Freddo, sovraffollamento e mancanza di cure mediche

La vita a Poggioreale: intervista ad Adriana Tocco.

adriana-toccoÈ ormai noto quale sia la situazione nelle carceri italiane: la Corte Europea dei Diritti dell`Uomo di Strasburgo ha già condannato l’Italia quattro volte per la violazione dell‘articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani. Ma nel carcere di Poggioreale, a Napoli, la situazione sembra peggiorare con il passare del tempo.

Con Adriana Tocco, garante per la Campania delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, parliamo della situazione dei detenuti e di chi ha bisogno di cure mediche all'interno di Poggioreale.

La scorsa settimana è morto Raffaele Fasano: i suoi parenti hanno raccontato che l'uomo si sentiva poco bene da qualche giorno, ma la notizia del suo decesso è arrivata come un fulmine a ciel sereno e come da prassi è stata aperta un'indagine per stabilirne il decesso.  “A Poggioreale c’è un'emergenza quotidiana: i detenuti non vengono curati, visitati se non con ritardo - dice la Tocco - . Ciò dipende anche dall'Asl e dalle condizioni di sovraffollamento della struttura e dalle carenze tecniche.”

Oltre al livello fisico, anche quello emotivo è trascurato?

“Il numero delle ore a disposizione degli psicologi è ristretto, si può dedicare pochissimo tempo ai detenuti che hanno bisogno, spesso si tratta di minuti. Ciò è stato denunciato, ma abbiamo a che fare con gravi tagli alle risorse, basti pensare che anche il tempo a disposizione dei criminologi, cui spetta il primo incontro con i detenuti, è stato tagliato”.

Di questa situazione soffrono solo i detenuti?

“No: anche il personale è in sofferenza. Basti pensare che con il gelo di queste settimane ci sono aree e celle,  in cui vivono anche 12 persone, senza riscaldamento. Per riparare l'impianto servono 4.500 euro che non ci sono: stiamo pensando ad un'iniziativa di beneficenza, ma prima ci rendiamo  conto che ci sono 2900 persone in una struttura che dovrebbe contenerne 1350, meglio è. Non possiamo parlare seriamente di recupero o rieducazione in queste condizioni”.

Un'altra situazione di sovraffollamento in Campania è nel carcere femminile di Pozzuoli. Quali sono le condizioni lì?

“La situazione di Pozzuoli è diversa per un motivo, soprattutto: le detenute riescono a fare attività, riescono ad essere coinvolte, questo grazie alle associazioni e al lavoro della direttrice. A Poggioreale non è possibile, invece”.

Quali potrebbero essere le soluzioni?

“Io non so come si farà: so che Strasburgo ci ha dato un anno per rimetterci in regola. Ci sono stime che ci dicono che molti dei detenuti presenti a Poggioreale potrebbero usufruire di un altro tipo di pena. Noi porteremo il nostro appello al Presidente della Repubblica il 26 febbraio e l'abbiamo già esteso alle forze politiche, ma di carceri non si parla”

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