Antigone, avvicendamento alla presidenza

Intervista doppia a l’ex Dell’Aquila e al neo presidente Barone

mario-baroneAntigone è un'associazione che si occupa dei diritti e delle garanzie nel sistema penale in Italia: attraverso riflessioni, proposte e dibattiti raccoglie e diffonde informazioni sulla realtà carceraria. Il gruppo campano è molto attivo: ieri Dario Stefano dell'Aquila, presidente per un lungo periodo, ha passato il testimone a Mario Barone.

Dice Dell'Aquila che se dovesse riassumere in poco le cose più importanti che abbiamo fatto in questi anni, non avrebbe esitazioni: "Ricordo il caso di Vito De Rosa e la battaglia per la chiusura dei vecchi manicomi giudiziari che oggi di nuovo hanno solo il nome, ospedali psichiatrici giudiziari. Vito De Rosa, incontrato durante una visita con il consigliere Francesco Maranta, non era mai uscito dopo 40 anni di carcere e manicomio: dopo che sollevammo il caso giunse la grazia dell'allora capo dello Stato, Ciampi. Più recente, la battaglia per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e la denuncia sulle loro orribili condizioni di detenzione, cominciata per primi e in perfetta solitudine, oggi è una questione nazionale che è giunta ad un momento di svolta". Eppure restano molte cose da fare: "Rimane il rammarico per una situazione delle carceri campane che ogni giorno si fa sempre più grave. E non mi riferisco solo al sovraffollamento che pure è un problema con più di 7000 detenuti ammassati in poco più di 5000 posti, ma alle condizioni inumane e degradanti delle nostre prigioni. Letti a castello, 20 ore di cella, strutture vecchie e obsolete, ancora senza la doccia in cella in molti casi, assistenza sanitaria a singhiozzo, assenza di mediatori culturali, attività sociali ridotte al minimo. E ciò malgrado l'impegno di tanti volontari e operatori penitenziari che ogni giorno lavorano in condizioni sempre più difficili. Una condizione che mette profonda tristezza perché non è solo una offesa alle donne e agli uomini che dovrebbero scontare una pena, non subire tortura, ma anche per qui cittadini che credono che il rispetto dei diritti deve valere in ogni luogo e per ogni persona". 

Anche il nuovo presidente, l'avvocato Mario Barone, è convinto che l' "offerta carceraria" campana, per quanto "completa" perché comprendente oltre gli Istituti di pena per adulti, ben due O.P.G. (Aversa e Secondigliano) sui sei esistenti in Italia, un istituto di pena minorile (Nisida) e un carcere femminile (Pozzuoli), necessita di una particolare attenzione: "una menzione merita il carcere di Poggioreale: collocato al centro della città, presenta indicibili tassi di affollamento - mediamente, a Poggioreale vi è il doppio dei detenuti che potrebbe contenere, che determinano intuibili degradanti condizioni: fino a 14 detenuti per cella e con un solo bagno. La calura estiva – oramai alle porte – rende le condizioni di vivibilità ancora più difficili.  Gli Istituti, in generale, insistono su di un territorio, le cui difficoltà sono note e che non possono certo essere rimosse attraverso politiche puramente repressive: occorre provare a rimuovere a monte – laddove possibile - le cause del disagio che sovente portano a delinquere; le politiche criminali (tutte le politiche criminali) vanno accompagnate da politiche sociali, abitative e del lavoro tali ridurre il numero dei consociati che, in qualche modo, si sentano costretti a violare la legge penale".

Quali sono, allora, le cose più urgenti da fare? "Di fondo, l’urgenza è quella di aprire  un dibattito politico-culturale che – partendo dal carcere – porti a riflettere sulla società: si è accentuata la caratterizzazione del carcere, come luogo dove fanno a finire tutte le contraddizioni sociali irrisolte: dalla marginalità, all’immigrazione, ai tossicodipendenti, fino alla presenza alta di disturbi psichici. Parallelamente, la priorità associativa sarà quella di misurare il fenomeno, come si presenta sul territorio campano, attraverso le visite agli Istituti penitenziari che – da qui a breve – cominceremo". 

Raffaella R. Ferré

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