Non Autosufficienza: “Il No Profit sia chiamato in causa per la programmazione”

Le proposte della referente campana dell’Aima Caterina Musella

aima“Così come regolamentato il Fondo per la Non autosufficienza non funziona a discapito dei bisogni dei cittadini più fragili.. Il No Profit può intervenire in aiuto della prossima programmazione triennale: servono regole certe e condivise, requisiti di qualità per il pubblico e il privato e voucher per riconoscere al cittadino il proprio diritto di scelta tra i servizi”. In una lunga lettera Caterina Musella avanza le proposte dell’Associazione italiana Malati di Alzheimer.

A fare da premessa alle proposte operative dell’Aima Campania l’analisi sul funzionamento attuale del fondo per la Non autosufficienza: “Dai dati emersi del I Rapporto AIMA – Luciano Editore, è emerso che le nostre Famiglie non intendono delegare la cura del propri cari ad altri, ma nello stesso tempo sentono forte il bisognodi essere sostenuti, guidati, accompagnati nella gestione di cura, chiedono un sostegno soprattutto attraverso l’Assistenza domiciliare”, scrive la Musella,  “Si sa che il domicilio è il luogo privilegiato di prevenzione cura e riabilitazione anche in termini di costi/benefici perchè soddisfa il reale e principale bisogno della maggior parte dei cittadini e nello stesso tempo a costi sostenuti per l’intero sistema, ma le Famiglie, attualmente, sono lasciate sole nella gestione di una cura continuativa 24 h/24 ed oltre ad aumentare i costi per la cura della persona aumentano anche i costi per la cura del caregiver principale…. la seconda vittima della malattia”.

L’Aima punta l’attenzione soprattutto sulla mancata assistenza a favore delle  famiglie con persone come coloro affette da SLA, Sclerosi Multipla, Stati vegetativi,Alzheimer, Malati Terminali. “Nonostante al momento non sembra sia ancora disponibile una definizione unica e condivisa di non autosufficienza, non possiamo non definire tali le persone affette dalle patologie di cui sopra. Persone non più autonome, bisognose di assistenza e di sostegno, eppure, per anni queste Fasce di popolazione sono rimaste completamente abbandonate, prive di servizi e di sostegni, di una Rete dedicata. Persone bisognose di un assistenza 24 ore su 24 ed il cui carico è ricaduto, e ricade ancora, unicamente sulle Famiglie, sul Caregiver principale, che molto spesso è anch’egli un anziano/a o una donna divisa tra la gestione di due Famiglie e bisognosi/e anche loro di cure”, si legge nella lettera. “Troppo spesso alla richiesta di assistenza domiciliare le nostre Famiglie si sentono rispondere che non ne hanno diritto perché la Persona non è allettata, non è in una fase terminale, oppure la procedura per l’ottenimento, oltre al pagamento del ticket, è così talmente complessa e farraginosa che preferiscono rivolgersi a servizi privati o rinunciare alle cure con grave nocumento, in entrambi i casi, sia per il cittadino che per l’Istituzione”, accusa la Musella che a riprova della drammaticità della situazione e dell’urgenza di interventi riferisce di “Innumerevoli e documentabili i casi di omicidio/suicidio di chi non ce l’ha più fatta”.

Un problema e non di risorse. “Nonostante le ingenti somme ricevute per le cure domiciliari la Regione Campania nel corso degli anni (solo nel 2005, 50 milioni di euro per l’assistenza
domiciliare) in termini di assistenza erogata è ultima, dopo la Sicilia, a livello nazionale, con una
percentuale dell’1,8 di pazienti raggiunti”. Per questo l’Aima chiede che l’impiego dei fondi per gli anziani non autosufficienti, che rimediano all’azzeramento deciso dal governo Berlusconi nel 2010, sia deciso dalla Regione dopo un confronto con gli operatori del settore. “Ci rivolgiamo all’Assessore Ermanno Russo per chiedere un confronto con le principali parti sociali del territorio. Un confronto per offrire un contributo sull’ adeguata destinazione dei fondi”.
Tra le proposte avanzate dalla piattaforma Aima: il calcolo  del solo reddito individuale dei beneficiari dei servizi; l’esclusione dal computo del reddito dei parenti e dei sussidi corrisposti dallo Stato e da altri enti pubblici a titolo assistenziale; l’esenzione per i Malati d’Alzheimer dal versamento della retta ai Comuni per il loro ricovero.

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