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venerdì 19 Aprile 2024




Un registro dei tumori per ogni Asl della Campania

L’appello di Medici per l’Ambiente per un monitoraggio continuo di ogni area

antonio-marfellaL’associazione Medici per l’Ambiente sostiene l’appello per la creazione di un registro dei tumori per ogni Asl della Campania: “Un intervento urgente prima che la situazione dal punto di vista dell’assistenza sanitaria diventi insostenibile” spiega il dottor Antonio Marfella, oncologo del presidio ospedaliero Pascale di Napoli.

Dottor Marfella, quali sono i dati oggi disponibili per quanto riguarda l’incidenza e la mortalità dei tumori in Campania?

Il problema nasce proprio dalla scarsità di rapporti validati e certificati dalla comunità scientifica e quindi autorizzati a diventare pubblici. Uno degli ultimi studi è quello portato avanti dal dipartimento di epidemiologia coordinato dal dottor Maurizio Montella, presidente del Comitato Regionale della LILT, la  Lega Italiana per la lotta contro i tumori. Il monitoraggio si basa sulla fonte dei dati Istat, e in particolare sulle schede di morte individuale con diagnosi di tumore dal 1998 al 2008. Lo studio va letto e analizzato sin nei dettagli, sono vari i punti di interesse; una delle rilevazioni da far emergere è relativa al fatto che negli ultimi anni, soprattutto nelle province di Napoli e Caserta, i decessi per tumori al polmone sono in progressivo aumento, soprattutto per le donne.

Perché è necessario creare dei registri dei tumori?

I registri sono obbligatori se si vuole fotografare una situazione e capire quali sono gli strumenti per affrontarla. In Campania oltre al registro che monitorava l’ex Asl Napoli 4, sono stati  attivati negli anni registri provinciali, che però negli anni hanno funzionato a intermittenza, a causa della carenza di fondi. Rivolgiamo un appello alla Regione Campania perché approvi il prima possibile disposizioni per l’istituzione dei registri. In base ad una prima stima sembra siano sufficienti 800.000 euro.

L’assistenza sanitaria regge all’ aumento di casi di tumore?

Sta diventando sempre più difficile. I costi finanziari sono spaventosamente alti e gli interventi spesso drammatici: l’ultimo caso che voglio segnalare è quello di alcuni colleghi del Pascale che hanno dovuto decidere se far prima partorire una donna, o prima amputarle una gamba a causa di un tumore. Non è naturale che una donna a trenta anni abbia contratto un tumore. I registri dei tumori permetterebbero di capire meglio la fenomenologia, le aree più colpite e probabilmente di fare prevenzione efficace.

E’ possibile stabilire con certezza un rapporto causa effetto tra agenti tossici ambientali e incidenza di tumori?

Alfredo Mazza nel 2004 pubblicò
uno studio rivista scientifica internazionale The Lancet Oncology che individuava un “triangolo della morte”, Acerra, Nola e Marigliano, dal quale era possibile dedurre un collegamento tra  incidenza di tumori e lo sversamento illecito di rifiuti tossici. Queste conclusioni sono state duramente avversate dalla comunità scientifica italiana. Tuttavia, se è vero che l’insorgere di un tumore ha cause multifattoriali, e spesso compare dopo anni dall’esposizione agli agenti nocivi, è innegabile che l’esposizione a rifiuti tossici aumenta il rischio.

Quali sono le problematiche più gravi legate al sistema di sversamento di rifiuti?

Sicuramente i problemi maggiori sono determinati dallo sversamento dei rifiuti industriali. Secondo i dati ISPRA in Italia nel 2012 sono state prodotte 165 milioni di tonnellate di rifiuti industriali, 5 milioni delle quali smaltite in Campania. Occorre che venga implementato un sistema efficace di controlli su questi sversamenti, che, oltre alla certificazione cartacea del produttore, si avvalga di sofisticati strumenti tecnologici e informatici. Questo tipo di controlli e di monitoraggi è indispensabile, le bonifiche saranno il passo successivo. Occorre anche che vengano realizzati impianti per lo smaltimento dei rifiuti industriali, come i fanghi ed il percolato, e che vengano costruiti in modo proporzionale, ossia in una regione poco industrializzata come la Campania devono esserci pochi impianti. Per quanto riguarda invece i rifiuti urbani io ritengo che nel tempo il problema si risolverà con riduzione a monte della produzione, raccolta differenziata, riciclaggio e compostaggio. Per i rifiuti urbani siamo sulla buona strada. Il problema dei rifiuti industriali, al contrario, è allarmante, e al momento né le istituzioni, né i privati sembrano volersene occupare.

Daniele Pallotta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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