Diritti gay: “Italia paese senza speranza”

Rinviata la legge sulla violenza omofoba, il commento delle associazioni.

omofobia-stopMentre negli Stati Uniti e in Europa si apre ai matrimoni gay, una forma di riconoscimento ben più ampia delle Unioni civili ipotizzate nel nostro Paese, la commissione Giustizia della Camera boccia nuovamente la legge sulla violenza e la discriminazione omofoba. “Una vergogna. Un Parlamento incapace di interpretare il sentire comune della società civile”, il commento unanime dei rappresentanti delle associazioni omosessuali e transessuali napoletane.

L’estensione della legge Mancino del 1993 avrebbe assicurato anche agli omosessuali la protezione contro discriminazioni legate a razza, etnia, nazione o religione riconoscendo come aggravante della violenza il movente di genere. “Una bocciatura che francamente ci aspettavamo, sarebbe stato sorprendente il contrario”, dice Antonello Sannino presidente neoeletto di Arcigay Napoli. “Riflette l’anima di un Parlamento che è culturalmente arretrato”, attacca Carlo Cremona di I-Ken, “Non è più una questione di diritti civili, piuttosto di diritti umani”. Durissima Loredana Rossi, portavoce dell’Associazione napoletana Transessuali: “Uno schiaffo alla memoria delle decine di trans uccise negli ultimi anni. Continuano a considerarci cittadini di serie b, in un solo mese abbiamo raccolto in città cinquanta denunce”. 

La responsabilità maggiore i rappresentanti delle associazioni l’individuano nell’ “arretratezza” della politica. “L’ottanta percento degli italiani, come risulta dai sondaggi, sarebbe favorevole a una legge antiomofobia”, dice Sannino, “ Viviamo in un Paese più laico di quanto si pensi.  Ci sono troppi politici, invece,  che sentono la pressione del Vaticano e non si fanno interpreti del sentimento diffuso tra le persone. E’ una legge che avrebbe un' utilità fondamentale,  episodi odiosi di violenza e di discriminazione sono ancora troppo diffusi. Il mondo Lgtb non ha rappresentanza adeguata: su 900 parlamentari c’è un solo omosessuale dichiarato, rispetto al dieci percento di omosessuali nella popolazione. Non ci resta che sperare nella prossima legislatura”. Un ottimismo che Carlo Cremona non condivide: “Temo che il voto in Commissione preluda ad alleanze e programmi politici futuri che ancora una volta non prenderanno in considerazione leggi specifiche per la parità dei diritti degli omosessuali. Chi metterebbe oggi in discussione la legittimità di una norma che tutela dal razzismo le minoranze etniche e religiose? Invece con i gay non si fanno problemi. E la cosa che più mi amareggia è che un tale atteggiamento si riscontra anche da parte di forze politiche che si proclamano progressiste. Talebani che non si rendono neppure conto di quanto la chiesa per certi versi sia più avanti: a Napoli, ad esempio, sulla questione della violenza abbiamo ottenuto pieno appoggio dal Cardinale Sepe”. Parere analogo quello di Loredana Rossi: “Siamo ultimi in Europa, abbiamo una classe dirigente da paese integralista. Una situazione che grava sulla vita di tantissime persone, rendendo impossibile una quotidianità normale. Conosco tantissimi transessuali che ormai chinano la testa alla violenza, non denunciano perché non c’è una legge che li tuteli veramente, e anzi, hanno paura di ulteriori ritorsioni”.

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