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Sabato 20 Aprile 2024




“Studiano per prepararsi ad essere cittadini europei”

Il bambino immigrato a Napoli: la famiglia e la scuola.

duecon"Napoli non è una città in cui restare. Nell'immaginario collettivo della comunità immigrata il nostro territorio appare povero di prospettive. Il progetto è quello di andare alla ricerca di un lavoro migliore e in questo senso preparano i loro figli", dice la dottoressa Flaviana Coviello, membro del centro polivalente per la genitorialità e l'Età evolutiva "DueCon - Progetto Famiglia".

La psicoterapeuta e mediatrice familiare, traccia un quadro dell'integrazione/interazione delle comunità migranti con la città, ai margini dell'incontro di autoformazione, riflessione e approfondimento "Il bambino immigrato nella famiglia e nella scuola". 

DueCon, associazione presente a Napoli da circa 10 anni presieduta da Gaetano De Luca, è una realtà composta da psicologi, psicoterapeuti, sociologi, educatori, mediatori familiari che si occupa di diverse attività  multidisciplinari rivolte alla famiglia nelle diverse fasi del ciclo di vita, dalla coppia, ai genitorei, al bambino, all'adolescente. Oggi il confronto si apre alla città intera con incontri volti a coinvolgere sempre più persone: "Lavoriamo da sempre per la famiglia e con la famiglia, ma stavolta abbiamo deciso di non limitarci ai campi che conosciamo meglio, ovvero genitori separati e adottivi, bensì abbiamo allargato il nostro confronto anche ad altri nuclei: penso alle famiglie monogenitoriali, a quelle omogenitoriali, ad esempio, cui abbiamo dedicato il nostro primo incontro, che sarà sicuramente ripetuto. Nel caso dell'incontro sui bambini immigrati, abbiamo visto la presenza della comunità cingalese".

Dallo Sri Lanka sono arrivati a Napoli, negli anni, circa settemila persone. Oltre il 90% di loro ha un impiego come domestico. "Dobbiamo capire se la famosa integrazione è voluta e vissuta da tutti come auspicio o meno. E' davvero integrazione, quello che vediamo tutti i giorni, o è piuttosto il caso di parlare di interazione? La comunità cingalese per dare un futuro ai loro bambini ha messo su delle scuole nei pressi di Piazza del Gesù e di piazza Dante e in questi luoghi la lingua ufficiale non è lo srilankese o l'italiano, bensì l'inglese: in questa scelta dobbiamo leggere non una chiusura alla nostra realtà quanto un'apertura all'Europa e al mondo intero. E' l'inglese, tanto bistrattato nelle nostre scuole, ad aprire le porte a questi ragazzi, che si preparano ad essere cittadini europei".

Apertura all'Europa, dunque, ma anche un richiamo alle nostre origini, nell'occuparsi così praticamente del futuro dei bambini: "In questo senso i genitori proteggono i loro figli e il futuro dei loro figli molto di più di quello che facciamo noi. E' un richiamo alla civiltà contadina. I nostri nonni dicevano ai nostri genitori: "Io non ho potuto studiare, ma voglio che tu abbia la possibilità di farlo"; la comunità cingalese sembra dire: "Io non ho avuto il riconoscimento adeguato del mio studio, ma voglio che a te venga concesso".

Eppure, come riporta il Cestim on-line, sito di documentazione sui fenomeni migratori, la scuola italiana evidenzia sempre più la consistente e crescente presenza di alunni di diversa cittadinanza. Nell’anno scolastico 2011/2012 il numero degli alunni con cittadinanza non italiana è pari a 755.939 unità in tutto il Paese. In Campania, il numero di scuole per percentuale di presenza di ragazzi con cittadinanza non italiana (valori assoluti per lo stesso anno scolastico) è di 6.590, ma il rapporto degli alunni stranieri sul totale degli alunni è in continua crescita per ciascun ordine di studio.

Come è nata la decisione di occuparvi dei bambini immigrati? La dottoressa Paola Mieli Caccavale racconta: "Nel nostro statuto c'è il discorso dell'ascolto delle famiglie transculturali e miste ma l'esigenza è forte ed è emersa sempre di più negli ultimi tempi, anche oltre il livello associazionistico. Come professionisti, nelle nostre attività lavorative, la richiesta è aumentata molto: l'aiuto psicologico, ad esempio, si ricerca molto di più che in passato. Il nostro lavoro a DueCon è anche un momento di autoformazione. Bisogna chiedersi costantemente se capiamo e intercettiamo correttamente le istanze del territorio". "La volontà - conclude la dottoressa Coviello - è quella di trattare problemi non patologici che interessino la cittadinanza: invitiamo le famiglie napoletane a partecipare a questi momenti di incontro proprio per aprire la discussione. Oggi il tema era l'immigrazione, il prossimo mese sarà la volta dell'incontro con un nutrizionista: il cibo e la gestione del cibo è qualcosa che riguarda tutte le famiglie".

Il Centro DueCon Progetto Famiglia si trova a Napoli, in via Santa Brigida, 79.

Si riceve dal lunedì al venerdì, su prenotazione.  

Per appuntamenti telefonare ai numeri 081 2514011 oppure al 331 3387264 o inviare una mail a segreteria@centroduecon.it. Sito internet: http://www.centroduecon.it/contatti.htm

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