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Giovedì 18 Aprile 2024




Il Ministro Balduzzi nega la correlazione tra rifiuti tossici e salute

I punti di vista di esperti, politici e attivisti.

rifiuti-rogoIl Ministro della Sanità, Renato Balduzzi, ha presentato, questa settimana ad Aversa, il risultato della relazione “Situazione epidemiologica della regione Campania ed in particolare delle province di Caserta e Napoli, con riferimento all’incidenza della mortalità per malattie oncologiche” che evidenzia un tasso altissimo di mortalità, ma non svela nulla sulla correlazione tra salute e presenza sul territorio di migliaia di discariche legali e illegali. Diversi punti di vista in aperto disaccordo con il Ministro e l’accusa ad uno “Stato assente”.

La sintesi dei dati: “Situazione epidemiologica della regione Campania ed in particolare delle province di Caserta e Napoli, con riferimento all’incidenza della mortalità per malattie oncologiche” è una sintesi governativa di tutte le ricerche scientifiche pubblicate sul tema della salute in Campania negli ultimi anni. Dall’analisi dei dati del 2009 risulta che in Campania, le malattie del sistema circolatorio rappresentano la causa principale (40% circa) dei decessi; risultano inoltre elevati i tassi di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente e per diabete mellito.
Per quanto riguarda i tumori maligni la mortalità in Campania tra gli uomini è superiore ai valori dell'intera Italia nelle province di Caserta (solo per gli uomini) e di Napoli (per entrambi i generi), con tassi particolarmente elevati per tumori di fegato, laringe, trachea-bronchi e polmone, prostata, vescica (nelle donne solo del fegato, della laringe e della vescica. A questo si aggiunge il cancro ai polmoni che colpisce i cittadini campani con un tasso nettamente superiore dal resto d'Italia.

Napoli e Caserta sono le due province della regione maggiormente interessate dall’alto tasso di mortalità, ma anche quelle dove sono più presenti discariche legali e illegali, smaltimento illegale di rifiuti, roghi tossici. Eppure, secondo il ministro Balduzzi, la correlazione tra i due fenomeni non è provata.

Antonio Marfella dell’Istituto Pascale commenta così la sintesi dei dati: “Non è un caso che non si possa definire la correlazione, dal momento che in questi anni il Governo non si è preoccupato di realizzare studi appropriati. Lo stesso studio Sebiorec è stato disegnato male. Non è stato fatto, come si sarebbe dovuto, un biomonitoraggio individuale della diossina. Ad Acerra 46 mila persone sono state avvelenate da 53 mila tonnellate accertate di rifiuti tossici sversati. E nella zona sono state realizzate dal Ministero soltanto sei analisi della diossina su un pool di dieci sieri. Mentre nel 2001 a Caffaro, in Provincia di Brescia, nella zona industriale, sono state realizzate 1200 analisi per scoprire il nesso di causalità tra residui tossici e diossina nel sangue. Evidentemente al Governo non interessa chi muore qui al Sud. Ora è quanto mai necessaria e urgente una ricerca a tappeto sulla correlazione rifiuti-tumori”. Marfella nell’ambito della presentazione dei dati ad Aversa è stato invitato ufficialmente dal ministro Balduzzi a far parte del pool di ricercatori che proseguiranno gli studi in Campania.

Alessandro Cannavacciuolo. Il Prof. Maurizio Montella, responsabile dell'Epidemiologia del Pascale, in mancanza di una ricerca nazionale sulla correlazione patologie-discariche in Campania, ha effettuato una serie di biomonitoraggi sulla presenza di diossina e di policlorobifenili nel sangue a partire da se stesso. Tra coloro che hanno fatto analizzare il proprio sangue il sig. Canavacciuolo, un allevatore di pecore e produttore di latte di Acerra, che presenta nel suo sangue 47 picogrammi di diossina a fronte dei 10 picogrammi ritenuti “normali” dall’OMS in una zona industriale.
Ad Acerra le industrie non ci sono, ci sono però le tonnellate di rifiuti tossici. Il figlio dell’uomo, Alessandro, da anni si batte  con “l’unico obiettivo di tutelare la salute e l’ambiente”, di fatto è vice presidente dell’associazione Guardie Ambientali Campane.
“Il ministro non può negare la correlazione tra rifiuti tossici e mortalità, è criminale evitare di fare chiarezza in questo senso”- così Alessandro commenta la relazione di Balduzzi.
“La mia famiglia da sempre alleva le pecore, ma nel 2003, la Asl Na4 mise il gregge sotto sequestro per l’altissima concentrazione di diossina presente nel latte pari a 51 picogrammi a fronte dei 3 picogrammi consentiti dalla legge. Tuttavia ci sono voluti 9 mesi per ottenere il risultato delle analisi, periodo in cui abbiamo continuato a vendere latte e agnelli, contaminando tante persone.  La Asl ha infine messo sotto sequestro tutta la zona di Acerra dove non è più possibile il pascolo, tuttavia i contadini hanno continuato a coltivare e noi stiamo mangiando i prodotti avvelenati”.
Lo zio di Canavacciulo è scomparso per un tumore fulminante che lo ha portato via in 40 giorni, mentre nella sua famiglia ci sono tanti casi di endometriosi, problemi di fertilità e ormonali, così come in tante famiglie di Acerra.
Canavacciulo si è costituito parte civile nel processo contro la famiglia Pellini accusata dal 2006 per traffico illecito di rifiuti tossici. Anzi è stato il primo a sporgere denuncia contro coloro che avevano l’appalto per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani sia da parte del comune di Acerra, sia  da parte di altri comuni limitrofi. I Pellini, invece di realizzare il compostaggio mischiavano gli scarti e li sversavano per concimare il terreno; essendo inoltre, proprietari di un cementificio- sempre a quanto ha dichiarato Alessandro- producevano calcestruzzo mischiandolo ad amianto e polveri derivate dall’abbattimento dei camini e rifiuti ospedalieri. Il processo Pellini è ora alle battute finali. “Il p.m. Maria Cristina Ribera  ha chiesto la condanna a 18 anni per ciascuno dei tre fratelli della famiglia e per i politici corrotti che hanno reso possibili i loro affari criminali. Negli anni, grazie agli ex operai dei Pellini, ho potuto realizzare una mappatura dei centinaia di  edifici realizzati con rifiuti speciali. Perciò faccio appello a tutti coloro siano venuti a conoscenza di notizie in merito, a comunicarcelo al più presto così che sia possibile bonificare i siti”- chiarisce Alessandro Canavvaciuolo che in seguito a numerosi atti intimidatori si sente continuamente sotto minaccia, per questo un appello pubblico chiede al ministro Cancellieri che gli sia concessa la scorta. 

Angelo Ferrillo dell’associazione “La terra dei fuochi” ha accolto la relazione di Balduzzi commentando:L'ennesima operazione di "normalizzazione" della protesta e del malcontento crescente della cittadinanza, stanca di prese in giro che durano da oltre 20 anni.  Ieri il Ministro cattolico Renato Balduzzi si è recato nella cornice del Municipio e della Diocesi di Aversa per presentare dati in realtà già noti. Denunciamo l'ennesimo bluff e presa in giro dei cittadini, poiché quand'anche il Ministro invitasse nell'apposita commissione il dott. Marfella il dott. Rivezzi e/o altri esponenti dell'ISDE (medici per l'ambiente), se i criminali continuano a bruciare o a smaltire rifiuti tossici in piena libertà, domanda, per noi cosa cambierà mai? Mentre i medici studiano, intanto i malati muoiono. Il compito di arrestare gli atti criminali è del Ministero dell’Interno, non di quello della Salute". 

Le amministrazioni locali hanno colto l’occasione per sottolineare il loro impegno nella tutela della salute pubblica, tuttavia, sebbene la posizione del Comune sia fortemente critica nei confronti del Ministero della Salute, ambivalenti sono i pareri in Regione.

Il Sindaco di Napoli ha inviato una lettera pubblica al ministro sulla sua pagina di facebook, in cui si legge: “Caro ministro Balduzzi, la prudenza “scientifica” in merito al rapporto rifiuti-patologie oncologiche, dimostrata da Lei e dal governo tecnico di cui fa parte, è l'ennesima prova di quanto Lei e il suo governo tecnico in realtà perseguiate finalità politiche. Non c'è niente di più politico, infatti, dell'uso malizioso e distorto della scienza. La scienza non può essere piegata alle volontà politiche, o meglio alla volontà della politica di sentirsi deresponsabilizzata rispetto ad un dramma che, essendo in primis umano, ci chiama tutti al dovere di una risposta. La comunità scientifica ha già dimostrato il nesso di causalità fra sversamento di rifiuti tossici e industriali in alcune aree della Campania e l'incidenza delle patologie tumorali. Ammettere questo pubblicamente comporta delle conseguenze politiche importanti: realizzare, dopo anni di promesse, la bonifica dei territori interessati e il risanamento ambientale, per procedere ad una vera attività di biomonitoraggio e prevenzione che veda coinvolte le istituzioni locali, le associazioni e i comitati, i medici per l'ambiente. Nascondersi dietro la mancanza di certezze da parte della scienza (una mancanza presunta poichè la stessa scienza, infatti, ha dimostrato il contrario) è un atto offensivo verso le cittadine e i cittadini di questa terra che, non solo tra Caserta e Napoli nord, si sono ammalati e si ammalano, sono morti e muoiono a causa di una verità ormai diventata storia: la trasformazione della Campania in uno sversatoio a cielo aperto di rifiuti industriali e tossici, provenienti anche e soprattutto dal Settentrione, trasformata in una mega discarica del paese intero.(…). Il Comune di Napoli ha istituito un osservatorio oncologico relativo alle varie municipalità e intende dedicare una seduta monotematica dello stesso Consiglio comunale proprio a questo tema. Caro ministro Balduzzi, quando ritornerà qui, nei prossimi giorni, come da Lei annunciato, la prego di lasciar perdere gli “stili di vita”, proprio perchè si troverà in Campania, per concentrarsi, invece, solo sulla vita: quella delle cittadine e dei cittadini di questa Regione che lo Stato deve tutelare. Un primo passo per farlo sarebbe quello di cominciare a dire e a dirci la verità”.

L'assessore all'Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano ha commentato la relazione di Balduzzi, enumerando gli interventi della Giunta Caldoro rispetto ai rifiuti :"Per anni la Campania ha convissuto con discariche abusive e con la criminalità organizzata che si è infiltrata nei cicli di gestione dei rifiuti e della depurazione, favorita spesso dalla mancanza di controlli e da una disinvolta gestione delle risorse finanziarie. Sul risanamento ambientale in due anni abbiamo recuperato per il ciclo integrato delle acque, per l'impiantistica del ciclo dei rifiuti, per gli impianti di depurazione, per le reti fognario e i collettori, per le bonifiche ambientali di siti inquinati e contaminati oltre un miliardo di euro. A conferma che l'ambiente è una priorità assoluta dell'agenda di lavorio del presidente Caldoro (…).
Abbiamo approvato, per la prima volta nella storia dell'Ente, un piano regionale per i rifiuti valutato e validato positivamente dall'Unione Europea. E' pronto per essere approvato perché ha concluso il suo iter il Piano Regionale dei Rifiuti Speciali. E' alle battute finali il Piano Regionale delle bonifiche che sarà approvato definitivamente entro il mese di febbraio. Sono in corso di redazione il Piano di raccolta dei rifiuti nei porti, il Piano di Tutela delle Acque e il Piano di risanamento della qualità dell'aria. Stiamo attivando forme di collaborazione con l'assessorato all'Agricoltura per intervenire decisamente sulla filiera alimentare e zootecnica, allo scopo di individuare le criticità ambientali che possono compromettere la qualità degli alimenti ed eliminarle definitivamente (…). E' in dirittura d' arrivo una delibera della Regione Campania per l'istituzione di un Gruppo di lavoro composto da esperti di impatto ambientale ed emergenza sanitaria, al fine di approfondire ulteriormente  un eventuale  nesso tra incremento di patologie ed emergenza rifiuti e per valutare l'opportunità di un piano di prevenzione e di recupero ambientale del territorio”.

Paradossale tuttavia che a fronte della dichiarazione dell’assessore all’Ambiente, il consigliere del presidente Caldoro per la Sanità Raffaele Calabrò abbia invece sostenuto la tesi del Ministro Balduzzi che le patologie tumorali ed endocrine in Campania siano dovute ad uno stile di vita sbagliato. Addirittura  Calabrò nega l’incremento anomalo delle patologie affermando che i dati del Ministero della Salute, “denotano una significativa riduzione dei tassi di mortalità”. “Appare, inoltre, ampiamente condivisibile  quanto emerso dalla relazione del ministro Balduzzi relativamente al legame tra deprivazione socioeconomica e insorgenza di patologie varie. (…)E' un dato oggettivo, ormai presente anche nei documenti ufficiali del Ministero della Sanità, che la povertà e la deprivazione uccidono e che il dato anagrafico da solo non basta”.

AdG

Lo speciale: Salute e rifiuti in Campania

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