“Ius soli subito, liberiamoci dalla paura”

Fakir Mohamed attivista napoletano della rete l’Italia sono anch’io

ius-soli-18“Vivo in Italia da quando avevo cinque anni. Studio qui, l’italiano è la mia prima lingua, nel Paese dei miei genitori ci torno in vacanza ogni quattro anni, eppure sono costretto a lunghe file per il rinnovo del permesso ogni anno, non posso partecipare a concorsi e vivo nella paura di diventare irregolare”, così Fakir Mohamed, 22 anni, nato in Marocco, ma napoletano da quando aveva 5 anni, racconta la sua vita da italiano a metà. “Lo Ius soli è un dovere di civiltà”, dice riguardo al dibattito in corso sulla modifica della legge di cittadinanza.

Il ministro Cecile Kyenge ha accelerato sullo Ius soli, cosa pensi del dibattito che si è acceso sul tema della cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia?

“Le parole del ministro Kyenge ha finalmente acceso un faro su un problema che non può più essere ignorato. I ragazzi stranieri di seconda generazione in Italia sono circa un milione e un Paese non può permettersi di continuare a discriminare un milione di persone. Siamo cresciuti, studiamo, e lavoriamo qui, siamo italiani a tutti gli effetti. I nostri amici, le persone dei quartieri in cui viviamo ci considerano tali. Proprio dopo l’intervento del ministro mi sono sentito chiedere da alcune persone a me vicine: ma tu ce l’hai la cittadinanza?”

Il presidente del Senato Grasso a proposito ha detto: “L’Italia non diventi un Paese dove le puerpere sbarcano per ottenere la cittadinanza”. Non pare un inizio incoraggiante verso lo Ius soli.

“Ormai non mi sorprendo più di nulla. Ho imparato negli anni che le questioni dei diritti, soprattutto se si parla di immigrati, non sono mai ritenute prioritarie. Quando invece dovrebbero esserlo perché sono scelte che incidono sulla vita delle persone. Al contrario la politica in tema di immigrazione è pronta a intervenire con una fretta incredibile se si tratta di imporre ulteriori giri di vite sulla questione sicurezza: dai Cie ai respingimenti, per fare solo alcuni esempi”.

Quindi resti scettico sulla possibilità che si faccia una legge?

“Alla vigilia delle elezioni ero particolarmente scettico e demoralizzato. Nei programmi dei partiti il tema della riformulazione della legge sulla cittadinanza era secondario se non del tutto assente. Avevo visto affossare la proposta Sarrubbi - Granata, così come vanificare lo sforzo della campagna dell’Italia sono anch’io tra una marea di veti. Quanto sta avvenendo in questi giorni, invece, mi lascia sperare. Si è aperto un dibattito pubblico e le posizioni di chi è favorevole e chi contrario vengono finalmente allo scoperto. Considero un passo positivo anche la proposta dei parlamentari di Scelta Civica per uno Ius soli temperato, l’importante è che si passi finalmente dalle parole ai fatti”.

Cosa diresti a chi si oppone allo Ius soli per convincerlo del contrario?

“Sono italiano. Studio da ingegnere e progetto il mio futuro qui. Eppure sono costretto ogni anno a mettermi in fila, come tanti, per rinnovare un foglio di carta senza il quale sarei un irregolare. Mi è stato chiesto persino di produrre il documento che attestasse la mia fedina penale in Marocco quando sono andato via da lì a 5 anni. Non ho potuto fare il servizio civile e non posso partecipare a concorsi. Per viaggiare in Europa ho bisogno del passaporto. Vi sembra normale? Tanti amici vivono nel terrore di non poter avere i requisiti, un giorno, per rinnovare il permesso di soggiorno. Liberiamoci dalla paura”.  

LR

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