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venerdì 29 Marzo 2024




“Il nostro tempo è adesso”: precari in svendita a Piazza Borsa

Disoccupazione giovanile al 40%, 10% di occupati a tempo indeterminato

precari-in-svenditaSagome senza volto, un codice a barre, un cartellino con il prezzo, il più basso possibile: è così che si sentono tantissimi giovani. E’ così che ironicamente hanno rappresentato se stessi i ragazzi che animano il gruppo partenopeo del comitato "Il nostro tempo è adesso". Inscenando nella notte tra il 19 e il 20 marzo, in Piazza Borsa, una vera e propria svendita precaria.

"Vogliamo dare voce ai tanti lavoratori invisibili, senza alcun diritto, svenduti e mercificati al prezzo più basso possibile, troppo spesso nell'indifferenza generale - spiegano oggi -. Questo è ciò che accade quotidianamente ad un’intera generazione sempre più sfruttata, soprattutto al sud, e costretta ad emigrare per trovare fortuna altrove mente il governo continua a raccontarci favole. Non cela beviamo. Rispediamoal mittente la riforma "pacco" "

Nel nostro territorio il tasso di disoccupazione giovanile supera il 40%. Nella fascia 15-34 anni gli occupati standard, cioè coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato, sono solo il 10% e tra le donne i dati sono ancora più drammatici. La Campania resta la primaregione del Mezzogiornoper emigrazioni (circa il 30% dell'intero Mezzogiorno) e dalla sola città di Napoli sono 108.000 le partenze dal 2000 al 2009 (su un totale di 500.000 dal sud d’Italia).

"I giovani, i precari, le donne, gli studenti del nostro territorio chiedono continuità di reddito, diritti sindacali, un lavoro sicuro - dice il gruppo campano -. Devono poter andare in ferie, avere una pensione, una casa, fare dei figli, potersi ammalare senza aver paura di essere licenziati: questi sono i punti della nostra piattaforma che continueremo a rivendicare fino a quando non ci sarà dato ascolto".

Il movimento de "Il nostro tempo è adesso" è attivo in tutta Italia a seguito della mobilitazione del 9 aprile2011. Alivello campano, il gruppo chiede oggi alle istituzioni l'abbattimento di contratti atipici da superare con un approccio ad un mondo del lavoro a precarietà zero:"Non è più possibile accettare i tanti proclami di vicinanza ai problemi dei precari da parte di molti amministratori locali quando nel sistema pubblico vengono utilizzate varie forme di lavoro precario spesso fuori dalla legalità. Stiamo parlando del diritto ad una vita vera che una Repubblica fondata sul lavoro deve essere in grado di garantire".

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