Dalle stragi del 1992 ad oggi: la ricerca della verità di magistrati e cittadini

Intervista a Roberto Ruocco, referente campano del Movimento delle Agende Rosse

agende-rosse“Economia criminale, politica e istituzioni- collusioni e trattative”: questo il tema di cui si parlerà il 26 maggio alle ore 16:30 nella sala Valeriano, di piazza Del Gesù. Interverranno Maresca e Conzo della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, il sindaco De Magistris, e Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino. La tavola Rotonda è organizzata dal Movimento delle Agende Rosse. Il referente per la Campania Roberto Ruocco, parla delle stragi del 1992 e della situazione attuale.

Quando nasce il movimento delle Agende Rosse, e con quali finalità?

“Il movimento nasce nel 2009 per volontà di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, che aveva iniziato subito dopo le stragi del 1992 a girare le scuole e altri luoghi pubblici d’Italia, per informare studenti e cittadini sulla storia delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Aveva sempre fatto tutto da solo, senza chiedere nessun sostegno. In rete si è formato un movimento di persone che hanno deciso di sostenerlo in questa campagna di comunicazione e di lotta per la verità. Il movimento per le Agende Rosse è presente in ogni Regione italiana. A Napoli comprende 80 persone, in Campania circa 500”.

Cosa è stato accertato in merito al mancato ritrovamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino?

“Su quell’agenda Paolo Borsellino aveva annotato ogni incontro, ogni appuntamento, ogni informazione utile a scoprire chi fossero le braccia e i mandanti della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Borsellino aveva con sé l’agenda il giorno della sua morte. Dopo l’esplosione in via D’Amelio non è mai più stata ritrovata. Giuseppe Ayala, pubblico ministero durante il maxi processo, afferma di essere arrivato per primo sul luogo della strage, di aver trovato la valigetta contente l’agenda e di averla consegnata ad un ufficiale dei carabinieri”.

A che punto è arrivato il percorso processuale sulla strage di Via D’Amelio? 

“Non sono ancora stati individuati i mandanti occulti delle stragi. L’esistenza di una trattativa avviata tra lo Stato e la mafia nei primi anni novanta è stata dimostrata processualmente. Tuttavia solo negli ultimi anni alcuni politici sembrano riuscire a ricordare alcuni episodi utili alle indagini. Nicola Mancino sembra invece affetto da totale amnesia: Paolo Borsellino aveva annotato un incontro con lui, all’epoca ministro dell’interno,  e Bruno Contrada  su un agenda grigia, ma Mancino continua a sostenere di non ricordare. Nino Di Matteo, Antonio Ingroia e altri magistrati stanno lavorando con tenacia per il raggiungimento della verità, ma hanno bisogno anche che “la gente faccia il tifo per loro”, come diceva Giovanni Falcone”.

Cosa è cambiato rispetto al 1992? 

“Come allora i magistrati lavorano in condizioni di pericolo.  Stanno cercando di fare luce sull’inquietante trattativa Stato- mafia negli anni delle stragi e del terrore. Uno spiraglio per l’accertamento della verità si intravede. Il clima di crisi sociale ed economica di oggi, e la fase di cambiamento, ricorda il 1992. Motivi per tenere alta l’attenzione e aumentare la scorta ai magistrati”.

Cosa possono fare i cittadini in questa situazione?

“Occorre che informino il più possibile, che cerchino le fonti attendibili e che diffondano quanto appreso. Consiglio “L’agenda rossa di Paolo Borsellino”, di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza e gli altri libri degli stessi autori. I cittadini devono essere consapevoli di quanto sta avvenendo. Ad esempio bisogna sapere che con l’1% dei proventi dei beni sequestrati alle mafie si potrebbero assegnare risorse sufficienti per le scorte dei magistrati e per le cancellerie dei tribunali. Devono comprendere che la storia dei processi sulle stragi è fatta di depistaggi compiuti da organi dei servizi segreti e dello Stato. Ma prima ancora di tutto questo, per difendere la legalità e la Costituzione, devono partire da sé stessi, migliorare la propria condotta di vita. La mafia è in ognuno di noi: ogni volta che accettiamo un compromesso, ogni volta che restiamo in silenzio davanti alle ingiustizie, ogni volta che lasciamo che prevalga l’egoismo, tendiamo la mano alla mafia”.

Daniele Pallotta

Per informazioni e per scaricare in Pdf la relazione “Paolo Borsellino e l’agenda rossa”: http://www.19luglio1992.com/

Video intervista a Giuseppe Ayala sulla strage di Via D’Amelio: http://www.youtube.com/watch?v=0vlEzuqXjh8

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