Responsabilità sociale d’impresa, i ritardi del Sud

Ehlardo di Action Aid: “Chi è attento a diritti e ambiente supera meglio la crisi”.

marco-ehlardoTre giorni per promuovere la responsabilità sociale d’Impresa. Un’iniziativa promossa da Action Aid  da domani 11 aprile a sabato dalla Mostra d’Oltremare nell'ambito del Salone Mediterraneo della Responsabilità Sociale Condivisa. Seminari e tavole rotonde che metteranno a confronto le imprese e gli operatori del Terzo settore.

“Le aziende che si sono distinte per responsabilità sociale stanno attraversando meglio la crisi. Purtroppo il Sud è in ritardo”, spiega il referente campano dell’organizzazione Marco Ehlardo.

Cosa si in tende per Responsabilità Sociale d’Impresa?

“Si definisce così un impegno dell’impresa sia nel ridefinire in modo sostenibile l’organizzazione interna, sia nel rispetto e nella valorizzazione dell’ambiente esterno. Un’impresa responsabile investe per creare un ambiente di lavoro salubre, favorisce l’impiego di persone affette da disabilità, è attenta alla conciliazione dei tempi e delle modalità di lavoro con le esigenze familiari dei dipendenti. E poi guarda all'impatto ecologico del territorio, pretende analogo rispetto in tutta la filiera, e cerca di responsabilizzare i consumatori”.

A che punto siamo in Italia?

“Manca una normativa nazionale volta a favorire gli investimenti nella responsabilità sociale. Noi proponiamo ad esempio che siano attribuiti punteggi premiali nei bandi pubblici per le imprese che si distinguono in questo ambito. E, invece, ora è tutto lasciato alla sensibilità e alla buona volontà di imprenditori illuminati. Scontiamo un ritardo rispetto a paesi come Danimarca, Germania dove la questione è sempre più sentita. E in misura molto più grave al Sud rispetto al Nord”.

Ma in tempo di crisi si può pretendere che le imprese mostrino attenzione rispetto a investimenti che possono apparire superflui?

 “E’ piuttosto vero il contrario. I dati dimostrano che chi ha investito in azione sociale ha attraversato la crisi molto meglio di chi non l’ha fatto. Lavorare sul territorio significa trasformare il mercato in un habitat favorevole che premia anche in termini di profitto. Poi c’è anche un immediato tornaconto in termini di marketing: le aziende attente al sociale sono viste con occhio favorevole dai consumatori”.

Quali obiettivi vi proponete con la tre giorni di Napoli?

 “E’solo un primo passo. Avremo ospiti aziende che spiegheranno l’utilità di un approccio responsabile.  Un piccolo incubatore di esperienze che metterà di fronte imprenditori e operatori del Terzo settore. Proprio in tempo di crisi il contributo del mondo profit al welfare può risultare decisivo”.

L.R.

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