“Opg, lontanissimi dalla chiusura”

La denuncia di Psichiatria democratica: “Manca un impegno reale”.

psichiatria-democraticaNell’Opg di Secondigliano i reclusi sono 143, ad Aversa 219. Tra loro settanta proroghe, i cosiddetti ergastoli bianchi, persone che hanno scontato la pena ma per le quali non sono stati predisposti percorsi di riabilitazione esterna. In vista della chiusura degli Ospedali psichiatrici, fissata per marzo prossimo Psichiatria democratica lancia l’allarme: “Ancora non ci sono gli operatori ponte. Rischia di essere un bluff”.

Il timore è che a marzo ci sia un rinvio della chiusura. Con gli internati lasciati ancor di più a se stessi. “Diventerebbero strutture che esistono nei fatti, ma non più per legge. Gli Opg si trasformeranno in strutture temporanee, con scadenze procrastinabili, nelle quali non si sarà più disposti ad investire, rendendo la situazione ancor più drammatica di quella attuale”, denuncia il segretario di Psichiatria Democratica Emilio Lupo. In Regione Campania sono attivi dei tavoli per individuare i centri e le equipe che dovranno occuparsi degli internati nel dopo dismissione, ma ancora non ci sono stati nominati gli operatori medici che dovrebbero curare la fase di transizione. “La legge prevede progetti di riabilitazione individualizzati”, continua Lupo, “Andrebbe ricostruita la storia di ogni paziente, valutate le risorse residue dei reclusi, stabiliti rapporti con le famiglie. Non si sta facendo nulla di tutto questo e il tempo stringe”.

Il modello d’intervento previsto dalla legge dovrebbe ricalcare quello attuato a Napoli sul finire degli anni 90 per la chiusura del Leonardo Bianchi. “Sarebbe molto più facile di allora. All’epoca nei manicomi solo a Napoli gli internati erano 1500, lo stesso numero degli attuali reclusi negli Opg”, spiega Salvatore Di Fede, psicoterapeuta che di recente è stato in visita negli Opg Campani. I resoconti dei sopralluoghi hanno fortunatamente evidenziato miglioramenti rispetto alle immagini drammatiche registrate in occasione delle visite della Commissione Marino. “Si è smarrita anche l’onda emotiva sollevatasi in quel periodo”, continua Di Fede, “Il rischio ora è l’inerzia passi sotto silenzio”.

La situazione dei due Opg Campani appare all’analisi di Psichiatria democratica diversa: “A Secondigliano abbiamo riscontrato come  ci sia una equipe di operatori della riabilitazione che premono per la fuoriuscita, quantomeno delle proroghe, ottenendo come risposta una sostanziale assenza di disponibilità dei direttori sanitari a provvedere al reinserimento in altre strutture”, spiegano i Lupo e Di Fede, “Ad Aversa è stato invece accresciuto il numero di psichiatri, che confermano un approccio medicalizzante in opposizione alla legge, e confermano come la chiusura sia un’ipotesi lontana”. Intanto nei due ospedali sono 70 gli “ergastoli bianchi”, con pazienti oltre la settima proroga, con ottantenni e persino pazienti costretti sulla sedia a rotelle.

Opg modello per una riforma carceraria, è quello che sostengono i medici del movimento. E proprio questo valore sperimentale del passaggio dall’carcere-ospedale alla riabilitazione è, a loro giudizio, tra i motivi fondamentali delle resistenze: “Per ora ci si impegna sulla carta e non nei fatti”, accusa Di Fede, “Creare un’alternativa valida agli Opg costituirebbe un precedente per tutto il sistema penale italiano. Si tratta di un laboratorio fecondo di possibilità, attraverso cui dimostrare la concretezza di alcune misure alternative. Ma questo è un approccio che dà fastidio alla politica”. 

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