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venerdì 19 Aprile 2024




Sanatoria Immigrati, a Napoli solo 6mila regolarizzazioni

Vincenzo Annibale della Cgil Immigrazione: “Un flop annunciato”.

stranieri-2Sui settantamila lavoratori stranieri irregolari stimati in Campania solo in 12mila hanno presentato domanda di regolarizzazione, la metà a Napoli. Un dato in linea con la media nazionale: delle cinquecentomila domande previste ne sono giunte meno di un quinto. Il segretario provinciale della Cgil Immigrazione Vincenzo Annibale commenta il risultato della sanatoria: “Un’occasione sprecata”.

Vi aspettavate un flusso così ridotto di domande? 

“Sì, avevamo manifestato i nostri dubbi sin dalla pubblicazione del bando. La documentazione necessaria ad attestare la presenza in Italia dal dicembre 2011 appariva poco chiara.  L’interpretazione più ampia data dall’Avvocatura dello Stato che consentiva di presentare come prova contratti d’affitto, abbonamenti a mezzi pubblici, iscrizione dei figli a scuola, è giunta con ritardo. Ma questa sanatoria è stata concepita male in tutto”.

Cosa non ha funzionato?

“Se l’obiettivo fosse stato veramente quello di far emergere dal lavoro nero gli immigrati non si sarebbe dovuto imporre un pagamento di mille euro per la domanda. In tempo di crisi questo costo ha costituito un deterrente per molti datori di lavoro che hanno continuato a trovare più comodo continuare a sfruttare l’immigrato alle sue dipendenze senza regole e senza pagare i contributi. Il governo ha provato, evidentemente fallendo, a fare subito cassa perdendo così l’occasione di una vera riemersone che sul lungo periodo avrebbe prodotto benefici, anche in termini fiscali, di gran lunga maggiori”.

A questo punto agli immigrati non resta che denunciare?

“Sulla carta: la nuova legge che punisce il caporalato è senza dubbio un grande passo avanti. Nei fatti però le denunce sono pochissime, il datore di lavoro continua ad avere il coltello dalla parte del manico. Il timore del foglio di via costituisce un deterrente per gli immigrati rispetto ad un passo di questo tipo. Insieme alla sanatoria si sarebbe potuto pensare a un permesso di soggiorno di sei mesi per consentire loro di cercarsi un lavoro regolare”.

Da quali settori produttivi è arrivato il numero maggiore di domande?

Quasi tutti da privati che regolarizzavano gli immigrati come collaboratori domestici. La sensazione è che molti abbiano scelto di indicare questa professione per le condizioni fiscali favorevoli che questo tipo di contratto comporta, ma che poi in realtà l’immigrato possa svolgere qualsiasi altro tipo di lavoro. Dall’edilizia o dall’agricoltura dove sappiamo che c’è un impegno massiccio di manodopera irregolare sono giunte pochissime domande. Ripeto, la sanatoria ha mancato l’obiettivo fondamentale”.

A Napoli tante denunce per attestazioni false. Le risulta che gli immigrati si siano sobbarcati loro le spese per la regolarizzazione?

Le domande vanno presentate direttamente alle Prefetture o passando per i patronati. Era facile prevedere che con le domande “fai da te” ci sarebbero stati tanti speculatori. Sono le indagini ad averlo provato. Temo che siano molti gli immigrati ad essersi sobbarcati la spesa dei mille euro, e forse anche quella dei sei mesi di contributi richiesti, pur di non vivere più da irregolari”.

Luca Romano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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