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venerdì 29 Marzo 2024




L'etica delle piccole cose quotidiane

Il 33° Corteo Carnevale di Scampia celebra la vittoria della bellezza

scampia faloAridosso delle vele, nel rosso che tinge il cielo grigio sono stati bruciati i carri simbolo delle immagini negative e della mal-gestione politica. Il falò allegorico del 33° Corteo di Carnevale di Scampiaha celebrato, sotto lo sguardo commosso di oltre mille persone, il trionfo di tutte le piccole realtà che anno dopo anno stanno costruendo un'immagine diversa e delle opportunità per il quartiere.

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E' la presenza viva ed entusiasta delle associazioni che lavorano ogni giorno a Scampia e che stanno cambiando la sua essenza, che rende il Carnevale unico e denso di significato. Domenica 15 febbraio, sono giunti da tutta Italia musicisti per unirsi alla Banda del GRIDAS, giovani volontari, intere famiglie che credono nella rinascita delle periferie. Significativo il percorso del corteo che quest’anno si è allungato per toccare e supportare luoghi simbolici per la rinascita di Scampia: ha varcato simbolicamente i cancelli aperti dell’ex-IPSIA di via Ghisleri restituita a nuova vita dall'associazione (R)esistenza come Officina delle culture “Gelsomina Verde” rimessa a nuovo dall’associazione insieme a gruppi di Libera approdati da tutta Italia per i campi di lavoro a Scampia durante l'estate e ritornati in massa per partecipare al Carnevale, dove si realizzeranno un ristorante gestito da ex detenuti e una scuola di musica (Drom Musiclab) curata dal gruppo italo-rumeno degli O'Rom che si sono esibiti su un palco proprio all'interno del cortile adiacente la struttura.
Tema del carnevale di quest’anno, la scuola e la pessima situazione in cui versa: “Ciucci Per Che E Per Chi ovverossia Scuola Scuola / Scuola Mal-Trattata”: tagli, precarietà, incompetenze e favoritismi vari contro chi combatte ogni giorno per riaffermare diritti che si credevano ormai acquisiti. Di contro, esperienze di lotta e resilienza dal basso che “fanno scuola” e che possono insegnare a chi fa della scuola “un mestiere” come il Gridas, memoria storica del quartiere, e il Centro Territoriale Mammut solo per citare due tra le tante realtà sociali attive sul territorio.
"Il Carnevale è simbolo dei laboratori di costruzione che realizziamo durante tutto l'anno, in modo autogestito e a costo zero, utilizzando materiali di risulta - racconta Martina Pignataro del Gridas, figlia dell'artista Felice Pignataro, le cui opere sono il simbolo della riqualificazione del quartiere-.  Abbiamo iniziato nell'83 quando i primi cortei si svolgevano nella più abitata Secondigliano. All'epoca l'unica unica realtà associativa a Scampia era il Gridas, cui poi si sono affiancate le scuole e le associazioni sorte in seguito. Negli anni il corteo è cresciuto esponenzialmente: ognuno partecipa con le sue peculiarità a simbolizzare le attività svolte nel quartiere. Basti pensare al carro con il girasole i cui 30 petali simbolizzavano le aree verdi riqualificate o al primo esempio in Italia di ristorante co-gestito da cittadine italiane e rom: “CHIKU’ - Gastronomia Cultura e Tempo libero”, dove è stato organizzato il pranzo sociale a conclusione del corteo".
La visione da cui partono queste realtà è rappresentare punti di aggregazione in cui costruire per i giovani e il quartiere un'identità positiva che superi il pregiudizio attraverso cui è spesso considerata dall'esterno Scampia. "Non possiamo creare posti di lavoro, questa è una responsabilità delle istituzioni, ma cerchiamo di fornire un modello di vita basato sul bene comune e la condivisione. Chi ha solo un punto di vista non ha modo di scegliere, mentre chi conosce varie strade è più consapevole. Non crediamo nella politica dei grandi eventi, simbolizzata dalla piazza dei "Grandi Eventi" -prima riempita solo in caso di manifestazioni saltuarie calate dall'alto che non apportavano nulla al quartiere, perciò abbiamo costruito laboratori e piccoli eventi quotidiani realizzati con le persone di Scampia. Il nostro lavoro dimostra che dal basso si possono creare cose più umili, ma concrete rispetto alle maxi opere mai terminate e di cui i cittadini non possono usufruire". Non è un caso che il corteo colorato abbia invaso festosamente la piazza “del Mammut” supportando il lavoro di chi quella piazza ha contribuito a trasformare restituendola, con la rete del Comitato Spazi Pubblici, alla cittadinanza. 
Dall'altro lato Scampia non smette di chiedere alle istituzioni risposte troppo a lungo rimandate o del tutto arenate nei meandri della burocrazia. Simbolo della politica dei ritardi i lavori incompleti della stazione Metropolitana, quelli bloccati della sede dell'Università Federico II e in primis il Piano Scampia che prevede l'abbattimento delle Vele e la costruzione al loro posto di nuovi alloggi umanizzanti e di servizi. Il 4 marzo tutti i rappresentanti delle realtà sociali di Scampia con il Comitato le Vele saranno a Roma per chiedere al governo un impegno concreto per realizzare il piano di riqualificazione dell’area, per troppo tempo, ormai, rimasto sulla carta (partenza in pullman alle ore 9.00 dalla Vela Gialla).
"Visto che Maometto non va alla montagna la montagna va a Maometto- spiega Lorenzo Liparulo del Comitato le Vele- porteremo a Renzi il piano di fattibilità realizzato insieme alla Federico II e chiederemo i 116 milioni di euro per realizzarlo. Dal '92 sono stati realizzati quasi mille appartamenti nuovi a fronte dell'abbattimento di 3 vele su 7, ma nella 4 rimaste in piedi ci sono ancora 100 famiglie che dovrebbero vedersi assegnato l'alloggio entro la primavera e altre 350 famiglie ancora senza casa. Perciò chiederemo di abbattere altre due vele e di far restare in piedi la vela celeste e quella  gialla in attesa che vengano costruiti gli alloggi per le famiglie e i servizi, per poi abbattere anche le ultime due".
Non resta che raccomandarsi a San Ghetto Martire – protettore delle periferie, il cui carro ha chiuso come ogni anno il corteo di Carnevale, con dietro il suo stuolo di ex-voto per i diritti e le richieste di concludere le maxi opere, inutili quanto dispendiose, elemosinate come grazia a chi dovrebbe adoperarsi per la riqualificazione sociale.

AdG

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