euro l’anno. Abbiamo disdettato le spese per l’ospitalità negli alberghi per la quale si sono spesi 4 milioni di euro l’anno, a fronte dell’occupazione di famiglie che spesso non erano bisognose. Il Comune pagava inoltre 560 mila euro agli enti di Bacino che non avrebbe dovuto pagare.
Inoltre abbiamo chiesto, grazie al decreto del fare del 2013 che prevede il trasferimento dei beni del Demanio ai Comuni, 393 beni di proprietà del Demanio, mentre l’amministrazione precedente ne aveva richiesti una minima parte. Sul totale dei beni richiesti abbiamo ottenuto 313 pareri favorevoli e tra questi beni ci sono 23 parcheggi già a reddito, 120 cavità di cui molte fruttuose, ma anche strutture importanti come l’ex cinema Metropolitan e il Lido Pola.

Napoli e la Campania sono ai primi posti per disoccupazione e povertà in Italia, c’è sete di alloggi. Cosa state prevedendo?

La programmazione vuole avvalersi del PON Metro del Ministero per le grandi città cui il Comune ha richiesto oltre 100 milioni di euro e che crediamo ne otterrà un’ottantina, di questi, nell’aerea patrimonio pensiamo di poter contare su 18 milioni. Con questo importo vogliamo fare più cose: pensiamo di ristrutturare 10 scuole abbandonate nella periferia di Napoli per 7.000 mq dove realizzare il co-housing per rendere la vita meno dura alle persone più povere; vogliamo promuovere il canone calmierato in base alla legge 431/98 con la riduzione dell’IMU per proprietari che concedono in fitto le case ad un basso canone, in particolare a coppie under 35; inoltre vogliamo creare una poliza fideiussoria per la morosità incolpevole: se perdi il lavoro, sei ammalato e non puoi pagare il fitto è il Comune a pagare. Altri 20 milioni di euro dovremmo ottenerli grazie al decreto Rupi sull’emergenza abitativa con cui ristruttureremo 13 fabbricati nel centro storico e nella periferia conferendo alloggi per l’emergenza abitativa a 1.000 persone.
Vogliamo poi creare alloggi per l’housing sociale a Scampia dove prevediamo che gli abitanti si occupino essi stessi della manutenzione e corrispondano servizi a fronte di canoni agevolati, così da risparmiare sulle spese.
E per gli affittuari di lungo corso del Comune prevediamo una vendita degli immobili attraverso l’Erp con prezzi molto bassi, in media 36 mila euro ad abitazione. Una politica già avviata in precedenza, ma lasciata in sospeso: di fatti vogliamo subito risolvere la pratica di 480 persone che hanno già versato la caparra per acquistare la casa dove risiedono e sono in attesa da anni. Ci aspettiamo che altre migliaia di persone formuleranno la proposta di acquisto. Valuteremo caso per caso stando attenti ad eventuali occupanti malavitosi.
A breve riprenderanno le assegnazioni degli alloggi popolari sulla base della graduatoria del 2011 che renderemo pubblica, ma terremo anche in conto la graduatoria iniziata del ’95 verificando se le condizioni dei richiedenti sono rimaste immutate rispetto al momento dell’istanza.

Per le associazioni che si occupano di delicate questioni sociali avete previsto di dedicare spazi?

Faremo un bando per l’assegnazione di circa 80 beni comunali per associazioni e micro imprese, tenendo conto del curriculum e delle esperienze pregresse, non si esclude, qualora avessero i requisiti e un progetto sociale o culturale valido, di conferirli agli occupanti di strutture comunali. Il bando partirà a breve e inizierà a riguardare 20-30 strutture, ho diffidato gli uffici di darmi le perizie necessarie e ho stabilito una convenzione con l’ordine dei geometri. Alcuni immobili potrebbero essere utilizzati per creare asili che mancano in città. Il problema degli asili si risolverà in parte grazie ai Pac, resta il limite della presenza del custode che stiamo trattando: dove c’è progettualità di realizzare l’asilo il custode può essere rimosso.

A proposito di bambini ha destato molto scalpore lo sgombero dell’Opera del Fanciullo dall’Eremo dei Camaldoli…

Abbiamo chiesto momentaneamente all’Istituto Caselli di ospitarli per un certo tempo, visto che sono stati disattesi gli accordi con la Soprintendenza che è motivata a fare dell’Eremo un progetto commerciale, dopo aver verificato che la casina nel boschetto non fosse utilizzabile. A lungo termine abbiamo disposto che l’Opera del Fanciullo sia ospitata da una struttura comunale, la scuola in via Ianfolla. Considerando che si tratta di una realtà privata abbiamo fatto una delibera di proposta al Consiglio in cui si computano i lavori da fare nella struttura a carico dell’Opera del Fanciullo, con sgravio del canone, il vantaggio è quello che i bambini resteranno nelle vicinanze del bosco.

Alessandra del Giudice

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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